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«I ricorsi delle aziende del marmo contro il Comune? Frutto di un clima ostile. Serve fare squadra»

Il presidente della delegazione apuana di Confindustria, Venturi: «Noi imprenditori certamente abbiamo fatto errori, ma onestamente non crediamo di dover essere costantemente messi nel mirino come o nemici da abbattere o, nel migliore dei casi, fastidio da sopportare»

MASSA-CARRARA – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del presidente di Confindustria Massa-Carrara, Matteo Venturi.

È meravigliosa la meraviglia di chi si stupisce che un importante network televisivo nazionale (qui i dettagli) abbia deciso di fare una trasmissione tv sul mondo del marmo, delle imprese e dei cavatori utilizzando soprattutto i vicini bacini marmiferi dell’Alta Versilia e una azienda: la Henraux. Chi parla di scippo spiega che è Carrara la capitale del marmo nel Mondo e quindi ci siamo fatti sottrarre da sotto il naso il nostro biglietto da visita.
Bene, ma non benissimo. Bene perché questo significa che forse anche da noi c’è lo spazio, come nella vicina Versilia, nelle amministrazioni di Seravezza e Pietrasanta, per iniziare a considerare il marmo, e le cave al monte e le aziende di trasformazione al piano con tutto il loro grande indotto di occupazione e reddito, come un patrimonio da valorizzare e non un demonio da sradicare.
Bene perché forse adesso potremmo iniziare, come comunità e cioè come insieme di società civile, istituzioni, imprese e lavoratori, quel lavoro che mi sono posto come primo e principale obiettivo da quando le colleghe imprenditrici e i colleghi imprenditori mi hanno onorato della propria fiducia ponendomi a guida della associazione industriale di Massa-Carrara: fare squadra. 

L’ho detto nel mio programma di mandato e lo ribadisco ora che la prima scelta da fare, come territorio tutto, è quella di considerare le imprese e il mondo del lavoro, anche nel settore marmo, come una risorsa di tutti, un patrimonio da valorizzare, un valore su cui investire come comunità.
E in questo senso è evidente che ci sia bisogno di un nuovo approccio anche al tema del marmo. È possibile assistere in silenzio alle aggressioni continue che arrivano fino ad augurare la morte ai cavatori? E poi meravigliarsi se chi deve fare una trasmissione tv scelga un ambientazione dove non ci sia questo clima di tensione e minacce? E’ possibile ad esempio che per la prima volta nella storia una impresa di Carrara, fatta da carraresi, si quoti in Borsa Italiana grazie alle proprie capacità imprenditoriali e non si viva questo evento, anche da parte di tutta la città, istituzioni comprese, come un successo di tutto un territorio?
E’ possibile ad esempio che la trasmissione sulle cave e cavatori sia sponsorizzata dalla Film Commission del Trentino e non dalla Film Commission della Regione Toscana? Non è strano che a nessuno in Regione a Firenze sia venuto in mente di valorizzare una delle principali voci dell’export toscano nel mondo?
O forse non è anche questa “dimenticanza” il frutto, malato, di un atteggiamento, se non di aperta ostilità, comunque di sottovalutazione anche da parte delle istituzioni locali e regionali nei confronti del nostro settore lapideo? Un mondo non da promuovere ma, quando va bene, da punire?
Invece si vogliono ancora attaccare le imprese e gli imprenditori di Massa-Carrara, i quali quindi sarebbero da una parte rei di essere dei distruttori e dall’altra rei di non saper valorizzare la propria distruzione! Noi imprenditori certamente abbiamo fatto errori, ma onestamente non crediamo di dover essere costantemente messi nel mirino come o nemici da abbattere o, nel migliore dei casi, fastidio da sopportare. Ad esempio capisco che alcuni, a loro giudizio, lamentino eccessiva attività legale di ricorso delle imprese nei confronti degli atti del Comune, così come capisco che le aziende vogliano tutelare i propri diritti sanciti dalla Legge e della Costituzione.

Ma siamo sicuri che ad un imprenditore piaccia dover passare il proprio tempo invece che nelle propria azienda negli studi degli avvocati? Siamo certi che costringere alle vie legali le imprese sia l’unica strada o forse non è preferibile un confronto, schietto e anche duro ma costruttivo, prima di mettere nero su bianco negli atti certe posizioni? Ed il confronto deve essere preventivo per evitare contenzioso successivo, deve essere di sostanza e non di forma, perché dalle leggi di oggi derivano gli investimenti e l’occupazione di domani. E siamo sicuri che queste posizioni non siano anche la conseguenza di un clima ostile nei confronti di chi fa impresa? Noi imprenditori vogliamo far capire che siamo una risorsa e vogliamo continuare a esserlo per la nostra comunità. Per questo torno a chiedere all’amministrazione comunale, alla Provincia, alla Regione e alle parti sociali quello che ho chiesto fin dal primo giorno del mio insediamento: discutiamo, confrontiamoci anche duramente, ma liberiamoci dai pregiudizi: le aziende, gli imprenditori, il mondo della produzione e del lavoro non vanno visti e raccontati come nemici. Facciamo tutti insieme squadra, una vera squadra, per il nostro territorio dove il successo di uno è un successo di tutti e dove non c’è la vittoria di uno se non è una vittoria della comunità.