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La musica che ha cambiato il consumo della politica: il nuovo libro di Alessandro Volpi

MASSA – La musica che gira intorno alla politica. E viceversa. Il 1980 è un anno spartiacque. È l’anno in cui cade il pregiudizio ideologico per cui la politica tendeva ad ‘accogliere’ e ‘accettare’ soltanto quegli artisti ‘fedeli alla linea’. I partiti, Partito Comunista in primis e in seconda battuta la Democrazia cristiana, cambiano prospettiva rispetto alla musica. Rock, pop e, in successione, persino la discomusic diventano per i partiti la strada da seguire per riconquistare le giovani generazioni. Non solo: i concerti rappresentano una scelta redditizia per chi organizza le manifestazioni. Band e artisti internazionali tornano a suonare in Italia. Da allora, e per almeno una decina di anni, i concerti vengono quindi utilizzati dalla politica per cercare consensi nuovi. Una direzione che introduce quella ‘spettacolarizzazione’ che ancora oggi non abbandona la politica italiana. Ne parla, spaziando dai Clash a Bob Marley, da Lou Reed ai cantautori italiani, il professor Alessandro Volpi, docente di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, nel suo libro “1980. Una lunga estate italiana. La musica che ha cambiato il consumo della politica”, pubblicato da Pisa University Press.

Il libro sarà presentato giovedì 23 giugno alle 21 a Palazzo Ducale – Massa (in collaborazione con l’Associazione Briciole). Dialogherà con l’autore Nicoletta Pesenti. «Prima del 1980 – spiega il professor Volpi – la strategia culturale era differente: i partiti, quelli più grandi, avevano cercato di dettare ai propri militanti anche i canoni di musica da ascoltare. Nel caso del Partito Comunista ciò era avvenuto selezionando gli interpreti in base ai principi della coerenza ideologica e all’obiettivo della costruzione del consenso, mentre per la Dc la tendenza era stata quella di veicolare il patrimonio musicale attraverso le grandi manifestazioni popolari. Il capovolgimento di fronte diventa evidente, dopo un triennio nel quale – invece – gli artisti avevano disertato l’Italia a causa del clima irrespirabile di violenza esistente nel Paese. La battaglia politica dal 1980 in poi sembra essere quella per appropriarsi della ‘grande evasione’. Ma è una battaglia che né il Pc né la Dc riusciranno a vincere dopo la discesa in campo del signore delle televisioni private, Silvio Berlusconi, che proprio la ‘grande evasione’ mise a sistema».

Il volume torna a raccontare anche le feste di partito: la Festa de L’Unità nazionale di Bologna del 1980, la Festa nazionale dell’Amicizia di Salerno, il Meeting per l’amicizia tra i Popoli di Rimini, solo per fare qualche esempio. Un libro che è rappresenta anche il debutto di un progetto targato Unipi: il libro del professor Volpi è il primo cui dal quale sono stati estratti una serie di podcast che verranno lanciati nelle prossime settimane (per “1980. Una lunga estate italiana” si tratta di tre puntate) realizzati da Cidic e Pisa University Press.