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«Cave, Confindustria decida se sedersi al tavolo o andare dall’avvocato»

L'assessore regionale Ceccarelli replica agli industriali di Massa-Carrara: «Bene concertazione, ma con la volontà di rispettare le regole vigenti»

“Accogliamo volentieri l’appello del presidente di Confindustria che chiede l’istituzione di un tavolo con tutti i soggetti competenti in tema di cave, si tratta di continuare con un metodo di lavoro già applicato, ma per essere sicuri che questo tavolo produca dei frutti, è anzitutto necessario che gli industriali si mettano d’accordo per prima cosa con se stessi. Non è pensabile di stare seduti ad un tavolo di concertazione e poi alzarsi ed andare dall’avvocato per fare ricorsi al Tar. O l’una o l’altra”. A dirlo è l’assessore regionale al governo del territorio, Vincenzo Ceccarelli, che risponde alla proposta giunta a mezzo stampa da parte del presidente di Confindustria di Carrara di istituire un tavolo di confronto sul tema delle cave.

“Emblematico – continua Ceccarelli – è stato il caso del tanto chiacchierato articolo 58 bis, ovvero la modifica fatta alla legge regionale sulle cave. Quella norma è frutto di un serio e articolato lavoro fatto anch’esso con una ampia concertazione. Il testo è stato condiviso ed è stato portato in approvazione in Consiglio regionale e lì votato all’unanimità da tutte le forze politiche e da tutti i rappresentanti del territorio presenti. Ma dal giorno dopo sono iniziate le prese di distanza, la disinformazione premeditata. C’è stato chi ha addirittura tentato di far credere che un intervento legislativo pensato per dare modo alle imprese di superare criticità dovute a comportamenti difformi rispetto alla legge (senza ovviamente risultare un colpo di spugna o una sanatoria degli abusi commessi) fosse vessatorio per quelle imprese che ha salvato. Perché, dobbiamo ricordarlo, senza quella norma quelle imprese avrebbero perso autorizzazioni e concessioni, che sarebbero state revocate. Siamo arrivati a ricorsi fatti da alcune aziende patrocinate da Confindustria”.

“Noi abbiamo sempre ricercato la condivisione – precisa Ceccarelli – e lo stiamo facendo tuttora con tutti coloro che hanno interesse in questo settore. Lo stiamo facendo anche in questo momento, in vista dell’adozione del Piano regionale cave, con l’obiettivo di condividere una pianificazione che, nel rispetto delle norme, possa garantire uno sviluppo sostenibile a questo come a tutti gli altri territori della Toscana. Capisco che negli ultimi anni, il distretto del marmo si è dovuto adeguare ad un complesso sistema di regole, tra vecchie e nuove, ma la stessa cosa è accaduta a tutti i settori produttivi di tutta la Toscana. Niente di più, niente di meno”.

“Per qualsiasi confronto – conclude l’assessore – bisogna partire da una base condivisa e dalla volontà di rispettare le regole vigenti. Con queste premesse si può anche lavorare insieme per migliorare le norme, laddove sia necessario per consentire al settore di continuare a prosperare e generare utili come sta accadendo adesso, almeno a quanto risulta dai bilanci pubblicati dalla stampa. Costruendo, però, le condizioni affinché si valorizzi la filiera corta, si crei maggiore occupazione, si lavori in sicurezza e si rispetti una sostenibilità ambientale dovuta ad una materia di grande valore ma non riproducibile”.