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Massa non è una smart city ma la trasformazione digitale è in crescita

L'economia trascina giù la città che è 63° in Italia, perdendo quattro posizioni in un anno

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In realtà non ci voleva il report IcityRate per comprendere che Massa non è una smart city ma adesso è nero su bianco e certificato sopratutto in un indagine di carattere nazionale. Il report rispetto al 2016 ha portato ad un ulteriore aumento degli indicatori considerati, che passano quest’anno ad essere 113, ma soprattutto all’introduzione di ben 42 nuovi indicatori afferenti ad ambiti di policy differenti. ICity Rate è il Rapporto annuale realizzato da FPA per fotografare la situazione delle città italiane nel percorso verso città più intelligenti, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili.

I dati. Tralasciando i dati più strettamente economici di cui già si conosce l’andamento provinciale (povertà, per esempio, al 72° posto), prendiamo in esame più strettamente relativi alle città più smart. Per esempio l’energia in cui Massa si colloca bene al 36° posto. Questi gli indicatori: la produzione di energia da fonti rinnovabili in impianti di proprietà comunale e l’uso di tecnologie eco compatibili, la variazione dei consumi energetici nell’ultimo anno, ma anche la qualità del servizio elettrico e il livello di adesione (e impegno) delle amministrazioni comunali alle iniziative di reti tra le città per la sostenibilità legate al Patto dei Sindaci.

Male invece il turismo e cultura con Massa al 72° posto. Per il turismo sono presi in esame 11 indicatori che tengono insieme i due lati della medaglia dell’ospitalità made in Italy: tasso di turisticità, turismo non estivo, attrattività delle città, patrimonio culturale, ma anche spesa, imprenditorialità e occupazione specificatamente legate ai comparti della cultura.

Il dato più strettamente legato al digitale colloca Massa al 47° posto in Italia anche se in un trend di crescita. Questi i parametri: L’infrastrutturazione in Banda Larga e la sua penetrazione, la presenza di punti di wifi pubblico, l’adesione al Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) a Pago PA, il ricorso alla fatturazione elettronica e l’abilitazione all’emissione delle Carta d’identità elettroniche, ma anche il livello di avanzamento e interattività dei servizi on line.

Male invece la mobilità con il 63° posto. Questi gli indicatori: oltre al tema del parco veicolare e dell’obiettivo di riduzione dell’incidentalità nelle aree urbane, anche i diversi aspetti legati alla pianificazione, all’infomobilità, al trasporto pubblico, alla ciclabilità e allo sharing.

Vanno male i dati sui rifiuti collocando Massa al 99° posto. Questi gli indicatori: la percentuale di raccolta differenziata, la quantità di rifiuti urbani prodotti pro-capite e un indicatore, ricavato dai dati Istat dell’indagine sui dati ambientali delle città 2016, relativi alle politiche e alle iniziative orientate alla prevenzione e alla riduzione della produzione dei rifiuti urbani nei comuni capoluogo.

Male anche la governance con Massa al 61° posto. Per questo indice sono presi in esame 12 indicatori che saldano elementi legati al buon funzionamento dell’Amministrazione municipale, quali la capacità gestionale e la stabilità economica con fattori relativi al capitale sociale e alla “qualità della relazione” tra i cittadini e il Comune.

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