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Abrogati i consigli dei cittadini: ecco com’è andata

Animata discussione in consiglio comunale su un'eutanasia annunciata, da settimane al centro del dibattito politico

Il consiglio comunale di Mercoledì 30 ha sancito la fine dei consigli dei cittadini, al centro del dibattito politico delle ultime settimane. La consigliera di maggioranza Elisa Serponi ha chiarito nuovamente a nome della maggioranza le motivazioni tecniche che hanno condotto all’abrogazione dei consigli in questo frangente, come la già menzionata scadenza di 45 giorni per la convocazione dei comizi elettorali in caso di nuove elezioni. “Il regolamento aveva delle lacune: da un lato consentiva che una parte della cittadinanza non fosse rappresentata, com’è avvenuto con la mancata elezione del primo consiglio dei paesi a monte, d’altra parte attribuiva ai soli consigli eletti importanti funzioni consultivi in ordine agli strumenti di governo del territorio e previsionali di bilancio. Non abbiamo intenzione di avallare una disparità tra cittadini.”

Andrea Vannucci ha nuovamente espresso la propria contrarietà a tale decisione: “In un primo tempo l’orientamento della maggioranza non era vago, come emerge dai verbali delle relative commissioni. Tutte le giustificazioni aggiuntive – la carenza di rappresentatività dell’organo, la difficoltà dell’avere un consiglio che ha contato su un sistema di rappresentanza modesto, le difficoltà operative – non sono il punto, altrimenti sarebbe bastato apportare delle misure correttive: il tema è ideologico. Noi riteniamo che si stia commettendo un errore, perché uno strumento di decentramento in questo Comune sarebbe stato utile; semmai si sarebbe potuto farlo prima e meglio, e in questo mi assumo la mia parte di responsabilità. Faccio i miei complimenti a chi ci ha provato nonostante le nostre mancanze. Questa tanto decantata democrazia diretta, non si capisce che voglia dire, se diretta da qualcuno o legata al soggetto rappresentato.”

Un secondo parere contrario è stato espresso anche da Andrea Zanetti (PD): “Apprezzo l’ammissione di responsabilità del consigliere Vannucci. La genesi dei consigli è stata questa: a seguito della chiusura delle circoscrizioni dovuta alla finanziaria, decidemmo di aprire una discussione interna al consiglio comunale rispetto al tema della partecipazione e del decentramento amministrativo. L’idea era di mettere in campo una proposta alternativa che migliorasse il funzionamento delle circoscrizioni. Il regolamento dei consigli non è stato scritto “dall’alto”, ma frutto di un processo partecipativo, quello della giuria popolare: lo stesso utilizzato per il waterfront. Appare evidente come da una parte e dall’altra vi sono elementi di carattere personale trasversali che inquinano la discussione. Perché allora non riscrivere il regolamento inserendo elementi di novità sul fronte partecipazione? “

La proposta è stata respinta al mittente dal consigliere Daniele Del Nero: “La nostra idea di democrazia diretta si colloca necessariamente al di sotto delle attuali assemblee di natura elettiva. Siamo convinti che saremo capaci, nel tempo, di mettere in campo degli strumenti utili. Rispettiamo coloro che si sono fatti parte attiva dei consigli. Noi non vogliamo “annullare l’opposizione”, come si è detto; tuttavia, ci fa specie che degli organismi nati come strumenti di rappresentanza abbiano assunto i connotati di organismi di opposizione. Il fatto che lo stesso presidente Matteo Renzi abbia lamentato, al suo arrivo a Massa della chiusura delle circoscrizioni in cui “ha vinto il PD” mostra come i consigli fossero politicizzati. Noi attendiamo con favore la nascita di eventuali comitati, sventolata come una minaccia”.