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Protestano i lavoratori a Nausicaa, in 50 al presidio. Tavolo il 17 dicembre

I sindacati Cgil e Cisl: «La manifestazione ha pagato, da mesi non ricevevamo risposta»

Erano in 50 in presidio ieri mattina davanti alla sede di Nausicaa tra cuoche, educatrici e autisti di scuolabus a chiedere un incontro coi vertici per il rinnovo dei contratti Anaste. La protesta ha sortito il suo primo effetto: al tavolo coi sindacati confederali già previsto per giorno 17 dicembre seguirà un incontro specifico di settore. “Siamo stati costretti ad organizzare questo presidio – ha dichiarato Alessio Menconi, segretario organizzativo della Funzione Pubblica e segretario confederale Cgil – perché le nostre richieste d’incontro, l’ultima datata 24 ottobre, non hanno avuto risposto. Nemmeno il sindaco, che aveva detto che si sarebbe interessato alla nostra causa, ha poi dato seguito alle sue parole. Restiamo stupefatti dalle dichiarazioni della direttrice di Apuafarma Lucia Venuti apparse a mezzo stampa: è vero che abbiamo ricevuto una convocazione a livello confederale, ma noi chiedevamo appunto un incontro coi sindacati di categoria.”

Il tema è appunto il contratto Anaste: “E’ stato sottoscritto dall’associazione nazionale che rappresenta le imprese private di assistenza residenziale agli anziani – ANASTE, appunto – e sindacati ‘non rappresentativi’ dei lavoratori di settore. Oltre ad essere scaduto da dieci anni, non consente a lavoratrici e lavoratori che ogni giorno offrono un servizio pubblico di avere un aumento di stipendio.” L’amministrazione Volpi aveva peraltro già assunto un impegno verso il passaggio a un altro tipo di contratto alla presenza dell’allora sindaco Angelo Zubbani, come certificano le carte dell’incontro avvenuto in prefettura. “Hanno un contratto ANASTE tutti gli ex dipendenti di Apuafarma che svolgono servizi alla persona – spiega Elisa Della Rosa, rsa Cgil funzione pubblica – dopo l’unificazione ci hanno garantito che sarebbero stati fatti tavoli di categoria, ma nonostante le numerose richieste l’azienda non ci ha mai risposto.”

Monica Francesconi, rsa di Fisascat Cisl, osserva: “Mandiamo pec da maggio, l’ultima il 24 ottobre, mai una risposta. Abbiamo anche avanzato le nostre proposte per passare da contratti di 9 mesi e mezzo a 12 mesi: chi lavora per 9 mesi e mezzo non può nemmeno fruire di ammortizzatori sociali nel periodo di pausa forzata. In consiglio comunale il vicesindaco Martinelli ha bocciato la nostra proposta di utilizzare il punto di cottura di Imm. Quella di utilizzare la cucina del Regina Elena non è stata nemmeno valutata. La nostra impressione è che vi sia la volontà politica da parte del Comune di lasciare questi servizi in house.” Menconi aggiunge: “I nidi di Carrara potrebbero essere serviti dalle nostre cuoche, per l’estate ragazzi potrebbero essere impiegate le nostre educatrici, onde scongiurare l’interruzione.”

Nausicaa dà lavoro a circa 30 cuoche. Simone Pialli di Fisascat Cisl aggiunge: “Ci sono figli e figliastri anche tra gli autisti: i nostri associati ci hanno rivelato che su 15 mezzi destinati al trasposto dei bambini 10 hanno più di 25 anni. Non hanno un deposito e sono costretti a lasciare i mezzi parcheggiati con le chiavi sopra: più di una volta hanno trovato resti di bivacco. Non hanno servizi igienici dedicati e non sono autorizzati a utilizzare quelli del Comune.” Parliamo di circa 7 autisti alle dipendenze di Nausicaa. Erano presenti in presidio anche alcuni esponenti delle forze politiche: Fabrizio Volpi di Italia Viva, Daniela Tommasini del Psi, Nicola Pieruccini della Lega Nord e Massimiliano Bernardi di Alternativa per Carrara.