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Lavori usuranti, dibattito acceso in Comune. Le posizioni dei candidati

Confronto diretto su lavoro in cava e sistema previdenziale tra Geloni (LeU), Nardi (PD), Paglini (M5S), Minervini (PaP) e Nicolini (Insieme)

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Sui lavori usuranti il dibattito nella sala di rappresentanza del Comune è stato acceso. L’incontro dello scorso venerdì, moderato da Roberto Venturini (FILLEA-CGIL) e Francesco Fulignano (FENEAL-UIL) ha coinvolto alcuni dei candidate locali alle politiche 2018: Chiara Geloni (LeU), Martina Nardi (PD), Sara Paglini (M5s), Elio Minervini (PaP) e Roberto Nicolini (Insieme).

In apertura, Marco Tonarelli della Progetto Carrara ha rivolto un accorato appello all’amministrazione per risolvere la vertenza che riguarda 20 lavoratori. “Abbiamo scelto di invitare i candidati più vicini al mondo del lavoro – ha spiegato Venturini di Fillea
– Lo scorso 2 febbraio il ministro Poletti ha firmato il decreto sull’esenzione dell’aumento dell’età pensionabile a 67 anni dal 2019 prevista dalla riforma Fornero per i lavori usuranti. Tra le 15 categorie non rientra però il marmista. In cava, invece, fino al 2011 si poteva andare in pensione con 36 anni di contributi e 57 di età: oggi servono 61 anni e sette mesi di età e 41 di contributi. Ci batteremo per cambiare questa situazione”.

“La legge Fornero è stata approvata in poche ore da un paese in ginocchio – ha dichiarato Chiara Geloni di LeU – Secondo noi andrebbe riscritta sotto l’aspetto dei lavori usuranti; le modifiche recenti sono insufficienti. Le caratteristiche dei 41 anni di contributi e 61 d’età sono molto gravose, considerando che a lavorare in cava si comincia molto presto. Bisogna inserire i lavoratori del marmo e al piano tra i lavori usuranti e riportare le condizioni necessarie allo stato precedente.”

Per Martina Nardi (PD) è importante considerare i risultati ottenuti: “Abbiamo bloccato gli effetti della Fornero per i lavoratori usuranti: è un piccolo passo, anche se non risolutivo. Abbiamo presentato un piano da 300 milioni di euro per le misure previdenziali sulla quota 41, sul blocco dell’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita e sull’estensione dell’ape sociale. L’interpretazione che ne ha dato l’Inps è stata troppo restrittiva: non tutte le richieste dei lavoratori precoci sono andate a buon fine. Capiremo il perché. Costruiamo un tavolo di ragionamento, proviamo a capire se possiamo aprire altri fondi, altri canali.” La deputata ha considerato con favore le proposte avanzate dalla lega dei cavatori.

Secondo Sara Paglini (M5S), un sistema pensionistico dovrebbe soprattutto permettere di smettere di lavorare adun’età accettabile, favorendo così il necessario ricambio generazionale. “Proponiamo il superamento della cosiddetta Fornero attraverso la messa a regime dei parametri di “quota 41” e “quota 100” per l’accesso alle pensioni, l’introduzione della staffetta generazionale nelle aziende, un ampliamento delle categorie di lavori da considerare usuranti ed un allargamento della possibilità di usufruire della “opzione donna”, nonché il blocco dell’adeguamento all’età pensionabile all’aspettativa di vita. Intendiamo ampliare le categorie dei lavori usuranti.”

Roberto Nicoli (“Insieme”) è contrario a legare il privilegio accordato ai lavori usuranti ai sette anni di attività lavorativa: “Oggigiorno lavorare per la stessa società sette anni di fila è un’impresa. Per noi rappresentanti dei cittadini sono fondamentali i lavoratori e le loro lotte, che ci spingono a stare al loro fianco. D’altra parte, i politici non dovrebbero limitarsi a dire “mandiamo tutti a casa”, ma essere propositivi, per far sì che la realtà delle cose cambi.”

“Le pensioni non sono il bancomat dei governi – ha dichiarato Elio Minervini (PaP) –Siamo di fronte a una sconfitta se consideriamo la “quota 100” un risultato; quando Maroni fece la riforma delle pensioni a inizio anni 2000 c’indignavamo per la quota 97-98. Dobbiamo partire dall’idea di recuperare il diritto alla pensione. Nel 2018 i contributi dei lavoratori italiani sono superiori alle prestazioni pensionistiche erogate; se l’Inps è in difficoltà economiche è perché non viene osservata la separazione (stabilita per legge) tra assistenza e previdenza. A tutti i lavoratori va diminuita l’età pensionabile, pur mantenendo una discriminazione positiva per i lavori usuranti.”

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