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«Contro l’integralismo salafita vogliamo il presepe». Polemica in Consiglio

Approvata la mozione della Lega per allestite la rappresentazione della natività a scuola e a Palazzo comunale

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Per il suo relatore, il consigliere di maggioranza Marco Battistini (Lega), rappresenta la «salvaguardia di un simbolo che guarda oltre il significato religioso». Per il consigliere di minoranza Agostino Incoronato (Uniti per la città) significa «politicizzare il natale». È necessaria secondo Piergiuseppe Cagetti (Persiani sindaco) in quanto «dobbiamo difendere le nostre tradizioni contro l’integralismo salafita». E per Paolo Menchini (Movimento 5 Stelle) la sua approvazione andrebbe a «ledere quell’indipendenza culturale, intima e spirituale, di quelle persone che non si riconoscono in nessuna fede». La mozione in merito “all’opportunità di allestire per il prossimo natale un presepe nelle scuole e nel palazzo comunale”, comunque, è passata dal consiglio comunale con 22 voti favorevoli e 2 non votanti.

Ad aprire la discussione durante il Consiglio comunale del 29 novembre, il relatore Marco Battistini, che ha dato lettura della mozione con la quale si impegna il sindaco e l’assessore Nadia Marnica ad “attivarsi nei limiti delle competenze perché in ogni scuola di ogni ordine e grado” venga allestito il presepe “testimonianza dei valori occidentali e dell’identità culturale di cui oggi giorno soprattutto nei giovani si avverte un senso di smarrimento”. «Non è successo a Massa – ha detto Battistini – ma ho letto di recite di Natale cancellate e alberi addobbati rimossi dalle piazze per non urtare la sensibilità di qualcuno. Se ci fossero stati degli indirizzi così non si sarebbe andati incontro a questi tipo di eventi».

L’argomento è noto: fare o non fare il presepe nelle scuole? Il suo allestimento potrebbe significare unione e inclusione o divisione ed esclusione? E per quali ragioni l’amministrazione chiede di affrontare questo dibattito dentro le mura di palazzo civico? La discussione è aperta.

Agostino Incoronato (Uniti per la città): «Un modo per politicizzare il Natale. Poi cosa faremo? Lo faremo con la pasqua e con la befana? Con tutte le cose che abbiamo da fare a Massa, parliamo del fatto che il sindaco deve scrivere alle scuole e sollecitare che facciano il presepe. Ma lo fanno già il presepe. Ci fossero scuole musulmane nel comune lo capirei, ma non ci sono. Ecco perché non ho partecipato in commissione e non parteciperò al voto in aula».

Il consigliere Giovanbattista Ronchieri (Forza Italia) presenta un emendamento per inserire l’allestimento del presepe anche a palazzo comunale.

Piergiuseppe Cagetti (Persiani Sindaco)«L’importanza è fondamentale: in questi 10 anni sono successe moltissime cose. Bisogna ribadire le nostre radici laico cristiane e riaffermare i nostri principi e la nostra tolleranza. In particolare le persone del mondo musulmano integralista devono accettare le regole occidentali. Togliere il crocifisso è una violenza a tutto il mondo occidentale. Io sono laico, le mie origini sono illuministiche, ma oggi dobbiamo difendere le nostre tradizioni contro l’integralismo salafita».

Stefano Alberti (Partito Democratico): «Mi stupisce che uno che viene da un passato socialista parli di guerra integralista. E si riferisce a 2 milioni di musulmani che vivono in Italia. C’è bisogno di dialogo, non di alzare i muri. Non ho votato e non voterò perché rispetto tutte le religioni, ma nessuno può mettere un cappello sopra il presepe. In questo comune non si sono mai alzati steccati su questi argomenti. E non si dica che è tradizione, perché è anche simbologia religiosa».

Filippo Frugoli (Lega): «Non si tratta di politicizzare il natale, ma di cercare di mantenere quelle che sono le nostre culture. Voglio rimarcare il fatto che siamo in una situazione sociale in cui molti comuni della sinistra hanno dovuto adeguare le loro tradizioni, fino ad arrivare a portare il pollo nelle mense. Non siamo noi che dobbiamo adeguarci a loro, questa è la nostra cultura e il nostro sistema. Sì a Massa non ci sono stati casi, ma è giusto rimarcare quanto l’amministrazione tenga alle proprie origini. Vorrei fare una proposta extra alla mozione: a Manarola c’è un presepe che attrae moltissimi turisti. Credo che il presepe potrebbe diventare un modo per portare turismo».

Paolo Menchini (Movimento Cinque Stelle): «Questa mozione non è un obbligo perché non è nelle nostre possibilità. Emerge una contrapposizione di mondi: oriente e occidente. Ma ci siamo dimenticati di italianissimi che non credono in Dio. I non credenti in Italia sono il 23% della popolazione. Con questa mozione andiamo a ledere quell’indipendenza culturale, intima, spirituale, di quelle persone che non si riconoscono in nessuna fede. Vorrei che ci fosse una mozione tutti i giorni riguardo la scuola, io avevo ne avevo presentata una per portare il distributore dei preservativi dentro gli istituti scolastici ed è stata rifiutata. E lo stesso è successo la settimana scorsa per la mozione sull’educazione civica nelle scuole, l’educazione civica: credo che i valori li dovremmo riscoprire lì».

Alessandro Amorese (Fratelli d’Italia): «Una mozione apprezzata e condivisa come Fratelli d’Italia in quanto laica. Come tale andrebbe sottoscritta da ogni italiano: la vera integrazione è la conoscenza, il rispetto, la reciprocità, valori presenti nella nostra Costituzione. La vera integrazione per chi arriva in un altro continente è il rispetto reciproco. Questo è il confronto, la conoscenza. Non andrei in un paese dove vengono annullate tutte le religioni per farmi una favore. Altrimenti dall’integrazione si passa alla disintegrazione».

Gabriele Carioli (Partito Democratico): «Una mozione pretestuosa che casualmente è stata presentata in tutti comuni che state governando. In questa città ci sono diversi presepi: a Gronda, a Cinquale. Facciamolo noi allora il presepe, il presepe vivente, io mi metto a disposizione. Non so poi in che scuole andate, ma a Massa lo fanno già. Lo fanno in tutte le famiglie, anche quelle che non credono. Con questa mozione si va a imporre qualcosa che viene già fatto».

Dina Dell’Ertole (Alternativa Civica): «Bisogna che ci accapigliamo per il presepe? Per me ha un significato profondo, di fede, non solo folkloristico turistico. Ovunque ci giriamo troviamo il presepe, stiamo al tema: vedo un’amministrazione che vuole esprimere una visione, dire che ritiene importante il presepe con tutti i suoi significati. A me non interessa strumentalizzare la capanna, chi metteremmo fuori e chi metteremmo dentro. Il significato del presepe è l’inclusione e io non permetto a nessuno di sciuparlo. Il limite che avrei fatto sarebbe stato quello di promuovere in maniera perentoria quello che è il fare il presepe, per esempio avrei chiesto che il comune patrocinasse quelli allestiti in città. O avrei fatto un premio per il miglior presepe».

Luana Mencarelli (Movimento Cinque Stelle): «In questa mozione si parla di sentimenti bellissimi, ma le parole che sono state espresse vanno in altra direzione. È una mozione senza coraggio? Volevate dire o con noi o fuori? Quando si parla di uguaglianza per voi cosa significa? Che gli altri devono essere uguali a noi? Nella mozione si parla di tolleranza e pace ma non è questo che state portando avanti».

Prima della votazione escono dall’aula i consiglieri Stefano Alberti, Gabriele Carioli e Agostino Incoronato. Ad intervenire anche il sindaco Francesco Persiani: «Non credevo in un dibattito così approfondito e condiviso da tutto il consiglio comunale. Io credo che i valori della tradizione italiana vanno condivisi tutti. E con questo non siamo integralisti, ma qui siamo in Italia, e riteniamo che nelle scuole questi simboli debbano esserci. Il crocifisso ce l’ho portato io nella stanza del sindaco. Quello che diciamo lo mettiamo in pratica, e poi perché per non offendere qualcuno dovrei rinunciare alla mia di tradizione? Il presepe non può offendere nessuno perché è una presenza che ha un significato di tradizione italiana, storica e familiare. Non è così scontato che in tutte le scuole si faccia. È una mozione che ha un suo perché, non è contro nessuno ma è a favore delle nostre usanze popolari».

A partecipare al voto 24 consiglieri: 22 favorevoli (tutta la maggioranza e Alternativa Civica) e 2 non votanti (Movimento Cinque Stelle).

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