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Virus, “Numeri in pillole” del 29 ottobre: elevata pressione sugli ospedali, il rischio della sottostima dei casi

Pubblichiamo l’analisi dei dati del 29 ottobre a cura del dottor Paolo Spada, tratto da Pillole di Ottimismo.

NUMERI IN PILLOLE – Aggiornamento del 29/10/2020 – Paolo Spada
🇮🇹 Permane elevata la pressione sugli ospedali. Il rischio della sottostima dei casi.
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Buonasera e ben ritrovati.
Come sempre a questo link i GRAFICI aggiornati pochi minuti fa: https://public.flourish.studio/story/435616/
Ecco i dati salienti di oggi in ITALIA:
💊 Sono 26831 i NUOVI POSITIVI, su 201452 TAMPONI (13,3%) e 118857 PERSONE TESTATE (22,57%)*.
Negli ultimi sette giorni abbiamo avuto in media 21553 nuovi positivi al giorno, ossia +9535 casi al giorno rispetto ai sette giorni precedenti (ieri era +9039).
L’aumento percentuale complessivo in questi ultimi sette giorni, rispetto ai sette precedenti, è stato pari al 79,3% (ieri era 82,3%).
Siamo a 250 nuovi positivi ogni 100.000 abitanti/settimana. Per confronto, in Europa: Spagna: 243, Francia: 340, Regno Unito: 216, Germania: 84, Paesi Bassi: 386, Belgio: 749, Austria: 184, Svezia: 80, Romania: 150, Portogallo: 181, Polonia: 207, Rep.Ceca: 741 (fonte ECDC, media delle ultime due settimane, ultimo aggiornamento oggi, 29/10/2020).
Tra le Regioni italiane si segnalano: Valle d’Aosta: 595; Lombardia: 389; Liguria: 384; Piemonte: 353; Umbria: 352; Toscana: 331; Trentino AA: 293; Campania: 291; Veneto: 238. Gli incrementi maggiori rispetto ai sette giorni precedenti si registrano in Marche (+147,3%), Friuli VG (+121%), Emilia Romagna (+97,8%), Lombardia (+95,5%), Toscana (+94,5%), Veneto (+93,7%), Molise (+88,5%), Abruzzo (+78,9%), e Piemonte (+78,8%).
📊 Nelle prime tre slide dei GRAFICI sono riportati, regione per regione, l’andamento dei nuovi positivi, quello dei tamponi, e l’andamento complessivo. Nelle slide 4-6 trovate inoltre la classifica mobile delle Regioni per casi positivi e persone testate ogni 100.000 abitanti negli ultimi 30 giorni. Alle slide 14-18 sono le MAPPE per provincia (casi, incrementi sul totale, e incidenza per 100.000 abitanti).
*Va considerato che i rapporti positivi/tamponi e positivi/persone testate ora si alzano anche per via dell’uso dei test rapidi antigenici (non contati come tamponi, ma confermati con l’esame molecolare quando positivi).
💊 Oggi +983 RICOVERI, +115 TERAPIE INTENSIVE, e 217 DECESSI.
Abbiamo attualmente 15964 pazienti RICOVERATI IN REPARTO, pari al 55% del valore di picco (29010 il 4 aprile). Negli ultimi 7 giorni la variazione media del numero di pazienti ricoverati è stata pari a +896 pazienti al giorno (era +557 nei sette giorni precedenti). L’aumento percentuale complessivo è +67,4%.
I pazienti in TERAPIA INTENSIVA sono complessivamente 1651, pari al 40,6% del massimo valore raggiunto (4068, il 3 aprile). Attualmente la disponibilità in Italia è di circa 6500 posti letto di TI. Negli ultimi sette giorni la variazione media dei pazienti in Terapia Intensiva è stata di +94 pazienti al giorno (era +58 nei sette giorni precedenti). L’aumento percentuale complessivo è +63,2%.
In media abbiamo avuto in Italia 165 DECESSI al giorno negli ultimi sette giorni, e 85 nei sette giorni precedenti.
In sette giorni abbiamo avuto 1,91 decessi ogni 100.000 abitanti. In Spagna: 2,2, Francia: 2,05, Regno Unito: 1,9, Germania: 0,35, Paesi Bassi: 1,55, Belgio: 3,8, Austria: 0,85, Svezia: 0,15, Romania: 2,8, Portogallo: 1,35, Polonia: 2,15, Rep.Ceca: 7,05 (fonte ECDC, media delle ultime due settimane, ultimo aggiornamento oggi, 29/10/2020).
📊 L’andamento dei carichi sanitari e dei decessi è mostrato a partire dalla slide 7. Nei grafici è possibile selezionare il periodo di osservazione (tutte le date o solo gli ultimi 30 giorni), e la regione di interesse. Scorrendo sui grafici appaiono i valori del giorno. Alle slide 9-10 sono riportati i dati per 100.000 abitanti.
Nelle slide 19-20-21 trovate come sempre i dati sull’ETA’ e sullo STATO CLINICO dei pazienti, che ricaviamo rielaborando periodicamente le tabelle mostrate nella dashboard di ISS, riferite ai casi degli ULTIMI 30 GIORNI. L’ultimo nostro aggiornamento è del 20 ottobre.
🔵 Quando il 10 marzo cominciai a tracciare grafici sull’epidemia, e a scrivere questi post, il mio obiettivo iniziale fu capire con qualche anticipo – io per primo – quale fosse l’impatto che quella curva di contagio era destinata ad avere sulle strutture ospedaliere. Come ricorderete, il picco dei nuovi casi tardò non poco ad arrivare, dopo l’istituzione del lockdown, e anch’io, come tanti, sbagliai grossolanamente la stima del numero massimo dei contagi a cui saremmo arrivati (da allora ho ridimensionato le mie velleità di indovino, e mi limito più spesso a parlare dei numeri consolidati). Una cosa, tuttavia, non sbagliai: la previsione del tempo che sarebbe trascorso tra il picco dei contagi, quale che fosse, e il massimo carico sanitario, destinato ad aumentare ancora per almeno due settimane, nonostante il plateau, o la riduzione, delle nuove infezioni. Si tratta, molto semplicemente, dell’effetto di accumulo dei pazienti nelle degenze, assai più lento a smaltirsi rispetto alla progressione, pur calante, dei nuovi arrivi. Di questo avviso, che sommessamente lanciai fin dal primo giorno (ripeto: banale, del tutto evidente), mi ringraziarono poi molti colleghi, e ancora oggi mi fa piacere pensare – non so quanto a ragione – di aver dato un piccolo, infinitesimo contributo alla programmazione di quelle fasi convulse di conversione dei reparti ospedalieri che si resero necessarie, e che certamente limitarono in Lombardia le conseguenze già tragiche della valanga epidemica.
Abbiamo detto molte volte delle differenze numeriche tra quei giorni e quelli attuali, che rendono i due momenti non paragonabili, se non moltiplicando i casi di allora per dieci volte. E tuttavia con questo accorgimento le due situazioni si somigliano ogni giorno di più, specialmente perché i numeri dei ricoveri e delle Terapie Intensive, che non risentono della sottostima dei contagi, stanno tornando a generare pressione sugli ospedali (quelli lombardi, ma non solo) e a richiedere analoghe riconversioni dei reparti, reclutamento del personale da destinare alle degenze Covid, e conseguente riduzione delle attività ordinarie.
Mi sento quindi di ripetere oggi, con lo stesso obiettivo di allora, che il carico sulle nostre strutture sarà in aumento ancora a lungo, ben oltre le previsioni di chi si limita – e non è poco – a indovinare l’apice della curva dei casi.
A questo devo anche aggiungere un’altra osservazione, che invito a tenere in seria considerazione: ogni giorno si ha sempre maggiore sensazione – almeno qui in Lombardia – che stia nuovamente crescendo il numero dei casi “sommersi”. Sento di medici di medicina generale che non segnalano i casi sospetti alle aziende sanitarie, limitandosi a consigliare – quando va bene – di rimanere isolati in casa. È vero che le ATS (ASL in altre regioni) non sono più in grado di diagnosticare tempestivamente tutti i casi, ormai nemmeno tutti i sintomatici (non parliamo del tracciamento dei contatti), ma non è una buona ragione per rinunciare del tutto alla segnalazione.
Si sta ripresentando la sensazione di abbandono, da parte di molti pazienti, e di molti medici stessi, che si scontrano con le difficoltà di prenotare i tamponi, e l’impossibilità di disporre di squadre per la diagnosi e l’assistenza sul territorio in numero minimamente sufficiente.
Tutto questo non può non tradursi, da un lato, nell’affollamento dei Pronto Soccorso, dall’altro in una sottostima del numero di quei positivi ufficiali che contiamo ossessivamente ogni sera. Il dato di aumento dei casi in sette giorni, che ieri abbiamo visto con piacere scendere da 89% a 82%, oggi cala ulteriormente al 79%. È buona cosa, ma è ancora troppo poco per pensare che la curva sia davvero già in flessione. Chi sta facendo i conti per le prossime settimane, e ognuno di noi, ne tenga conto.
Un caro saluto
Paolo Spada
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Numeri complessivi dell’epidemia ad oggi in Italia:
616595 pazienti COVID-19, di cui 279282 guariti, 299191 attualmente positivi (15964 ricoverati in reparto, 1651 in Terapia Intensiva, 281576 in isolamento domiciliare), e 38122 pazienti deceduti.