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«La crisi in tempo di pandemia la pagano (ancora) gli artigiani apuani»

Cna legge il rapporto della Camera di Commercio: più chiusure tra imprese under 50. Il presidente Bedini: «Grandi aspettative dal superbonus 110%»

MASSA-CARRARA – La crisi la pagano gli artigiani. Da gennaio a settembre 2020 le persone artigiane attive, ovvero i titolari di impresa, sono complessivamente diminuiti ma a pagare il prezzo più alto sono gli under 50 con 170 unità in meno. Tra lo stesso periodo del 2019 ed il 2020 il numero di artigiani si è ridotto di 81 unità passando da 6.508 a 6.427. A certificarlo è l’ultimo rapporto economica elaborato dalla Camera di Commercio di Massa-Carrara ed analizzato da Cna (ne abbiamo parlato qui).

Secondo il rapporto della Camera di Commercio, le imprese con titolari tra i 18 ed i 49 anni sono quelle che hanno sofferto (e chiuso) di più. “Già in condizioni normali un’impresa neo costituita è molto più fragile rispetto ad un’impresa con una storia, con un’esperienza e con un background economico e finanziario. – spiega Paolo Bedini, presidente Cna Massa-Carrara – Non hanno avuto il tempo, per così dire, di farsi gli anticorpi. La pandemia ha ridotto le aspettative di vita delle imprese artigiane che sono tra quelle più penalizzate a causa del lockdown e delle restrizioni. Sono invece andate meglio, almeno nei primi nove mesi dell’anno, gli artigiani over 50. Le imprese storiche hanno elaborato, nel corso del tempo, gli anticorpi per sopravvivere ad una tempesta senza precedenti come quella che stiamo vivendo. Quella che noi abbiamo davanti oggi è una ecatombe di imprese under 50”.

Tra i settori a soffrire di più c’è quello dell’edilizia che dopo una lenta e graduale ripresa ha subito un arresto significativo. Dopo il 5,3% nel 2018 ed il +4,3% nel 2019 il 2020 si chiuderà con un decremento dell’8,2% a cui dovrebbe associarsi, questa la stima, un calo dell’occupazione del 4%. A soffrire di più è il comparto delle costruzioni (-14,4%) seguito dalle lavorazioni edili (-8,8%) e dall’impiantistica (-6%). “Il settore ha subito un rallentamento da un lato a causa del lockdown dello scorso marzo ed aprile con i cantieri chiusi e dall’altro per effetto della grande attese del superbonus al 110% – spiega ancora Bedini – la cui gestazione è stata articolata e molto lunga e nel confronti del quale nutriamo aspettative importanti. Il superbonus avrà sicuramente un ruolo chiave nel rilancio della filiera delle costruzioni con benefici su ambiente ed economia. Da qui la nostra richiesta al Governo di prorogare gli incentivi per la riqualificazione energetica fino al 2023. E’ una misura chiave nello sviluppo del paese per i prossimi anni”.