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Bellugi, in duecento in piazza per dire «no» al monolite

L'Anpi e gli antifascisti: «Noi siamo un'altra cultura. Mica dei finti poeti». I consiglieri di opposizione presentano una mozione per revocare il posizionamento dell'opera

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La base del monolite è già lì. E’ alta più o meno un metro e sessanta e giovedì verrà ulteriormente innalzata: la stele di marmo con le parole di Ubaldo Bellugi è in procinto di essere ufficialmente collocata. Un’opera imponente: nell’insieme quasi quattro metri di altezza. Una collocazione che arriva dopo mesi di discussioni che hanno diviso la città fra favorevoli e contrari al monolite, che riporterà la poesia “Primavera de Massa” scritta dal Bellugi, podestà fascista di Apuania dal 1927 al 1938. Ma fino all’ultimo c’è chi continua a chiedere all’amministrazione comunale di rivedere la delibera di giunta del 12 dicembre scorso, che stabiliva il posizionamento dell’opera e l’immediata esecutività dell’atto. In duecento sono scesi in piazza dei Quercioli sabato (fonte Questura, ndc) per manifestare ancora una volta il loro no all’opera.

I motivi sono stati spesso approfonditi ed entrati nel merito dell’ingombrante aspetto politico dell’uomo (Leggi qua: «No al monolite a Bellugi. Piace solo ai salottini della Massa bene»). Sabato invece i presenti sono entrati inoltre nel merito del lato artistico del Bellugi: «Un finto poeta», è stato definito. «Ma anche un uomo che non è stato un esempio per gli altri», ha aggiunto Stefano Alberti del Partito Democratico che ha scritto insieme ad altri sei consiglieri comunali una mozione per chiedere di «revocare il posizionamento del monolite». Tante le poesie e le letture riportate da chi era in piazza per sottolineare che quella di Ubaldo Bellugi non è l’unica cultura rappresentabile sul suolo massese. Le parole di Antonio Gramsci, di Shakesperare, ma anche quelle dialettali di Piero Cavazzuti e dei canti del maggio del vicesindaco di Montignoso Daniele Grillotti (pestato a morte dai fascisti locali, ndc), sono state riportate per mandare un segnalo chiaro: c’è un’altra cultura in città.

Il presidente dell’Anpi, Olivero Bigini lo ha sottolineato ricordando inoltre l’esito delle ultime elezioni amministrative e lo sciopero globale del Climate Change per chiedere alle istituzioni di attuare politiche sostenibili e volte alla salvaguardia dell’ambiente: «da una litigata in famiglia hanno fatto eleggere un sindaco estraneo alla politica apuana e che rappresenta una minoranza. Questa piazza non è una risposta al sindaco ma alla nostra popolazione. Quella che ieri in tutto il mondo ha cantato Bella Ciao per chiedere di tutelare l’ambiente. Questa è la nostra cultura». Resta aperta fra i manifestanti la possibilità di partecipare all’inaugurazione di giovedì. Così come resta aperta la raccolta firme lanciata dall’Anpi. E gli appuntamenti in programma, fino a giovedì, per dire no all’opera

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