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Morti sul lavoro, Nardi interroga Di Maio: «Servono provvedimenti»

La deputata massese del Pd: «Il governo tuteli i diritti e promuova la sicurezza dei lavoratori»

La deputata Pd Martina Nardi scrive al ministro del lavoro Luigi Di Maio per sollecitare una nuova discussione e nuovi provvedimenti in materia di sicurezza sul lavoro. L’interrogazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, è stata depositata dopo la morte di un operaio, addetto alla movimentazione dei blocchi di marmo, con un contratto di sei giorni, avvenuta in un piazzale al piano di Marina di Carrara e dopo l’allarme lanciato dai sindacati, pronti alla denuncia per “sfruttamento del lavoro”.

“Chiedo al ministro – dice la Nardi nell’interrogazione – se sia a conoscenza della presenza di fenomeni riconducibili al caporalato e al lavoro nero nell’ambiente delle cave di marmo e dei laboratori che si trovano a Massa-Carrara e quali interventi urgenti intenda assumere, per quanto di sua competenza, per tutelare i diritti e promuovere la sicurezza dei lavoratori”

“Non si può far finta di niente – commenta la Nardi – le cave di marmo delle Alpi Apuane continuano ad essere luoghi di incidenti sul lavoro mortali, l’ultimo in ordine di tempo è un lavoratore di 37 anni, con un contratto di 6 giorni, che ha perso la vita l’11 luglio 2018; il Governo non può fingere di non aver saputo che alcune associazioni sindacali hanno denunciato, a mezzo stampa, che tali tragici episodi sarebbero spesso causati dallo sfruttamento dei lavoratori e da aziende che ricorrerebbero anche al lavoro a cottimo, facendo dipendere le retribuzioni dal numero di lastre di marmo stoccate”

E ancora: “Sempre secondo i sindacati, a fianco dei lavoratori regolari, vi sarebbero numerosi operai non specializzati e non correttamente formati, assunti temporaneamente, e quindi non in grado di utilizzare i macchinari tecnologici presenti nelle cave”.

La Nardi ricorda al ministro anche che “gli incidenti sul lavoro nelle cave continuano a verificarsi nonostante l’apposita task force della Regione Toscana, che dal 1 giugno 2016 al 31 dicembre 2017 ha permesso 1.309 controlli in 170 cave e 540 controlli nei laboratori per la lavorazione del marmo”. “Ovviamente non basta e c’è bisogno che anche il Governo metta testa su questo problema che sta diventando una strage di lavoratori”.