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Massa-Carrara e il resto d’Italia in zona rossa fra Natale e Capodanno? Il governo ci pensa

Probabilmente non ci saranno allentamenti, nonostante le continue richieste delle Regioni e delle categorie produttive. Anzi, sulla nuova stretta il governo sembra aver ritrovato la compattezza e aver sposato la linea dei rigoristi. I tre possibili scenari

MASSA-CARRARA – Le immagini degli assembramenti per le vie dello shopping di molte città nel weekend appena trascorso hanno fatto discutere ma intanto già nei giorni scorsi il governo, con i nuovi dati fra le mani, aveva guardato a quanto sta succedendo in alcuni stati d’Europa meditando su una decisione clamorosa: tutta Italia in zona rossa a Natale e Capodanno o, comunque, con pesanti divieti di movimento e ristoranti chiusi anche a pranzo.

In Germania Angela Merkel ha dovuto chinare il capo davanti ai numeri devastanti della pandemia e dal 16 dicembre i tedeschi saranno obbligati a stare a casa: inutili le misure stabilite il 2 novembre vista la crescita esponenziale dei casi e dei decessi: «Sappiamo che il sistema sanitario è già molto affaticato. Serve un’azione urgente – ha detto Merkel l’obiettivo resta che si torni alla possibilità di ricostruire le catene di contatto» e che si raggiunga di nuovo un’incidenza di massimo 50 nuovi casi su 100 mila abitanti in sette giorni. Insomma in Germania, oltre alle scuole, chiusi tutti gli esercizi commerciali dal 16 dicembre con l’eccezione di alimentari, farmacie e banche: niente fuochi d’artificio, dipendenti dell’aziende in telelavoro. Perché, evidentemente, a far paura non sono soltanto i giorni delle feste ma anche, ed in certi casi soprattutto, le settimane che precedono il Natale, soprattutto nei centri della città.

Tornando all’Italia e alle possibili decisioni, il pacchetto di nuove misure restrittive è ora al vaglio degli organi proposti: da ieri sera è sul tavolo del governo. Misure emerse nel corso di un vertice tra i capi-delegazione e alle quali anche il presidente della Regione Emilia Romagna in una trasmissione televisiva aveva alluso genericamente. Si tratta di tre possibili soluzioni valide dal 24 dicembre al primo gennaio oppure nei dieci giorni festivi e prefestivi (24-27 dicembre, 31 dicembre-3 gennaio, 5-6 gennaio), o infine dal 24 dicembre al 6 gennaio.

«Ovunque ci sono foto dei centri delle città con assembramenti insopportabili» ha detto ieri il commissario straordinario Domenico Arcuri. La paura è quella di una terza ondata: «Non siamo indovini, ma considerati i numeri attuali possiamo prevedere che eventuali disattenzioni a Natale le pagheremo con la terza ondata, che oltretutto rischia di sommarsi alla stagione influenzale» ha sottolineato all’Adnkronos Salute Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma.

Il vertice dei capidelegazione con il premier Conte si è aggiornato a oggi, lunedì 14 dicembre, alle 12, dopo un incontro con il Cts (comitato tecnico scientifico). Probabilmente non assisteremo ad alcun allentamento, nonostante le continue richieste delle Regioni e delle categorie produttive. Anzi, sulla nuova stretta il governo sembra aver ritrovato la compattezza e aver sposato la linea dei ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia che da tempo ribadiscono la necessità di evitare qualsiasi apertura, che poi pagheremo a gennaio e febbraio.