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Caro energia, un’impresa apuana su tre ferma gli investimenti programmati

L'indagine di Cna Massa-Carrara, Bedini: «La ripresa sarà molto inferiore alle aspettative. Tutti i settori, da quello manifatturiero ai servizi, sono stati investiti dai rincari»

MASSA-CARRARA – Un’impresa su tre (37%)  rinvierà, o ha già rinviato, gli investimenti programmati. Il caro energia, che in queste settimane si è abbattuto sul 95% di piccole e medie imprese apuane, ha già costretto le aziende a correzioni di manovra per non essere travolte. Il 43% si concentrerà sulla riduzione delle spese correnti, insieme ad un più frequente aggiornamento dei listini. Quasi il 20% del campione, una su cinque, pensa di dover ridurre gli organici ed il monte salari. La ripresa è a rischio. Ma non solo quella. A dirlo è Cna Massa-Carrara sulla base dell’indagine realizzata dal Centro Studi CNA nazionale. “I rincari – spiega Paolo Bedini, presidente Cna Massa-Carrara – non avranno un effetto solo nell’immediato, ma nel medio lungo periodo. La ripresa sarà molto inferiore alle aspettative. Tutti i settori, da quello manifatturiero ai servizi, sono stati investiti dai rincari. Il vero nodo è una bolletta mal strutturata. Una piccola impresa paga l’energia quattro volte di più rispetto un’impresa di grandi dimensioni. Questo non è accettabile visto che i rincari dell’energia stanno generando già ora una brusca frenata della ripresa economica, erodendo i margini di guadagno, la fiducia delle imprese e impatteranno su prezzi, retribuzioni e occupazione. Gli interventi approvati dal Governo sono utili ma insufficienti”.

Per le imprese del comparto costruzioni l’importo della bolletta è aumentato del 33,1% tra il 2019 e il 2021, per i trasporti 31,9% e per la manifattura il 29,9%. Incrementi del 21,4% per il commercio, 18,6% per la filiera del turismo e 23,3% per gli altri servizi. Per fronteggiare il caro-energia il 53% delle imprese si vedrà costretto a ritoccare i listini in particolare manifattura e costruzioni (rispettivamente 62,8% e 54,4%) mentre il 66% delle imprese di trasporto, il 64% dei servizi alle imprese e il 56% dei servizi alla persona indicano che manterranno invariati i prezzi. L’impennata dei costi energetici provocherà un taglio dei margini di guadagno per il 77,5% del campione, soltanto il 10,6% prevede di ridurre la produzione e il 6,8%, pari a 200mila imprese, prospetta il fermo dell’attività a causa di costi insostenibili con punte del 24% nel settore del turismo.

Il sistema delle imprese sta già realizzando una serie di iniziative per attutire l’impatto del caro-energia, in particolare il 43,6% del campione intende ridurre altre voci di spesa e il 42% pensa di aggiornare con maggiore frequenza i listini. Rilevante la quota di imprese (37% del totale) che è orientata a rinviare investimenti programmati. Meno diffuse le azioni di natura strutturale. Quasi un’impresa su 5 investirà in tecnologie di efficientamento energetico con valori simili tra i vari settori ad eccezione dei servizi alle imprese dove la percentuale sale al 32,1%. Il 10% del campione ritiene che dovrà ridurre l’organico e il 7,6% pensa di dover tagliare il monte retribuzioni.

L’indagine evidenzia inoltre una serie di opzioni strategiche per rafforzare il sistema energetico nazionale. Oltre il 91% delle imprese intervistate indica la priorità di potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Per l’84% è necessario ammodernare le infrastrutture di rete e il 77,3% sottolinea l’esigenza di assicurare una effettiva concorrenza nel mercato dell’energia elettrica. Informazioni sul sito www.cna-ms.it oppure pagina ufficiale Facebook @cna.massacarrara.