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Il ministro Minniti in città: "Non dobbiamo cedere alla paura"

Nella sala dell'Autorità portuale confronto con Andrea Zanetti sul tema della sicurezza

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Marina di Carrara – La sala dell’Autorità portuale di Marina di Carrara gremita per l’incontro col ministro Marco Minniti. Ieri pomeriggio ha avuto luogo un confronto tra il ministro e il candidato sindaco Andrea Zanetti sul tema della sicurezza.

“Ringrazio Minniti per la fermezza con cui guida il suo dicastero – ha esordito il commissario del PD regionale Gianni Anselmi – e ad Andrea Zanetti per la serietà con cui ha condotto una campagna elettorale accidentata. Stamane in tribunale abbiamo dimostrato la legittimità della sua candidatura: Andrea si è dimostrato un candidato profondamente radicato e tutt’altro che imposto”.

Il commissario ha poi ceduto la parola ad Andrea Zanetti, che ha a sua volta ringraziato il ministro. “Sul tema della sicurezza – ha dichiarato il candidato dem – questa volta ci è stata chiesta più attenzione. La nostra è una città attraversata da profonde lacerazioni, vi sono elementi di insicurezza reale e percepita”. Con allusione ai provvedimenti del ministro Minniti, l’aspirante primo cittadino ha affermato: “Per essere sicura, una piazza ha certamente bisogno d’essere presidiata, ma soprattutto popolata. Saremo tra i primi comuni ad applicare il decreto Minniti”.

Il riferimento è al decreto approvato dal Consiglio dei ministri il 9 febbraio su proposta del ministro dell’interno: un patto tra prefetto e sindaci contro il degrado urbano. Qualcosa di simile al “Daspo” in vigore negli stadi: chi deturpa zone urbane di prestigio rischia l’allontanamento fino a 12 mesi, chi spaccia stupefacenti nei locali da 1 a 5 anni. Oltre alle sanzioni pecuniarie da 300 a 900 euro.

Minniti è salito sul palco tra gli applausi. “Vi ringrazio per la straordinaria presenza – ha detto il membro del Consiglio – che fuga ogni dubbio sul fatto che la partita elettorale sia tutta da giocare”. Il ministro ha ripercorso gli eventi degli ultimi giorni: “Una chiara sfida ci attende: c’è un filo rosso che lega l’attentato a Manchester, quello agli autobus copti in Egitto, e i luttuosi eventi di Baghdad, Kabul, Londra, Melbourne, Parigi e Teheran. Vedo un punto di connessione evidente coi fatti di Torino: non investigativo, ma emotivo”. Nel capoluogo piemontese era scoppiato il panico per il crollo di un parapetto in piazza san Carlo durante la finale di Champions. “Arriva un messaggio chiaro – ha proseguito Minniti – da parte di chi gestisce la campagna del terrore nel mondo: colpiamo con sprezzo di ogni valore di umanità, e altrove arriviamo con la paura. Qui si gioca un pezzo non piccolo del futuro della democrazia. Vedremo cosa emergerà dal voto nel Regno Unito”.

“Nella legge si parla di sicurezza come di un bene comune – ha spiegato il ministro – una persona abbiente può garantire da sola la propria sicurezza, ma noi dobbiamo stare dalla parte dei più deboli. Quello è il nostro popolo, che ci voti o no”.

Il membro del governo è poi intervenuto sul futuro della nostra città: “Mettendo in campo questo processo legislativo avevamo in mente un modello di sicurezza a contatto con le popolazioni locali. Serve qualcuno che conosca Carrara profondamente. Le statistiche ci dimostrano che i reati sono in diminuzione, ma a un sentimento non si risponde con le statistiche. Il decreto prevede piccole norme che gestiremo con Zanetti. Penso che l’allontanamento di chi abbruttisce la città o spaccia nei locali non sia una misura repressiva, ma a difesa dei nostri figli”.

“Il terrorismo vorrebbe che rispondessimo con mezzi straordinari – ha dichiarato Minniti – io prediligo le armi della democrazia. In questi ultimi mesi abbiamo avuto il G7 a Taormina e il sessantesimo anniversario della firma dei trattati di Roma: nulla è accaduto. Alla cerimonia romana sono stati presenti 27 capi di stato, e in un pomeriggio si sono tenuti 5 cortei: li abbiamo consentiti e gestiti tutti. Sarebbe stato più facile chiudermi in Viminale e fare un decreto. Invece la mia idea di democrazia è che ognuno possa esprimere la propria opinione, anche nella maniera più radicale possibile. Purché non usi la violenza”.

“Se Andrea sarà sindaco di Carrara, come penso – ha concluso il ministro – lavoreremo insieme”.

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