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“Numeri in pillole” del 30 novembre: vicini al picco dei decessi. Riflessioni su cause e metodi di contenimento

Pubblichiamo l’analisi dei dati del 30 novembre a cura del dottor Paolo Spada, tratto da Pillole di Ottimismo.

NUMERI IN PILLOLE – Aggiornamento del 30/11/2020 – Paolo Spada
🇮🇹 In vista del picco dei decessi, proseguono le riflessioni sulle cause, e sui metodi di contenimento.
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Buonasera e ben ritrovati.
Come sempre a questo link i GRAFICI aggiornati pochi minuti fa: https://public.flourish.studio/story/435616/, che trovate anche su https://ilsegnalatore.info, insieme a questo commento, per chi non fosse su Fb.
Ecco i dati salienti di oggi in ITALIA:
💊 Sono 16377 i NUOVI POSITIVI, su 130524 TAMPONI (12,5%) e 64252 PERSONE TESTATE (25,49%)*.
Negli ultimi sette giorni abbiamo avuto in media 24252 nuovi positivi al giorno, ossia -8021 casi al giorno rispetto ai sette giorni precedenti (ieri era -7719).
La variazione dei nuovi casi registrati in questi ultimi sette giorni, rispetto ai sette precedenti, è stata pari a -24,9% (ieri era -23,5%, il giorno prima -22%, prima ancora -19,3%, -16,8%, -14,5%, -10,6%. Per intenderci: quando il valore è pari a 0% significa che il numero di nuovi casi rimane costante, se negativo significa che la curva è in discesa).
Siamo a 284 nuovi positivi ogni 100.000 abitanti/settimana. Per confronto, in Europa: Spagna: 181, Francia: 177, Regno Unito: 186, Germania: 152, Paesi Bassi: 205, Belgio: 167, Austria: 422, Svezia: 317, Romania: 287, Portogallo: 377, Polonia: 358, Rep.Ceca: 280 (fonte ECDC, media delle ultime due settimane, ultimo aggiornamento oggi, 30/11/2020).
Tra le Regioni italiane si segnalano: Friuli VG: 462; Bolzano: 436; Veneto: 415; Piemonte: 372; Emilia Romagna: 336; Valle d’Aosta: 323; Lombardia: 307; Campania: 291; Trento: 279.
*Il rapporto positivi/tamponi include i controlli ripetuti, per cui da sempre preferiamo considerare il rapporto positivi/persone testate. Entrambi tuttavia ora si alzano anche per via dell’uso dei test rapidi antigenici, di norma non contati come tamponi, ma confermati con l’esame molecolare quando positivi. Viceversa, da qualche giorno alcune Regioni hanno cominciato a mettere nel conto dei tamponi anche i test antigenici rapidi, o alcuni di essi, per cui il dato appare al momento poco affidabile.
💊 Oggi +337 RICOVERI, -9 TERAPIE INTENSIVE, e 672 DECESSI.
Abbiamo attualmente 33187 pazienti RICOVERATI IN REPARTO, pari al 49% dei posti letto attualmente disponibili (67957, fonte: AGENAS, aggiornamento 28/11/2020). Negli ultimi 7 giorni la variazione media del numero di pazienti ricoverati è stata pari a -216 pazienti al giorno (era +309 nei sette giorni precedenti). Dunque l’aumento percentuale complessivo sul totale dei pazienti ricoverati in questi sette giorni è stato -4,4%, mentre la variazione nei sette giorni rispetto ai sette precedenti, è stata pari a -169,9% (ieri era -164%, il giorno prima -128,7%, prima ancora -109%, -88,5%, -80,1%, -66,2%. Per intenderci: quando il valore è pari a 0% significa che il numero di nuovi ricoveri è costante, quando è negativo significa che si riduce).
I pazienti in TERAPIA INTENSIVA sono complessivamente 3744, pari al 43% dei posti letto attualmente disponibili (8749, fonte: AGENAS, aggiornamento 28/11/2020). Negli ultimi sette giorni la variazione media dei pazienti in Terapia Intensiva è stata di -9 pazienti al giorno (era +45 nei sette giorni precedenti). Dunque l’aumento percentuale complessivo sul totale dei pazienti in TI in questi sette giorni è stato -1,7%, mentre la variazione nei sette giorni rispetto ai sette precedenti, è stata pari a -120,8% (ieri era -112,7%, il giorno prima -99,1%, prima ancora -93,4%, -75,3%, -69,8%, -68,2%).
In media abbiamo avuto in Italia 732 DECESSI al giorno negli ultimi sette giorni, e 674 nei sette giorni precedenti. La variazione dei decessi in questi ultimi sette giorni, rispetto ai sette precedenti, è stata pari a +8,5% (ieri era +10,6%, il giorno prima +11,4%, prima ancora +15,3%, +16,3%, +12,8%, +17,1%. Di nuovo: quando il valore è pari a 0% significa che il numero di decessi rimane costante, se negativo significa che la curva è in discesa).
In sette giorni abbiamo avuto 8,56 decessi ogni 100.000 abitanti. In Spagna: 4,15, Francia: 5,8, Regno Unito: 4,75, Germania: 2,25, Paesi Bassi: 2,5, Belgio: 8,6, Austria: 6,9, Svezia: 1,75, Romania: 5,85, Portogallo: 5,1, Polonia: 8,8, Rep.Ceca: 9,05 (fonte ECDC, media delle ultime due settimane, ultimo aggiornamento oggi, 30/11/2020).
📊 Trovate questi e molti altri dati nelle slide, tra cui anche quelli sull’ETA’ e sullo STATO CLINICO dei pazienti, che ricaviamo rielaborando periodicamente le tabelle mostrate nella dashboard di ISS, riferite ai casi degli ULTIMI 30 GIORNI.
🔵 I numeri dei decessi sui sette giorni restano ai massimi livelli, e mentre ci aspettiamo di superare il picco in settimana, duole vedere il confronto con le altre nazioni europee, sopra riportato. Teniamo conto comunque che qui si tratta del nostro massimo tasso di mortalità ogni 100.000 abitanti, mentre la gran parte degli altri Paesi ha già superato quella fase. Non possiamo dubitare di vedere scendere anche questo triste primato, speriamo abbastanza in fretta, anche se dobbiamo mettere in conto che, come visto dopo la prima ondata, all’infezione si attribuiranno nelle prossime settimane – giusto o meno che sia – molti percorsi più lunghi di malattia, che attraverso un calvario di complicazioni e scadimento delle condizioni generali, portano il paziente ad exitus. Di nuovo, il confronto con altri Paesi, che pongono a 28 o 30 giorni dall’infezione la soglia massima di tempo per poter attribuire il decesso a COVID-19, non ci premierà sulle statistiche, ma non mi pare di doverne fare una questione rilevante: basta saperlo, e consolarsi con ciò almeno in parte, senza dover peraltro dubitare che la malattia virale abbia effettivamente avviato un processo morboso che ha alterato l’equilibrio sottile di un soggetto probabilmente anziano, fragile, e predisposto. Quale potesse essere la prospettiva di quel paziente in assenza dell’evento infettivo è sempre difficile da definire, sebbene venga spesso sottostimata, ma è indiscutibile che le epidemie svolgano un’azione di anticipazione della mortalità altrimenti distribuita più uniformemente nei mesi successivi, fenomeno che gli epidemiologi – con cinica metafora – chiamano harvesting (mietitura). L’eccesso di mortalità rispetto ad analoghi periodi degli anni scorsi verrà valutato anche per le settimane che stiamo vivendo, e sarà probabilmente ben visibile nell’andamento delle curve. Siamo almeno confidenti che non vi sarà l’aggiunta di quei tanti decessi che nella prima ondata furono individuati solo proprio grazie all’analisi delle cancellazioni anagrafiche, poiché non inclusi nei numeri ufficiali della sorveglianza COVID-19. Per quanto modesto e insoddisfacente, qualche miglioramento c’è stato nella nostra risposta alla seconda ondata, e l’analisi delle cause deve essere di aiuto per ridurre le probabilità che altre ne arrivino, o per mitigarne ulteriormente il potenziale.
Per questo insisto anche stasera sull’osservazione delle curve confrontate con le misure messe in campo, e ho aggiunto un’altra slide dopo la numero 3 (che è stata apprezzata, ha avviato interessanti discussioni su questa pagina e attirato l’interesse di diversi giornalisti). La successiva mostra l’andamento degli aumenti percentuali sui sette giorni, sempre in confronto ai provvedimenti di contenimento: è un modo ancora più esplicito per verificare quanto questi abbiano inciso sul rallentamento del contagio, che nella maggioranza delle regioni è avvenuto per massima parte prima dell’istituzione, e soprattutto prima dell’efficacia, delle zone “colorate”. Ragioniamoci mentre la curva scende, tenendo conto che ogni ulteriore restrizione si pagherà, non solo in termini di debito pubblico, ma di cittadini che si aggiungeranno agli oltre 5 milioni di nostri connazionali (l’8,4% della popolazione) che vive in povertà assoluta (1 milione e 800 mila famiglie, pari al 7% dei nuclei familiari). Anche questi sono numeri.
Un caro saluto
Paolo Spada
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Numeri complessivi dell’epidemia ad oggi in Italia:
1601554 pazienti COVID-19, di cui 757507 guariti, 788471 attualmente positivi (33187 ricoverati in reparto, 3744 in Terapia Intensiva, 751540 in isolamento domiciliare), e 55576 pazienti deceduti.