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Il virus sull’economia apuana: «Aiuti insufficienti, imprese sempre più in difficoltà. Servono nuove misure»

Il vice presidente di Confartigianato Massa-Carrara, Stefano Bellè: «Troppe disparità in Europa e lo spettro delle nuove regole comunitarie».

MASSA-CARRARA – “Il Governo deve trovare più risorse per aiutare le aziende ad affrontare quello che si sta trasformando in un secondo lockdown visto che una Regione dopo l’altra tutte stanno passando nella fascia ‘rossa’. Rispetto agli altri Stati europei finora ha erogato cifre inferiori. Come suggerito dall’ex presidente della Banca centrale Europea, Mario Draghi, puntare sull’aumento del debito pubblico per erogare aiuti a fondo perduto può essere la soluzione migliore. E in tale direzione va anche la proposta del presidente dell’Europarlamento, David Sassoli: spingere l’Europa a cancellare i debiti Covid. In tal modo le perdite del settore privato potrebbero essere assorbite dai bilanci statali. Il rischio dietro l’angolo è una sommossa sociale senza precedenti”.

Lo sostiene il vice presidente della Confartigianato Massa-Carrara, Stefano Bellè, analizzando quanto sta accadendo a livello nazionale e internazionale nelle ultime settimane: “I principali Paesi europei hanno speso molto più di noi fronteggiare la crisi sanitaria ed economica dovuta al Covid a sostegno di lavoratori, imprese, scuola, trasporti e sanità: la Germania ha erogato 284 miliardi di euro, il Regno unito 201, la Francia 110 . Includendo anche le misure introdotte questa settimana con il decreto Ristori, dall’inizio della pandemia il Governo Conte ha corrisposto quasi 90 miliardi di euro. Uno sforzo apprezzabile – prosegue Bellè – anche alla luce di un deficit pubblico molto più elevato rispetto agli altri Paesi ma siamo pur sempre la seconda manifattura d’Europa ed essendo uno dei pilastri portanti dell’economia europea meritavamo molte più attenzioni, soprattutto in termini di investimenti”.

D’altronde non tutte le piccole e micro imprese sono riuscite ad accedere al credito bancario e “alla luce delle nuove disposizione europee, rischia di peggiorare. A partire dal primo gennaio 2021 le banche dovranno definire come inadempienti i privati o le piccole e medie imprese che presenteranno un arretrato da oltre 90 giorni, il cui importo risulti allo stesso tempo superiore ai 100 euro e superiore all’1% del totale delle esposizioni verso il Gruppo bancario. Disposizioni che abbasseranno notevolmente la soglia di sconfinamento”, incalza il vice presidente di Confartigianato che chiede aiuti concreti per affrontare lo stop produttivo e al tempo stesso pagare i costi di impresa come affitti, bollette, spese assicurative.

“Dal 13 ottobre scorso l’Unione Europea ha modificato quadro temporaneo per le misure degli aiuti di Stato alle imprese prorogandone gli effetti fino al 30 giugno 2021. Altresì, gli Stati membri potranno erogare aiuti fino al 90 per cento dei costi fissi sostenuti dalle imprese che, per effetto del Covid, abbiano subito una contrazione del fatturato di almeno il 30%. I ristori, in base alla caduta del fatturato, non sono più sufficienti; il Governo Conte deve compensare anche i costi fissi sostenuti dalle imprese interessate per decreto alla chiusura. Urgono inderogabili interventi finanziari e fiscali importanti anche aumentando il deficit – conclude Bellè – altrimenti l’emergenza sanitaria potrebbe trasformarsi a breve in crisi economica e disastro sociale”.