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Solo il 25% dei pensionati apuani si dichiara in grado di sostenersi

Il 39% è convinto che la situazione possa ancora peggiorare, mentre il 52% è decisamente pessimista

La FENAPI (Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori) di Massa Carrara, coinvolgendo il proprio Patronato INAPI, ha effettuato un’indagine su 260 pensionati di Massa e Carrara. Emergono due cose apparentemente contraddittorie: solo il 25% ritiene di avere pensioni adeguate, e nonostante ciò si dichiarano fiduciosi per il futuro, anche se la metà degli anziani è insoddisfatta della vita che conduce. Gli interventi governativi che potrebbero contribuire a migliorarla sono individuati nella diminuzione della pressione fiscale sulle pensioni, nell’aumento degli assegni minimi di 80 euro e nell’incremento della quattordicesima. E, inoltre, occorre modificare il “paniere dei beni” sul quale si calcola il costo della vita, inserendo più beni acquistati d’abitudine dai pensionati. Difficilmente questi desideri saranno realizzabili anche perché la legge finanziaria è tutta sbilanciata sui giovani, ma solo fino a 29/32 anni. L’equità vorrebbe che si trovasse un punto di equilibrio fra le esigenze dei giovani e quelle degli anziani senza mettere gli uno contro gli altri. Senza dimenticare le prossime elezioni dove i pensionati sono in maggioranza.

In dettaglio, il 15% degli interpellati è fiducioso (mentre la media nazionale si ferma all’8%) e un altro 17% è comunque orientato positivamente. Il 39% è convinto che la situazione possa ancora peggiorare, mentre il 52% è decisamente pessimista.

Il 51% degli anziani sostiene di vivere male contro un 49% che pensa “positivo”. Una valutazione largamente influenzata, com’è ovvio, dal reddito. Solo il 12% di quanti percepiscono un assegno inferiore ai 750 euro mensili è soddisfatto della qualità della propria vita contro il 65% di quanti ritirano una pensione superiore ai 1750 euro.
Il 52% degli interpellati è convinto che negli ultimi cinque anni il proprio tenore di vita sia rimasto immutato, il 2% lo ritiene migliorato e il 46% peggiorato. Se si allunga l’arco temporale del confronto a dieci anni, la quota di anziani che ritiene peggiorato (molto o poco) il proprio tenore di vita sale al 67%.

Il 41% dei pensionati valuta la propria situazione economica attuale buona (in perfetta media nazionale), il 25% normale (italiani al 41%) e il 33% difficile. Solo il 25%, però, si dice in grado di sostenere economicamente la famiglia con le entrate correnti, un altro 29% ci riesce perché può contare su altri redditi e il residuo 46% abitualmente non ce la fa. Quasi tre anziani su quattro (il 74%) si sentono in credito con lo Stato e la stragrande maggioranza (79%) non ha mai pensato di trasferirsi all’estero.

I timori
Il 47% dei pensionati pone in cima alle proprie preoccupazioni la malattia, il 29% la perdita dell’autonomia e dell’autosufficienza, il 19% la perdita della capacità di ragionare e di capire.
In futuro, gli anziani vorrebbero prima di tutto avere/occuparsi dei nipoti (37%) con, a distanza, tornare a uno stile di vita più vicino alla natura e alle vecchie tradizioni (14%) e coltivare nuovi passatempi e nuove passioni (13%).

Il rapporto con le nuove tecnologie
Aperto e senz’altro migliore di tanti luoghi comuni appare il rapporto tra pensionati e tecnologia. Il 39% ne fa uso quotidiano, il 13% non di continuo, il 48% raramente o mai. Ma il 58% è persuaso della necessità della tecnologia nella situazione attuale contro il 42% di refrattari. E il 36% se ne dichiara entusiasta contro un 22% di insensibili ai richiami.