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Pasqua di rinascita per gli agriturismi di Massa-Carrara: i primi stranieri in Lunigiana

Ferrari (Coldiretti): «In questo momento dell’anno siamo però ancora lontani dai livelli pre-Covid del 2019 ma la ripartenza è comunque incoraggiante»

MASSA-CARRARA – È la Pasqua della rinascita per gli agriturismi della provincia di Massa-Carrara. E in Lunigiana si rivedono i primi stranieri. Sarà un ponte pasquale a due volti per le cento strutture agrituristiche del territorio: molto bene quello della ristorazione a km zero con le strutture che si dirigono verso il tutto esaurito per pasqua e pasquetta, inferiore almeno fino a questo momento invece le aspettative per quanto riguarda i pernottamenti con una struttura su tre che registra ancora disponibilità. Lo scorso anno le presenze, per il periodo pasquale, avevano registrato un crollo del 77%. A rilevare il trend per le festività pasquali e per il ponte del 25 aprile sono Coldiretti Massa-Carrara e Terranostra, l’associazione che raduna gli agriturismi.

“La Pasqua è il primo vero test di questa stagione che si lascia alle spalle l’emergenza sanitaria ma deve purtroppo convivere con gli effetti delle tensioni internazionali dovute alla guerra e alla difficoltà degli stranieri di arrivare nel nostro paese. Il quadro che abbiamo davanti è molto differente rispetto a quello di un anno fa. I segnali sono incoraggianti per il medio lungo periodo e soprattutto per l’estate dove si attende il ritorno anche degli stranieri. – spiega Francesca Ferrari, presidente Coldiretti Massa-Carrara – In questo momento dell’anno siamo però ancora lontani dai livelli pre-Covid del 2019 ma la ripartenza è comunque incoraggiante”.

Livelli pre-Covid che significano, sulla base dei dati elaborati da Coldiretti, 1.600 presenze nelle strutture agrituristiche nel solo mese di aprile (pernottamento), concentrate principalmente tra Pasqua, Pasquetta e 25 aprile; presenze che nel 2021 erano crollate del 77%. Numeri molto distanti anche nel medio periodo con quasi 11 mila presenze in meno tra aprile e settembre per una perdita di fatturato di circa 800 mila euro per il solo pernottamento.

Secondo una stima di Coldiretti saranno invece quattro mila coloro che pranzeranno in una delle strutture agrituristiche provinciali autorizzate alla ristorazione o alle degustazioni per un fatturato che oscillerà intorno ai 150 mila euro per il solo ponte Pasquale. “La ristorazione tipica, a km zero, che valorizza i prodotti del territorio e delle aziende agricole – analizza ancora Ferrari – consumata in un contesto di libertà, natura e di tranquillità rappresenta il valore aggiunto della proposta dei nostri agriturismi la cui offerta in questi anni è molto cresciuta e maturata. Questo ponte pasquale – conclude il Presidente di Coldiretti – rappresenta il primo vero test della prima stagione post emergenza sanitaria che sarà ancora, in attesa dei turisti stranieri, nel segno degli italiani e del turismo di prossimità”.