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Scuola, confermati i tagli dei docenti apuani: «Rischio classi pollaio»

L'allarme dei sindacati: «Come si può ripartire in sicurezza a settembre?». Ferri (Iv): «Sono stufo, porto il caso in Parlamento»

«L’intenzione di pesante taglio degli organici docenti di ogni ordine e grado da noi preannunciata per la provincia di Massa-Carrara è stata confermata giovedì, nel corso dell’informativa regionale ai sindacati scuola. Intanto, è stato chiarito che la conferma degli organici da parte del Ministero non c’è stata per nulla». L’allarme è dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Snals.

«Il risultato è che malgrado il covid dal ministero sono arrivati per la Toscana 118 posti comuni in meno, che significano la soppressione di almeno una cinquantina di classi. Il calo demografico, che pure esiste, non giustifica affatto una riduzione di queste proporzioni, e significa, comunque, che si è continuato a ragionare come se la pandemia non ci fosse stata e come se i numeri degli alunni per classe non dovessero scendere, per consentire il rientro nelle aule che resteranno quelle che sono».

«La denuncia unitaria da parte dei sindacati circa l’insostenibilità per il nostro territorio dei numeri prospettati sono valse il contentino, ieri, di 12 posti da distribuire sulle province di Lucca e Massa Carrara, il che porta i tagli in questa piccola parte di Toscana da 95 che erano a 83 posti tagliati, su un totale di 118.
Per la provincia di Massa-Carrara, questa operazione costerà dalle 20 alle 30 classi in meno, a seconda del grado di istruzione che si andrà a colpire. Se anche in questa provincia abbiamo 481 iscrizioni in meno, si tratta in valore assoluto del quinto calo più importante della Toscana. Solo a Firenze, per fare un esempio, a fronte di una diminuzione di 1288 alunni si prospetta un organico di 35 docenti in meno. E con 382 studenti in più, Prato avrà 70 docenti in più. Non c’è alcuna giustificazione neppure banalmente statistica di queste scelte, che appaiono molto più dipendenti dal peso politico dei diversi territori.
Allo stesso tempo non sembra presa in considerazione la particolare situazione geografica dei territori e neppure si tiene conto di aspetti essenziali come l’edilizia scolastica, che in questa provincia ha strutture spesso inadeguate, come più volte denunciato: intere strutture chiuse per lavori in corso come la Giromini, scuole costrette a condividere spazi limitati, come il Marconi e il Galilei, interi Istituti in cerca di sedi alternative per poter effettuare lavori già finanziati come l’Alberghiero e potremmo continuare.
Allo stesso tempo non ci risulta un reale coinvolgimento degli uffici territorali che invece sono già filtro di molte situazioni e richieste delle scuole, avendo come risultato un taglio sui tagli.
Noi chiediamo urgentemente ai nostri sindaci e al presidente della Provincia, che a breve si dovranno occupare di come stipare le nuove classi pollaio nelle aule già fortemente inadeguate del territorio, di far sentire alta e forte la loro voce. Chiediamo ai consiglieri regionali e ai Parlamentari della nostra Provincia di prendere atto che il governo degli organici della scuola, se si vuole ripartire in sicurezza a settembre, non può tradursi, soprattutto nei territori più colpiti dalla pandemia in questo modo. Il Ministero non può lavorare così, o le scuole a settembre non potranno riaprire, perché quanti studenti ci saranno per ogni classe a settembre si decide ora, proprio sulla base degli organici assegnati. E siccome nessuno sarà in grado di allargare le aule, da qui a settembre, la sicurezza di studenti e lavoratori può essere salvaguardata soltanto riducendo i numeri degli allievi per classe. Il Presidente della Provincia ha già annunciato ai sindacati confederali l’intenzione di attivare il tavolo istituzionale sui problemi della scuola. Dobbiamo riunirlo subito, non possiamo permettere che la nostra situazione resti così, perché andrà inevitabilmente a toccare tutte le famiglie della nostra Provincia, e questo anche indipendentemente dal coronavirus. Si tratta di tagli inaccettabili ed insostenibili per questa piccola provincia Toscana che è fra le più povere d’Italia e in condizioni rese ancora più drammatiche dalla pandemia attuale.

FERRI (IV): «PORTO LA QUESTIONE IN PARLAMENTO»
E sulla vicenda interviene il deputato di Italia Viva Cosimo Ferri: «Voglio unire la mia voce a quella delle sigle sindacali che hanno manifestato in un documento una seria e forte preoccupazione sui tagli delle classi, e quindi dei docenti e del personale ATA nella nostra provincia. Siamo stufi di essere sempre penalizzati. Porterò il caso in Parlamento e presenterò un’interrogazione alla ministra Lucia Azzolina perché notiamo poca attenzione ai territori e al diritto di istruzione di tutti. Nessuno deve essere escluso. Dai dati che abbiamo le province più penalizzate saranno quelle di Massa-Carrara e Lucca. Disparità di trattamento dunque con le altre province della Toscana. Per quanto riguarda la situazione covid, la provincia di Massa-Carrara è stata molto colpita sia per numero contagiati che per decessi, a settembre con il calo di organici non sarà assolutamente possibile garantire il minimo di sicurezza, tenuto conto anche di un altro fattore negativo, ossia la criticità relativa alla edilizia scolastica, sia nel primo sche nel secondo ciclo. Non potremo garantire il diritto costituzionale alla istruzione. I doppi turni sono impensabili per i noti problemi legati ai trasporti e alla frammentarietà dei collegamenti. La ministra Azzolina aveva inoltre garantito il mantenimento degli organici, pur in presenza del calo demografico. Le chiediamo di mantenere le promesse fatte».