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Cave chiuse, ok dalla Conferenza dei servizi per la Coop Lorano: si torna al lavoro

È una delle sei attività stoppate per aver escavato fuori perimetro. Trivelli: «Il potenziamento dell'ufficio marmo ha dato i suoi frutti». Intanto Ceccarelli dalla Regione risponde a Mallegni e il Pd di Carrara punta il dito contro il Comune

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La conferenza dei servizi ha dato parere positivo al progetto presentato dalla Cooperativa di Lorano: questo significa che, effettuate le opere di messa in sicurezza, la cava potrà riprendere le lavorazioni a seguito di uno stop di meno di un mese. La cooperativa, lo ricordiamo, era una delle sei cave chiuse per aver escavato fuori perimetro e in seguito all’entrata in vigore dell’articolo 58 bis della legge regionale 35/2015.

Un risultato positivo rivendicato da Regione e Comune. Come ha spiegato l’assessore al marmo Alessandro Trivelli alla platea di cavatori ieri in assemblea pubblica, “abbiamo potenziato l’ufficio marmo, trasferendo momentaneamente del personale da altri settori, e abbiamo chiesto di dare la massima priorità alle pratiche del 58 bis. Non è un caso che la conferenza dei servizi per la discussione della situazione della Cooperativa di Lorano sia stata convocata appena 24 ore dopo la presentazione del progetto di messa in sicurezza”.

In più l’amministrazione comunale di Carrara ha fatto sapere di aver chiesto l’apertura di un tavolo tecnico di discussione con riferimento alle ipotesi di difformità e alle tolleranze consentite, per affrontare criticità relative ad esempio ai margini di errore delle macchine, alle pendenze necessarie per la corretta lavorazione in galleria e a tutte quelle situazioni legate alla normale attività di escavazione.

Intanto dalla Regione Toscana interviene l’assessore Vincenzo Ceccarelli che replica alle dichiarazioni del senatore Massimo Mallegni e dei consiglieri Maurizio Marchetti e Marco Stella, tutti di Forza Italia. “L’articolo 58 bis della legge sulle cave è la risposta ad un problema, non il problema stesso. Ed è una norma aggiuntiva della legge regionale 35, approvata da tutto il Consiglio regionale e non prodotta dal parere di un dirigente. E’ perfino imbarazzante doverlo dire a un senatore della Repubblica e a due consiglieri regionali”.

“Do anche una notizia ai tre esponenti forzisti”, prosegue Ceccarelli. “Stamani si è conclusa positivamente la prima conferenza dei servizi convocata per esaminare un progetto di risistemazione e messa in sicurezza di una cava dove erano state rilevate attività non autorizzate. Aperta e chiusa in meno di 30 giorni e da lunedì il progetto potrà partire per consentire alla cava di riprendere la sua attività. La norma quindi funziona, eccome”.

“Il 58 bis – insiste Ceccarelli – ci è stato richiesto ed è stato approvato anche con il voto di Forza Italia, preceduto da una concertazione alla quale hanno partecipato tutti i capigruppo consiliari insieme ai sindacati. Avevamo detto da subito che se a parere si voleva ovviare con altro parere noi saremmo stati ben lieti di non ricorrere all’intervento legislativo, che però, con grande senso di responsabilità e unanimente, è stato approvato dal Consiglio. Nessuna sanatoria ‘compassionevole’, semmai da compatire è la ricostruzione che della vicenda hanno fatto Mallegni, Marchetti e Stella”.

La norma è stata approvata per affrontare il problema delle escavazioni superiori ai limiti consentiti ed esterne alle aree autorizzate, riscontrate dalle forze dell’ordine nel corso di controlli effettuati sulla base della legge regionale 35/2015 e del protocollo per la salvaguardia e la legalità dell’attività estrattiva nel distretto apuo-versiliese sottoscritto fra la Regione Toscana, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Massa, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca e i Carabinieri forestali. Tra il 2016 ed il 2017 sono stati svolti 10 controlli e sono state individuate alcune situazioni di escavi superiori a 1000 metri cubi esterni all’area di coltivazione attiva indicata dai piani autorizzati. Al termine di tutte queste verifiche è stato appurato che in alcuni casi le difformità effettuate dalle aziend e negli scavi erano tali da andare incontro al ritiro delle autorizzazioni e alla conseguente decadenza delle concessioni, che avrebbero poi dovuto essere riassegnate con gara pubblica. Con un conseguente, in quel caso sì, grave problema occupazionale.

E dunque, tenendo conto della complessità dell’area, della tematica e delle difficoltà ad armonizzare gli strumenti di valutazione anche delle pubbliche amministrazioni, la Regione ha inserito l’articolo 58 bis, che introduce – per le sole difformità volumetriche effettuate prima dell’entrata in vigore della norma e compiute in un’area già a destinazione estrattiva – un periodo transitorio di adeguamento che terminerà il 5 giugno 2019.

Grazie a questo provvedimento le aziende che altrimenti si sarebbero viste revocare le loro autorizzazioni e avrebbero visto decadere le concessioni, dovranno pagare una sanzione e sospendere le attività, ma solo fino all’approvazione di un progetto di risistemazione e messa in sicurezza delle aree interessate. Nel frattempo i Comuni sono stati chiamati a regolarizzare tutte le autorizzazioni entro 60 giorni. La norma introdotta con il 58 bis ribadisce, dunque, che il progetto autorizzato – sottoposto alle necessarie valutazioni ambientali – permette e legittima la coltivazione entro il suo perimetro.

LA NOTA DEL PD DI CARRARA
E sull’argomento “58 bis” interviene anche il Partito Democratico di Carrara che punta il dito contro l’amministrazione comunale. Riportiamo di seguito la loro nota in forma integrale.

“58 bis, la gestione goffa del parere dell’avvocatura è piena responsabilità dell’amministrazione: ad affermarlo è Gianluca Brizzi, segretario del Pd di Carrara. “In merito alla discussione sulle attività estrattive sospese tenutasi Mercoledì 6 Dicembre in Comune – scrive Brizzi – troviamo doveroso precisare che l’introduzione del 58 bis si è resa necessaria a fronte della gestione maldestra da parte dell’amministrazione del parere dell’Avvocatura Regionale espresso in seguito alla segnalazione dei Carabinieri forestali. Un dato che è stato tralasciato nel corso dell’incontro di ieri, come si evince dalle posizioni espresse non solo dagli esponenti della politica, ma anche da altre parti interessate.”
Il parere poteva essere gestito diversamente, prosegue Brizzi: “È stato assunto senza alcun tipo di contraddittorio, nel silenzio totale e senza il minimo coinvolgimento del Consiglio Comunale e delle commissioni competenti. Tant’è che sono subito scattate le sanzioni che, secondo la nuova lettura, avrebbero portato alla chiusura le attività coinvolte. Il 58 bis ha consentito un percorso diverso, probabilmente l’unico possibile dato che l’amministrazione aveva già emanato i provvedimenti di revoca della concessione.”
Il segretario del Partito Democratico ricorda che l’articolo 58 della legge 35 risale al 2015 e che “fino al 2018 vi è stata un interpretazione diversa delle sanzioni, per cui alcuni sconfinamenti precedenti a quelli attuali sono stati gestiti diversamente.”
Al percorso emergenziale sorto a Settembre hanno partecipato tutti, sottolinea Brizzi: “Se c’è stato un errore di metodo da imputare alla Regione è stato quello di non verbalizzare le riunioni avvenute con le parti politiche, amministrative e quelle sindacali, in particolare la Conferenza dei capigruppo che ha preceduto la discussione in Consiglio regionale. Oggi, molti dei cuor di leone che inveivano contro questo o quel nemico immaginario sarebbero stati miseramente sbugiardati.” Il segretario del PD Carrara condivide l’auspicio del vice sindaco Martinelli “che si faccia quadrato tutti per consentire di uscire con un buon risultato nel minor tempo possibile. Invito che, come Partito Democratico, abbiamo già raccolto senza farci coinvolgere dal clima da campagna elettorale permanente.”
La partita cruciale si gioca ora pianificazione complessiva del settore, secondo Brizzi: dal Piano regionale delle cave, passando per la revisione della legge regionale 35/2015, ai Piani attuativi e al Regolamento degli agri marmiferi. “Un processo che in parte compete alla Regione e in parte all’amministrazione comunale. In queste settimane, come PD locale abbiamo avanzato alcune proposte concrete alla Regione Toscana: sul Piano Regionale delle Cave abbiamo chiesto una proroga dei tempi di discussione che favorisca una maggior concertazione sugli aspetti più delicati, quale dimensionamento e rese. Proposta accolta con favore.”
Sul 58 bis Brizzi precisa: “Abbiamo preteso chiarezza sui tempi previsti per il rilascio dei pareri per l’approvazione o meno dei piani di sicurezza e ripristino presentati dai soggetti sospesi. Questo consentirebbe alla imprese di operare in quadro normativo definito e programmato. Le preoccupazioni nascono laddove insistono anche pareri di carattere ambientale o demandati alla Soprintendenza. Il primo procedimento che ha riguardato la cooperativa di Lorano lascia ben sperare, essendosi esaurito in poche settimane.”
Brizzi coglie l’occasione per lanciare una stoccata al centrodestra: “Lasciamo a loro le sceneggiate fatte di selfie video e capelli cotonati, un giorno con le imprese, un giorno con i lavoratori: a noi interessa risolvere la questioni con atti concreti.”
All’Amministrazione rimprovera infine solo la superficialità con cui sarebbe stata gestita la vicenda, chiedendo un percorso per la pianificazione complessiva del settore. Il PD assicura piena cooperazione al netto delle differenze politiche: “Lo abbiamo già fatto all’interno del Consiglio Comunale proponendo una discussione sul 58bis e attraverso diversi incontri con l’Assessorato regionale competente, e andremo avanti. Condanniamo chi oggi strumentalizza le difficoltà di decine di lavoratori per piegarli ai propri squallidi interessi corporativi o peggio ancora elettorali,” conclude Brizzi.

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