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«Una strada per Ubaldo Bellugi». Amorese presenta la mozione

Intanto il presidente del Consiglio Benedetti vuole il busto del partigiano Vico fuori da Palazzo civico: «Vista da sinistra la storia è sempre stata a senso unico»

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«Una strada intitolata a Ubaldo Bellugi». La richiesta arriva dal capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale a Massa, Alessandro Amorese, il quale ha presentato una mozione che, visto quanto accaduto in passato, potrebbe causare non poche polemiche. L’anno scorso, infatti, sulla questione era intervenuta l’Anpi che aveva urlato il suo “no” all’intitolazione di piazze o strade a Bellugi.

«Nel 2019 – scrive il consigliere di maggioranza – ricorrerà il centoventesimo anniversario della nascita di Ubaldo Bellugi. Letterato, commediografo, drammaturgo, poeta e politico. In decenni di produzione artistica ha realizzato opere teatrali e poetiche, è stato autore di fiabe per bambini, facendo anche conoscere al grande pubblico il nostro dialetto. Le sue principali commedie ed opere poetiche sono infatti scritte in ‘massese’ ed apprezzate anche da illustri autori teatrali. Bellugi è stato poi anche un ottimo amministratore e la sua attività fu essenziale per lo sviluppo di Massa. Ha ricoperto il ruolo di Podestà dal 1927 al 1938, dando alla città un aspetto ed una funzionalità moderna, con durature e innovative opere pubbliche».

«A nome del gruppo di Fratelli d’Italia – ho presentato una mozione affinché venga finalmente dedicata una strada, una piazza o un parco a Ubaldo Bellugi, il più grande uomo di cultura che la storia della nostra città abbia espresso e che si merita quindi questo atto di giustizia storica, affinché venga, anche con questa intitolazione, celebrato negli anni a venire e la sua importanza tramandata di generazione in generazione. È poi necessario un percorso storico e culturale che faccia conoscere nella sua interezza la grandezza del personaggio e della sua produzione artistica, partendo dalle scuole di ogni ordine e grado».

BENEDETTI: «DEVE CAMBIARE IL MODO DI GESTIRE LA STORIA LOCALE»
E dalle file della maggioranza, in ambito storico-culturale, arriva la nota del presidente del Consiglio comunale, Stefano Benedetti. «Cambiano le amministrazioni – scrive Benedetti – e di conseguenza cambia il modo di gestire il patrimonio pubblico, la comunità e anche la storia. Infatti la storia vista da sinistra è sempre stata a senso unico, parziale e molte volte infarcita di verità nascoste che negli anni lentamente sono venute alla luce. Per noi invece la storia non deve essere interpretata, di parte e faziosa, ma letta e raccontata con la giusta onestà intellettuale, ma, soprattutto, quando si parla di guerra civile italiana, che ancora oggi è spesso al centro dei dibattiti e delle commemorazioni, diciamo che deve essere condivisa, giusti, sbagliati, vinti e vincitori appartengono solo alla storia ed anche la fede cristiana ci impone d’altronde la pietà per tutti i morti a prescindere che siano partigiani giusti o assassini, fascisti giusti o assassini, tutti i morti su un unico piano. Quello che conta adesso è il futuro rappresentato dalle giovani generazioni, con i suoi valori e ideali che oggi sono più moderni e meno tradizionali, non ancorati a quegli odii che dal dopo guerra ad oggi hanno occupato una parte rilevante nei dibattiti e dei confronti pubblici, organizzati da associazioni come L’Anpi che attualmente non hanno più motivo di esistere se non attraverso iniziative culturali e conservazione di archivi storici, ma che economicamente devono viaggiare con le proprie gambe e non con quelle della comunità, come ad esempio è sempre stato per L’Anpi di Massa. Ricordo che non più tardi di qualche mese fa, in piena campagna elettorale, la giunta Volpi ha deliberato migliaia di euro di contributi a questa associazione che dispone già di una sede e di un grande fondo che doveva essere adibito a museo della Resistenza e che invece è ridotto a solo archivio storico, che di museo ha ben poco se non il nome. Nel merito, credo che L’Anpi dovrebbe realizzare davvero qualcosa di importante e storico in quella struttura, altrimenti dovremmo recuperarla per utilizzarla per altri fini utili ai cittadini. La statua del Comandante Partigiano Vico (Alfredo Gianardi), ad esempio, posta all’ingresso del Comune di Massa, potrebbe trovare una giusta collocazione in quel museo che ogni cittadino potrebbe visitare per propria scelta, anche perché sembra essere una contraddizione l’accostamento di un busto simbolo, comunque, di una guerra civile, che si è macchiata di stragi naziste ed anche omicidi da parte dei partigiani, con il Crocifisso simbolo di Pace, appeso nell’atrio, tra l’altro, dal sottoscritto e donato al comune da un convento cristiano.
Non voglio certo censurare la storia o cancellare la “Liberazione“, la medaglia d’oro al Valor Civile, lo sfollamento della città, o la distruzione e le stragi naziste, ma fornire un contributo concreto per avviare un percorso di Pacificazione storica e soprattutto continuare a concepire il comune come la casa di tutti i cittadini a prescindere dalle appartenenze politiche, partitiche e dalle ideologie. In qualità di Presidente del Consiglio Comunale mi attiverò affinché il busto del Comandante Vico sia restaurato e pulito per poi essere collocato nel suo habitat naturale, quel Museo della Resistenza, che ad oggi è solo un archivio abbandonato, non frequentato e mal utilizzato. Per quanto riguarda L’Anpi pur rispettando il lavoro svolto in questi anni, senza mai aver condiviso i tanti soldi pubblici che gli sono sempre stati elargiti, credo che il Comune di Massa non dovrebbe più foraggiarlo e ripeto che questa associazione se vuole davvero sopravvivere deve iniziare ad autofinanziarsi con i soci e con tutti coloro che si interessano di storia locale, di liberazione e partigiani, come d’altronde succede per tutte le associazioni che operano sul territorio. Il cambiamento della nuova amministrazione Comunale deve partire anche da questo».

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