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Riapre dopo due anni il centro “Dal libro alla solidarietà” di Fivizzano

FIVIZZANO – Il Centro Dal libro alla solidarietà in piazza Medicea a Fivizzano ha riaperto la sua sede dopo oltre due anni di chiusura a causa della pandemia, ospitando la presentazione di un amico da lunga data del centro, lo storico Giorgio Pagano, ex sindaco della Spezia, che ha presentato il suo libro “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”.

Alla presenza del vicesindaco Giovanni Poleschi, Pagano ha conversato con Carmine Mezzacappa e Daniele Rossi. Tanti i temi affrontati. Di particolare interesse il confronto, sollecitato da Rossi, sul rapporto tra Resistenza e Sessantotto. Secondo Pagano «il problema posto dal Sessantotto era quello non della rivoluzione, ma di una riforma delle istituzioni, dell’allargamento delle basi democratiche dello Stato. Il Sessantotto fu il momento conclusivo di un processo di democratizzazione iniziato con la Resistenza e la Costituzione. E, se la generazione degli anni Quaranta aveva reinventato la democrazia e la libertà politica, quella degli anni Sessanta mostrava di voler ritrovare la democrazia nella vita quotidiana, nella scuola, nel lavoro, nelle relazioni intersoggettive. […] Se si coglie la complessità di questo orizzonte tematico – ha aggiunto Pagano – si può comprendere, allora, quanto grande sia stata la responsabilità di chi nei partiti di sinistra non seppe comprendere la posta in gioco e di chi nelle organizzazioni minoritarie volle spingere il movimento verso una ideologia rivoluzionaria violenta».

Pagano si è anche soffermato sui legami, alla Spezia, tra la sconfitta operaia negli anni Cinquanta e il Sessantotto operaio, «che volle in un certo senso curare le ferite dell’emigrazione in Germania, Belgio, Svizzera di un’intera generazione operaia falcidiata dalla discriminazione politica e ‘vendicare’ i neri anni Cinquanta. Questi intrecci – ha concluso – ci portano a dire che non aveva ragione Marx a sostenere che le ribellioni non traggono la loro poesia dal passato, ma il filosofo Benjamin, secondo cui il loro motore segreto è in un desiderio di redenzione dei vinti, in un appuntamento misterioso tra generazioni. La rivolta che verrà sarà ancora una volta nuova, si pensi alla battaglia per i diritti della Natura, ma conterrà molte tracce del passato, anche i lasciti vitali del Sessantotto degli inizi, etico, libertario, nonviolento».