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Cresce l’export di blocchi e lastre, calano i lavorati

la La Internazionale Marmi e Macchine inserita dal ministero nell'elenco dei Temporay Export Manager

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Nei primi 9 mesi del 2017, il settore della pietra naturale italiano ha esportato 2.952.026 tonnellate di materiali lapidei per un valore di 1.485.128.379 euro registrando una crescita, sullo stesso periodo dell’anno precedente, del 5,7% in quantità e dell’1,14% in valore.

Questo il dato apparentemente positivo emerso dalle elaborazioni del Centro Studi di Internazionale Marmi e Macchine che, periodicamente, monitora l’andamento del commercio internazionale dei prodotti lapidei.

Si registra, in particolare, il forte aumento dell’export di marmo in blocchi e lastre grezze a fronte di un export di lavorati di marmo e di granito in calo, rispettivamente del 7,2% in quantità e del 4,1% in valore per il marmo e del 10% in quantità e del 7% in valore per il granito.

Il risultato è in controtendenza rispetto al trend degli ultimi anni che vedeva, invece, l’export di lavorato in pietra naturale Made in Italy in forte crescita, sia in conseguenza all’incertezza del mercato mediorientale (EAU e Kuwait) sia per il rallentamento di quello statunitense. Non aiuta peraltro, in questo contesto, la crescita costante dell’utilizzo di pietra artificiale (conglomerato di quarzo)

Il Presidente di IMM Fabio Felici commenta così questi dati: “Il calo dell’export dei lavorati è dovuto a una molteplicità di fattori complessi e interconnessi fra loro. Fra questi, il rallentamento del mercato edile in Nord America dovuto alla difficile situazione economica, unito al boom dei materiali artificiali, rappresentano sicuramente due elementi di criticità per il settore lapideo. Il cosiddetto “quarzo” cioè il marmo artificiale viene promosso direttamente presso gli architetti, con la stessa “potenza di fuoco” che caratterizza il settore ceramico. Architetti e designer trovano conveniente specificare questi materiali che, in quanto prodotti industrialmente in serie, garantiscono una uniformità di colore e caratteristiche che la pietra naturale, che non esce da un forno, non può garantire. Tuttavia il maggior fascino e valore aggiunto in termini di unicità, e anche di storia, del marmo è nel suo essere un prodotto naturale. Da questo punto di vista l’attività ormai ultradecennale che IMM svolge in termini di formazione per gli architetti rispetto sia al valore che al corretto impiego dei materiali lapidei diventa anche più rilevante. Rientra in questo contesto di riconoscimento del know-how acquisito nel tempo dalla Società l’inserimento di IMM nell’elenco dei “Temporary Export Manager” creato dal Ministero per lo Sviluppo Economico, elenco che identifica, secondo criteri precisi, quei soggetti di cui le PMI potranno dotarsi appunto “temporaneamente” per un supporto rispetto alle proprie attività all’estero.”

L’intervento del MISE consiste in un contributo a fondo perduto sotto forma di voucher, in favore di tutte quelle PMI che intendono guardare ai mercati oltre confine attraverso una figura specializzata (il cd. Temporary Export Manager o TEM) capace di studiare, progettare e gestire i processi e i programmi sui mercati esteri. Per usufruire del contributo le imprese dovranno rivolgersi ad una Società fornitrice dei servizi scegliendola tra quelle inserite nell’ apposito elenco che è stato pubblicato il 20 dicembre. Per la Toscana le società identificate dal Ministero sono 11, con la IMM quale unica realtà della provincia di Massa-Carrara accreditata per la fornitura di servizi di supporto ai processi di internazionalizzazione.

Nei primi 9 mesi 2017 sono stati venduti, fuori dai confini italiani, blocchi e lastre grezze di marmo per un valore di 296.733.330 euro per un totale di oltre 1 milione di tonnellate. Un quantitativo che supera del 34,2% quello dello stesso periodo 2016, per una differenza di oltre 273 mila tonnellate.

Verso L’India, nei primi nove mesi dell’anno, sono state inviate 325 mila tonnellate di marmo in blocchi e lastre per un valore di oltre 62 milioni di euro (+67,7% in quantità e +43% in valore rispetto allo stesso periodo del 2016); verso la Cina sono andate 404,4 mila tonnellate di blocchi e lastre di marmo per un valore di quasi 135,5 milioni di euro (+55,6% in quantità e +64,8% in valore).

Il calo dell’export dei lavorati è invece dovuto al rallentamento della domanda nord-americana, in particolare statunitense. L’export italiano di lavorati di marmo verso gli USA è passato da un totale di 115 mila tonnellate a un totale di 103 mila tonnellate per un valore che passa da 248 milioni a 234,6 milioni.

Aumenta invece dell’8% il valore dell’export di lavorati di marmo verso i paesi dell’Unione Europea per un totale di quasi 148 milioni di fatturato. I paesi che maggiormente hanno determinato questo risultato positivo sono la Francia e il Regno Unito che hanno fatto registrare al valore export italiano di lavorati di marmo, rispettivamente, un +17,5% e un +7%.

Considerando anche i lavorati in granito, ardesia e altre pietre l’Italia ha esportato nel periodo considerato lavorati per un valore di un miliardo e 113 milioni (un valore del 5% più basso rispetto allo stesso periodo 2016) di cui 359,6 milioni realizzati dal distretto apuoversiliese.

Le province di Massa-Carrara, Lucca e La Spezia hanno realizzato, nei primi 9 mesi 2017, complessivamente, un export di pietre tagliate modellate e finite del valore di 359,6 milioni di euro in calo rispetto ai primi nove mesi 2016 di quasi il 6%.

Il calo più significativo riguarda l’export di lavorati della provincia di La Spezia (-16,5%) seppur calcolato su valori modesti. Segue il calo dell’export della provincia di Lucca (-8,9%) per un valore di 99,7 milioni di euro e, infine, il calo del 4,1% dell’export di lavorati della aziende della provincia di Massa-Carrara per un valore di 250,1 milioni.

Anche le importazioni italiane di pietra naturale risultano in calo del 12,2% in quantità e del 6,2% in valore non facendo sperare, per i prossimi mesi, in una immediata ripresa del settore.

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