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«Licenziati quattro lavoratori svantaggiati. E la politica carrarese è indifferente»

Menconi (Fp Cgil): «Maris dice di non riuscire a gestire il servizio perché poco produttivo e ci riferisce che Nausicaa non è disponibile a modificare gli importi di gara»

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CARRARA – «Quattro lavoratori svantaggiati licenziati». La denuncia arriva da Alessio Menconi, segretario della Fp Cgil, e si riferisce a quanto accaduto dopo il mancato rinnovo dell’affidamento, da parte di Nausicaa Spa, a una cooperativa sociale che si occupava del taglio del verde a Carrara. «A partire dagli anni ’80 – afferma il sindacalista – la cooperazione sociale di tipo B ha rappresentato un utile strumento per sopperire a diverse lacune del welfare mix e contemporaneamente a creare opportunità di lavoro per persone svantaggiate, che altrimenti sarebbero rimaste escluse dal mercato del lavoro. Questo tipo di cooperative infatti ha come scopo fondamentale l’inclusione lavorativa delle persone svantaggiate, da attuarsi mediante un’attività incentrata sui principi della mutualità, senza fini di lucro e allo scopo di perseguire interessi generali della comunità. Le persone svantaggiate devono costituire almeno il 30% dei lavoratori ed essere socie della cooperativa».

«La nascita di questo tipo di cooperative è figlia di una spinta rivoluzionaria nata con il ’68 e portata avanti da correnti sia laiche che di ispirazione cattolica. Questo perché, al di là dell’appartenenza ideologica, il sistema cooperativo è stato riconosciuto come un utile strumento inclusivo da tutti. Nella Carrara antifascista, antirazzista, solidale, libertaria, accogliente, ospitale, sin da subito un modello di servizi integrativo e improntato sulla cooperazione sociale è stato accettato e utilizzato da tutte le amministrazioni che si sono succedute negli anni, mettendo d’accordo quasi sempre le diverse appartenenze politiche. Laddove sono sorti problemi, come organizzazioni sindacali abbiamo sempre ricevuto il sostegno da parte di tutti, senza distinzione di colore politico, e siamo riusciti a trovare soluzioni. Sempre. Oggi il mondo è cambiato, e anche se a parole si dice di essere attenti e di avere a cuore le problematiche di chi si trova in difficoltà ad operare in un sistema lavorativo frenetico ed incentrato solo ed esclusivamente sulla produttività finalizzata al profitto, nei fatti si continuano a tagliare servizi e teste nel mondo della cooperazione sociale di tipo B».

«È il caso della partecipata comunale Nausicaa, che allo scadere di un appalto per il taglio del verde non provvede ad espletare le procedure per un nuovo affidamento e, di fatto, fa perdere il diritto al lavoro, garantito dall’art. 37 del Ccnl Cooperative Sociali, a quattro lavoratori svantaggiati che da anni lavorano sul territorio, prima con la cooperativa Arca e poi, dopo il fallimento, con la cooperativa Maris. In sostanza Maris dice di non riuscire a gestire il servizio perché poco produttivo e ci riferisce che Nausicaa non è disponibile a modificare gli importi di gara. In mezzo, stritolati, rimangono 4 lavoratori. Come funzione pubblica, da sempre attenti al settore, ci siamo mossi fin da subito, coinvolgendo sia la partecipata Nausicaa, sia la sindaca Arrighi, sia l’assessore alle partecipate Orlandi… Risultato? La cooperativa Maris, che da un mese attende una soluzione, ha inviato le lettere di licenziamento e i lavoratori non saranno coperti da clausola sociale e perderanno il lavoro. Ricordiamo che Maris è una cooperativa con oltre mille dipendenti e che per quanto ci riguarda poteva ricollocare i 4 dipendenti in altri appalti. Tra le varie promesse di politici e dirigenti, si è ventilata una proposta di assunzione a tempo determinato che abbiamo rispedito al mittente, non garantendo di fatto la stabilità lavorativa dovuta ai ragazzi svantaggiati. Nausicaa, contattata, ci ha garantito l’uscita della gara e ci aveva rassicurato sul fatto che Maris fosse obbligata a proseguire con la gestione fino all’assegnazione della nuova gara, ma così non è stato e i lavoratori sono stati licenziati».

«Ci auguriamo che la situazione si risolva al più presto, ma al momento nell’orizzonte carraresi non sembrano emergere soggetti illuminati in grado di garantire una soluzione tempestiva. Nell’ultimo mese abbiamo assistito ad un vero e proprio rimpallo di responsabilità che ha coinvolto Arrighi, Orlandi, Venuti e cooperativa Maris. Se non si troverà una soluzione rapida qualcuno dovrà assumersi tutte le responsabilità etiche e politiche del caso. Nei prossimi giorni chiederemo un incontro istituzionale al presidente della Provincia Lorenzetti perché la paura è che le vicende carraresi siano il sintomo di una malattia pericolosissima che sta colpendo buona parte della classe dirigenziale politica provinciale: l’indifferenza».

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