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Contratto cavatori: lunedì riparte la trattativa ma la lotta continua foto

Clima infuocato in Comune. Gozzani: «Amministrazione non può essere neutrale. De Pasquale prenda posizione». Giannarelli: «Siamo con la comunità»

Tra il sindaco De Pasquale e i lavoratori del lapideo c’è stato un confronto di fuoco. Lunedì 2 luglio si riapriranno le trattative: dopo aver incontrato il sindaco in mattinata, i lavoratori si sono spostati alla sede di Confindustria dove hanno strappato un primo appuntamento. Nel frattempo, la lotta continua: domani, sabato, saranno a Miseglia a bloccare la strada dei marmi per il terzo giorno di fila. Il tema è il rinnovo del contratto integrativo: il tavolo è saltato con la proposta degli industriali di un premio di 258 euro in 3 anni legato all’aumento della produzione, respinta in blocco da Cgil, Cisl e Uil. Così circa 200 lavoratori oggi hanno marciato dalla pesa di Miseglia alle soglie del Comune, bloccando il traffico all’incrocio tra via VII Luglio e via Cavour finché il sindaco non li ha ricevutiIl primo cittadino, accompagnato dal consigliere Daniele Del Nero, ha accolto la folla in fermento in sala di rappresentanza. “Non ho molto da dire – ha esordito – sono stati il vicesindaco Martinelli e l’assessore Trivelli a confrontarsi con Assindustria lo scorso giovedì: gli industriali sono disponibili a riaprire le trattative.” Un’eventualità di cui la nota di Assindustria tuttavia non faceva menzione.
La replica di Roberto Venturini di Fillea Cgil è dura: “Abbiamo aspettato fino all’ultimo minuto di essere convocati, ma Trivelli ci ha detto che non c’erano novità. Non possiamo ricevere le notizie per vie traverse: chiediamo che il Comune ci rispetti e ci riconosca, altrimenti si renderà complice di Lucchetti nel tentativo di delegittimarci. Il sindaco batta un colpo, altrimenti saremo noi a farlo.”

A una netta presa di posizione il sindaco ha preferito portare il discorso su binari noti: “Stiamo lavorando su regolamento degli agri marmiferi, metodo di tariffazione, piano attuativo dei bacini marmiferi, tracciabilità, beni estimati. Ci stiamo mettendo la faccia.” Borbottii di dissenso: le parole di De Pasquale vengono percepite come una divagazione. Dagli spalti si alza una voce, quella di Stefano Rossi: “Noi ci mettiamo la faccia da 40 anni.” Il sindaco insiste: “Qualcuno ci ha proposto di togliere le concessioni: non possiamo, il tribunale di Massa ha stabilito che le cave sono private.” Il pubblico rumoreggia: “Non avete l’autorità di revocare le concessioni lavorative? Avete lasciato le cave in mano ai datori di lavoro.”

Francesco Fulignani di Feneal Uil ha ricordato lo sciopero del 6 luglio 2015, legato come quello odierno al rinnovo dell’integrativo del lapideo: “L’ex sindaco Zubbani si fece subito carico del problema: la sera del 7 luglio eravamo di nuovo al tavolo. Qualche strumento di ricatto l’avrà avuto. La cave saranno pur private, ma i voti sono i nostri.” Insoddisfatto anche Paolo Gozzani di Cgil: “Non si può dire che i padroni non ascoltino l’amministrazione, né che oggi l’amministrazione sia neutrale rispetto a questa partita.”

Al consigliere regionale Giacomo Giannarelli la definizione non va giù: “Non siamo neutrali, faremo di tutto perché il tavolo venga riconvocato. Siamo dalla parte della comunità, altrimenti il Movimento non avrebbe vinto. Lo dimostra la mia proposta di legge sui beni estimati. Non fatevi ingannare dai modi miti del sindaco.”

Anche l’intervento del consigliere Del Nero dura poco. Walter Giorgieri di Campolonghi impugna il microfono e si rivolge al sindaco: “Chiami Assindustria, altrimenti continueremo a bloccare. Siamo stufi.” Rossi batte i pugni sul tavolo, alza la voce. Si alzano anche i toni. La carica dei 200 decide di spostarsi alla sede di Confindustria mentre il sindaco si ritira per parlare con Erich Lucchetti; si farà risentire telefonicamente. I sindacati si rivolgono a Paolo Baldini, che consulta gli industriali assenti. Alla fine strappano una data e un’ora per il prossimo incontro: Lunedì alle 15. Lo sciopero, nel frattempo, proseguirà.