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Microspie in Comune? È polemica contro Benedetti

Martina Nardi: «Il primo atto del nuovo corso in Comune». Obiettivo Massa: «Il neo presidente del Consiglio comunale vede fantasmi ovunque»

Non ha lasciato indifferenti la richiesta del nuovo presidente del Consiglio comunale di Massa, Stefano Benedetti, di bonificare gli uffici dall’eventuale presenza di microspie. I media nazionali ne hanno iniziato a parlare e anche a livello locale sulla questione interviene Obiettivo Massa, la lista civica di Stefano Caruso che si presentò al primo turno elettorale a sostegno di Sergio Menchini, ma che al secondo turno indicò di votare per il sindaco uscente Alessandro Volpi. La deputata massese Martina Nardi commenta invece con un post «senza commento»: «Bene, questo è il primo atto del nuovo corso in Comune… constatazione senza commento».

«Le dichiarazioni rilasciate dal neo presidente del Consiglio del Comune di Massa – ha scritto in una nota Tiziana Fialdini, presidente di Obiettivo Massa – lasciano sbalorditi in merito all’atteggiamento di procurato allarme che, a quanto pare, non lo abbandona.
Il “sensazionalismo” lo porta a vedere fantasmi ovunque fino a dichiarare di essere “spiato”; perché, ci si domanda, cosa deve nascondere tanto da temere di essere controllato? Ma al di là della solita boutade, preme stigmatizzare come la dichiarazione rilasciata sul suo primo atto da Presidente del Consiglio, mascheri le reali intenzioni di questa amministrazione. Rivedere, o meglio, abolire un recentissimo Regolamento del Funzionamento del Consiglio Comunale, frutto di anni di lavoro della precedente commissione Statuto, lascia sottintendere che si voglia “blindare” ogni possibilità di intervento, lasciando poco margine alla discrezionalità del Consiglio, delegando il potere in mano a questa maggioranza “allargata” (come testimoniano i numeri) che si “canterà Messa” in totale autonomia. Un atto di mancanza di rispetto verso chi ha lavorato alacremente in precedenza, ma soprattutto un pericoloso gesto revisionista di chi vuole accentrare su di sé il totale controllo. L’ipotesi è avallata dal fatto che a proporla è proprio quel consigliere che, nella precedente consigliatura, non si è mai visto in commissione Statuto (i dati lo dimostrano), rinunciando a partecipare e, di conseguenza, dare un contributo alla stesura dello Statuto del Comune di Massa e del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale.
Come può, adesso, proporre di modificare o abolire ciò che prima ha letteralmente ignorato, sottraendosi anche al suo ruolo istituzionale di consigliere comunale, se non in virtù di un qualcosa che poco ha a che fare con la partecipazione condivisa ma molto sull’autonomia decisionale dettata dall’arroganza dei numeri? Un film già visto e chi auspicava un cambiamento, adesso dovrà necessariamente subire con maggiore veemenza l’atteggiamento del lupo mascherato da agnello».