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Riapertura ristoranti, Confesercenti: «Le norme proposte mettono definitivamente in ginocchio le imprese»

Il commento del sindacato dei pubblici esercizi di Confesercenti sulle nuove norme in vaglio al cts: «Le imprese sono stremate, serve buon senso ed un serio confronto sulle riaperture con i rappresentanti delle associazioni di categoria, diversamente sarà un’ecatombe per moltissime attività»

MASSA-CARRARA – «Finalmente si torna a discutere di riaperture e soprattutto di date per le riaperture di bar e ristoranti, ma è davvero difficile comprendere come, rispetto ai protocolli di sicurezza finora applicati, le nuove regole si traducano di fatto in una nuova stretta. Le bozze presentate dalla Regioni non tengono conto delle nostre proposte, formulate anche al governatore Giani, frutto di chi opera sul campo e comprende meglio di tutti la necessità comunque di lavorare seppur in totale sicurezza». C’è molta perplessità nelle parole del presidente Fiepet Massa-Carrara, il sindacato pubblici esercizi di Confesercenti, Francesco Bennati dopo il primo tavolo di confronto tra Regioni e governo sul tema delle riaperture di bar e ristoranti.

«La distanza obbligatoria di due metri tra i tavoli ipotizzata sarebbe una restrizione inapplicabile per decine di migliaia di ristoranti, circa il 60% dei locali non ha uno spazio esterno, e praticamente per tutti i bar – spiega Bennati -. E anche dove fosse fisicamente possibile implementare la misura, si ridurrebbe drasticamente la capacità di lavoro dei locali al chiuso, obbligandone migliaia alla chiusura definitiva.  Economicamente non si può pensare che un locale con 30 posti se ne ritrovi 6 e con le stesse identiche spese di prima. Per ovviare suggeriamo di togliere i riferimenti a 2 metri e impostare la capienza negli spazi interni al 50% dei posti covid disponibili, lasciando quella esterna con le attuali normative e quindi distanziamento di un metro. Con la nostra proposta si perderebbero i 2/3 dei posti totali mentre cosi come si legge nella bozza delle Regioni una perdita di oltre i 3/4».

«Eliminare lo screening periodico che non solo sarà difficilmente tracciabile ma che sostanzialmente aggraverà nuovamente sulle spese dei locali e quindi sarà in gran parte disatteso. Tale misura potrà essere efficacemente sostituita con l’obbligo di utilizzo delle mascherine tipo FFP2 per il personale non vaccinato. Come dimostrato le mascherine FFP2, se correttamente utilizzate , garantiscono una protezione al 95% quindi superiore anche alla copertura dei vaccini. – commenta così le linee del cts il presidente di Fiepet Confesercenti Giancarlo Bianchieri – Mettere il distanziamento a 2 metri internamente farebbe chiudere 80% dei locali nei centri storici o tutti quei locali che non hanno spazi esterni».

«Suggeriamo di impostare il numero massimo di persone per tavolo a 6 onde evitare confusione tra i controlli e al contempo tavolate abnormi o situazioni che palesemente mettano allo stesso tavolo persone non conviventi. Per i Bar/Pub e tutte le attività che hanno anche servizio al banco sommare alla capienza massima i numero di avventori ospitati al banco. Va eliminato il riferimento per il servizio al tavolo alle ore 14. Non se ne comprende l’utilità. – prosegue Bianchieri – Specificare che per il servizio di somministrazione non si possano servire piatti in comune ma solo porzioni per singolo avventore, inutile vedere tavoli da 4 distanziati dove tutti prendono dal solito vassoio gli stuzzichini, soprattutto nel settore dell’aperitivo serale. Il tracciamento delle prenotazioni non credo abbia molto senso, non è una cosa obbligatoria e sarà in gran parte disattesa, in oltre non so neanche quanto possa essere utile visto le difficoltà di tracciamento che il sistema sanitario ha ampiamente dimostrato. Suggerisco di introdurre la misurazione obbligatoria della temperatura all’ingresso dei locali, sicuramente più utile».

«Dopo quattordici mesi di restrizioni le nuove norme metterebbero definitivamente a rischio il settore, che dà lavoro a migliaia di imprese e milioni di dipendenti. – conclude Bianchieri – Le imprese sono stremate, serve buon senso ed un serio confronto sulle riaperture con i rappresentanti delle associazioni di categoria, diversamente sarà un’ecatombe per moltissime attività».