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Marmo, la sindaca: «Confindustria cerca lo scontro a ogni costo per tutelare gli interessi di pochi»

Arrighi replica a Santucci: «I soldi del lapideo servono a sostenere i bisogni della comunità». Il Pd: «Una vita umana vale più del profitto»

CARRARA – La sindaca di Carrara, Serena Arrighi, replica così alle parole del referente del lapideo per Confindustria Fabrizio Santucci all’indomani della messa in onda della trasmissione Report (qui l’intervento di Santucci). «Santucci vorrebbe che tutti guardassimo la Luna e ignorassimo completamente la trave che abbiamo negli occhi: la necessità di una distribuzione più equa sul territorio dei profitti del marmo – dice la prima cittadina -. Per raggiungere il suo scopo il responsabile del settore lapideo di Confindustria rincorre quindi la logica dello scontro a ogni costo senza pensare alle conseguenze. Come amministrazione da tempo ribadiamo la nostra assoluta disponibilità al confronto con tutte le parte sociali, industriali compresi, a patto però che ogni volta non si debba ripartire da zero, rimettendo completamente in discussione la legge 35 del 2015 o gettando sul tavolo considerazioni meramente strumentali come, addirittura, rinfacciare il fatto che il mondo del lapideo versi alla comunità per i guadagni che ottiene sfruttando un bene pubblico».

«Santucci – prosegue la sindaca – sa bene, o quantomeno dovrebbe saperlo, che le risorse del marmo, quando non vincolate da precisi obblighi, vengono reinvestite per il sostegno di una comunità dai grandi bisogni sociali perché, come ci raccontano tutti gli indicatori, è povera. Con queste uscite, così come quando chiede di buttare all’aria la legge regionale nove anni dopo che è stata approvata, il responsabile del lapideo non fa altro che danneggiare molti imprenditori che non hanno alcun interesse a inasprire i rapporti con l’amministrazione. Sto parlando di tutti coloro che non hanno materiali di pregio, di coloro che non possono vantare gli ampi profitti fatti da alcune grandi aziende o di coloro, come le cooperative per esempio, che hanno un rapporto escavato-personale addetto molto diverso da quello che ha raccontato Report. Da questo scontro perpetuo ne possono semmai avere giovamento solo le realtà più grandi e consolidate che hanno tutti gli strumenti per reggere a lungo e, in caso di crisi, allargarsi, aziende queste ultime che, paradossalmente, in molti casi neppure fanno parte di Confindustria».

Il Pd di Carrara: «Una vita umana vale più del profitto»

Sul caso delle parole di Alberto Franchi interviene anche la segreteria comunale del Pd di Carrara: «Il Partito Democratico di Carrara stigmatizza le parole dell’imprenditore Alberto Franchi rilasciate nella trasmissione Report di domenica 21 aprile, andata in onda su Rai Tre. Le affermazioni dell’imprenditore sono inammissibili perché rappresentano una forma di non rispetto nei confronti delle tante vite perse nel settore dell’escavazione al monte e nel settore della lavorazione al piano, nei confronti dei loro famigliari e nei confronti della città di Carrara. Parole di una gravità inaudita che trasmettono arroganza e senso di superiorità rispetto a leggi ed ad altri esseri umani, parole che hanno scioccato la città, accompagnate da un atteggiamento che, se possibile, ancora più irritante e disgustoso delle parole stesse. Il Partito Democratico di Carrara auspica una classe dirigente imprenditoriale meno arrogante, presuntuosa e con una dimensione umana più ampia, una classe dirigente imprenditoriale affidabile che rispetta ciò che firma e che non lo smentisce il giorno dopo, con opportunismo sfacciato grazie al fatto di poter spendere qualunque cifra in avvocati. Una classe imprenditoriale con una visione di insieme finalizzata a stabilire regole per il corretto uso delle risorse lapidee, ad assicurare coerenza sotto il profilo della tutela del territorio e dell’ambiente e a garantire sicurezza dei lavoratori. Per noi il tema della sicurezza dei lavoratori, del lavoro e delle lavorazioni rappresenta una priorità assoluta e riconosciamo necessari e fondamentali: 1) l’attenta attuazione delle attrezzature e dotazioni di sicurezza, 2) i percorsi di formazione dei lavoratori delle aziende del lapideo del territorio. Percorsi di formazione continui e costanti sia nel settore della lavorazione al piano, sia nel settore dell’escavazione al monte. Per noi una vita umana vale più del profitto!».