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Su Fossa Combratta si aprirà un percorso partecipativo

Questa la richiesta avanzata dal Parco delle Apuane in Conferenza dei servizi

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Su cava Fossa Combratta si deve aprire un percorso ampio di partecipazione. È questa la richiesta che il Parco Regionale delle Alpi Apuane ha avanzato nella Conferenza dei Servizi che si è riunita oggi 12 settembre presso la sede di via Simon Musico, per discutere in merito a Fossa Combratta, la cava n 131 che si trova in area contigua di cava tra Massa e Carrara nella zona Brugiana, che ha presentato un piano di messa in sicurezza.

La riunione era stata convocata in aggiornamento a quella che si era svolta il 5 Settembre scorso in cui alcuni rappresentanti delle amministrazioni presenti avevano chiesto di poter effettuare verifiche più precise. La Conferenza di stamani si è conclusa con la richiesta alla ditta di una rimodulazione del progetto.

La ditta Tonarelli Piero Alfredo Escavazione Marmi aveva già presentato una variante del piano coltivativo, proponendo nel 2016 un intervento di escavazione di 1.370 mc, che ha ricevuto la pronuncia di compatibilita` ambientale con scadenza nel 2019. Il progetto di messa in sicurezza presentato sarebbe del tutto assimilabile a un normale progetto di coltivazione, poiché produrrebbe il medesimo impatto sull’ambiente. Innanzitutto perché i volumi da scavare ammontano complessivamente a 58.000 mc. Poi, perché si svolgerebbe nell’arco di cinque anni e secondo modalita` di estrazione a gradoni, come un piano di coltivazione ordinario. Produrrebbe inoltre un traffico di mezzi pesanti, peraltro su una strada attualmente non idonea a sopportare tali transiti. In ultimo, prevede la realizzazione di una nuova strada di arroccamento della larghezza di 6 metri e della lunghezza di circa 200 metri in un’area boscata ricadente del tutto quasi al di fuori dell’area contigua di cava. I soggetti riuniti in conferenza dei servizi hanno ritenuto corretto rimandare la sua valutazione alla imminente approvazione del relativo Piano attuativo di bacino estrattivo, che dovra` avvenire entro il giugno del prossimo anno.
Nel frattempo, a fronte però delle differenti posizioni in campo indirizzate al rilascio dell’autorizzazione, considerati gli appelli avanzati da più parti e le richieste di tutela del sito in questione, il Parco, ha suggerito di aprire alla partecipazione. Lo ha fatto chiedendo agli Organi dell’Ente di “valutare l’opportunità di attivare forme di partecipazione e consultazione delle popolazioni residenti, delle associazioni e delle categorie economiche, quali quelle previste dalla legge regionale n. 10/2010 e successive modificazioni ed integrazioni.”

“Un percorso partecipativo – afferma il Presidente del Parco Alberto Putamorsi – è la strada più idonea da percorrere. Fin da subito avevo avanzato in merito al progetto di messa in sicurezza le mie perplessità. Lo avevo fatto in maniera netta, definendo il progetto una furbata inopportuna. Ero e sono consapevole del fatto che le mie sono indirizzi politici e che in conferenza dei servizi siedono i tecnici. Tuttavia – aggiunge Putamorsi- continuo ad essere preoccupato anche per il fatto che, in base al progetto, non vi è ritorno socio economico per la comunità locale dal momento che, lo stesso proponente dichiara che gran parte dei materiali da trattare è priva di valore commerciale.”

Le riserve del Parco erano emerse fin dalla prima conferenza dei servizi che si era tenuta il 3 agosto. Adesso, con l’apertura di un percorso partecipativo, tutti i soggetti che a vario titolo hanno manifestato proposte, critiche e osservazioni, possono parlare in un confronto pubblico, aperto e partecipato.

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