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Decreto sicurezza, Rossi: «La Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale»

Il presidente della Regione: «Fanno bene i sindaci a protestare e ribellarsi a una legge disumana». Fdi annuncia: «Barricate contro la legge salva-clandestini»

Contro il decreto sicurezza del Governo la Regione Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale, con una delibera che sarà approvata nella seduta di Giunta di lunedì prossimo. Lo annuncia il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, confermando il pieno sostegno alla protesta dei sindaci, che, dice, “fanno bene a ribellarsi ad una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di migliaia di persone che così diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalità organizzata, aumentando l’insicurezza”.

“Nel frattempo – sottolinea Rossi – per aiutare e assistere i migranti e tutti coloro che hanno bisogno, come fanno i volontari, i sindaci e come già facciamo noi, almeno in Toscana si avranno tutele stabilite da una legge regionale. Lo scorso 22 dicembre, infatti, io e la mia Giunta abbiamo approvato una proposta di legge – che sarà votata dal prossimo Consiglio regionale e per la quale abbiamo già previsto in bilancio 2 milioni di finanziamento – che tutela i diritti della persona umana, a prescindere dalla cittadinanza: diritti per tutti, non solo per i cittadini italiani, ad essere curati, ad avere una dimora, un’alimentazione adeguata e ad avere un’istruzione”.

“La materia sanitaria, assistenziale e l’istruzione – continua Rossi – sono materie concorrenti su cui le Regioni, per il titolo V della Costituzione, hanno potere di legiferare. Già nel 2010 la Corte Costituzione si era pronunciata contro il governo Berlusconi e aveva dato ragione alla Toscana su una legge analoga che riconosceva il diritto di ogni persona alla cura. Forte di quella sentenza la Giunta propone ora al Consiglio regionale una legge più estesa e precisa, l’esatto contrario di quella del Governo, che invece viola i diritti fondamentali della persona umana. Confidiamo che possa essere approvata in via definitiva per la metà di gennaio”.

Il presidente Rossi è disponibile a valutare insieme ai sindaci l’esercizio previsto dalla legge La Loggia che indica la possibilità per i Comuni di richiedere attraverso il Consiglio delle Autonomie Locali che sia la Regione a farsi carico del ricorso alla Consulta in tempi più rapidi anche su materie dei comuni e su competenze dei sindaci.

Rossi ha infine ricordato che già prima della conversione del decreto la Regione aveva denunciato insieme ad Anci gli effetti che questo può produrre sul territorio con 5000 persone che solo in Toscana sarebbero costrette all’irregolarità, creando problemi ai sindaci e producendo insicurezza e criticità di gestione sociale.

LA REPLICA DI FRATELLI D’ITALIA
“Rossi non perde occasione per dimostrare la differenza tra la Sinistra e la Destra. La nuova presa di posizione del Governatore fa chiarezza agli elettori: tra chi sta con gli italiani e chi sta invece con i clandestini, tra chi contrasta le politiche del Governo nazionale, che cercano soltanto di rimediare i problemi generati dagli esecutivi di centrosinistra, e chi cerca di disegnare un Paese differente con un’immigrazione controllata e regolata da precise leggi. Sostenere l’azione di sindaci, che si ribellano per non applicare le leggi nazionali, alimenta odio e un conflitto istituzionale di cui il Paese non ha certo bisogno. Rossi farebbe bene a pensare alle migliaia di poveri toscani” dichiara Paolo Marcheschi, consigliere regionale Fdi che annuncia le barricate contro la “Legge salva clandestini” voluta da Rossi e dal Pd che sta per approdare in Consiglio Regionale. “Vedremo chi la voterà cosi i toscani avranno più chiarezza per poter scegliere a maggio fra chi li difende e chi invece destina i soldi dei toscani al business dei clandestini”.