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Covid, basta panico: guida alla corretta lettura dei numeri

Pubblichiamo l’articolo a cura della dottoressa Clementina Sasso e del dottor Paolo Spada, tratto da “Pillole di ottimismo”.

È dall’inizio di marzo che, ogni giorno, siamo abituati a sentire o leggere la conta dei contagiati. In qualche modo, ci hanno fatto associare all’ aumento di un numero assoluto, la gravità del contagio. Ma, può un numero solo, anche se in aumento, descrivere una pandemia? O è necessario analizzare più numeri e, soprattutto, porli in un determinato contesto per avere una visione a 360 gradi della situazione? in questa pillola cercheremo di fornirvi qualche indicazione in più per orientarvi nel mondo dei numeri della pandemia.

Partiamo col dire che il numero assoluto dei contagiati non può dare alcun riferimento se non viene detto anche il numero di tamponi analizzati in quel giorno.
Prendiamo ad esempio la Regione Campania, balzata alla ribalta per l’alto numero dei contagiati rispetto alle altre Regioni e che ha da sempre un andamento altalenante nel numero di tamponi giornaliero.
Il 14 Ottobre, in Campania, si sono registrati 818 positivi, il numero più alto dalla ripresa dei contagi (dopo quello del 15 Ottobre). Ciò che non è stato sottolineato però è che per la prima volta in Campania sono stati analizzati in un solo giorno più di 10mila tamponi, per correttezza 11396, con un rapporto positivi su tamponi del 7,2%. Il 12 Ottobre invece, il numero di positivi è stato di 662 su 7405 tamponi, con un rapporto dell’8,9%.
Il dato da riportare dovrebbe essere allora questo numero e, cioè, il rapporto in percentuale del numero di tamponi positivi sul numero di tamponi totali analizzati in un giorno. Questo perché il risultato è indipendente dal numero di tamponi effettuati in un dato giorno e può darci l’effettiva contezza dell’andamento dei contagi.

Questo dato però, nella prima fase della pandemia, aveva un rumore di fondo perché nel numero dei tamponi totali giornalieri analizzati erano compresi sia i tamponi fatti per la prima volta ad una persona sia quelli di controllo, cioè effettuati sulla stessa persona una seconda, terza o ennesima volta, in attesa del tampone negativo.
Il dato fornito dalle Regioni adesso, invece, divide i due casi e quindi siamo in grado di fornire la percentuale esatta del numero di tamponi positivi rispetto al numero di tamponi effettuati per la prima volta su una persona, in un dato giorno. Ed è proprio questo valore percentuale che viene fornito ogni sera nelle nostre “Numeri in Pillole”.

Ovviamente, il confronto tra regioni andrebbe sempre fatto considerando la popolazione di quelle regioni ed anche questo è un dato che non viene quasi mai fornito dai media. L’incidenza di casi positivi ogni 100.000 abitanti, possibilmente calcolata su sette giorni, diventa così un dato utile anche nel paragone tra diverse regioni o Paesi.

Il paragone che ultimamente viene immediato fare un po’ a tutti è con il numero dei positivi che avevamo a Marzo, dimenticandoci però che ci sono altri numeri che dovremmo andare ad analizzare per capire come si sta muovendo attualmente l’epidemia in Italia.
Questi numeri sono quelli dei ricoverati e, in particolare, dei ricoverati in Terapia Intensiva (TI) che, insieme a quelli dei positivi e dei tamponi, vengono sempre forniti dalle Regioni e raccolti nel database della Protezione Civile.
Ciò che ci dice l’analisi di questi numeri è che la situazione non è paragonabile a quella di Marzo perché la maggior parte delle persone testate e risultate positive, al momento, è in isolamento domiciliare, quindi asintomatica o paucisintomatica o, comunque, in condizione di essere curata a casa.
Questo è dovuto al fatto che abbiamo ancora la possibilità, in questo momento di relativa calma ospedaliera, di tracciare i contatti dei positivi per controllare la diffusione del virus e di testare, quindi, gli asintomatici su cui invece, nell’emergenza di Marzo-Aprile, non era possibile eseguire i test. Quasi sicuramente se avessimo avuto la possibilità di farlo, il numero di positivi asintomatici in quel periodo sarebbe stato altissimo: si stima che il numero reale complessivo dei contagiati fosse almeno 10 volte più grande di quelli che venivano registrati.

Con questo chiarimento, non vogliamo sottovalutare la situazione attuale o far abbassare la guardia perché non possiamo prevedere il futuro ma solo mantenere uno sguardo il più vicino possibile alla realtà che stiamo vivendo e fare corretta divulgazione. Con il panico dei numeri sparati per sensazionalismo abbiamo già fatto troppi danni.

 

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