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Tutti in piedi a ‘The Voice’ per Annibale Giannarelli, la voce lunigianese di “Trinità”

Il classe 1948 nativo di Sassalbo si è rimesso in gioco sul palco del programma condotto da Antonella Clerici, stregando tutti con il suo timbro inconfondibile

FIVIZZANO – La sua voce ha stregato i quattro giudici di The Voice Senior. E’ un timbro caldo e inconfondibile quello di Annibale Giannarelli, il lunigianese che ha dato la voce alla colonna sonora di “Lo chiamavano Trinità”,  il famosissimo brano opera del cantautore britannico Lally Stott e del musicista Franco Micalizzi.

Generico dicembre 2021

Sul palco del programma condotto da Antonella Clerici, alla sua seconda edizione dopo il successo dello scorso anno, Annibale si è presentato con grande umiltà, raccontando la sua storia. Nato a Sassalbo (Fivizzano, MS), a 13 anni si è emigrato con i genitori in Australia. «Appena arrivati, è stato un po’ uno shock – confessa -. Si ricevevano delle lettere e si piangeva a tavola, in famiglia. Poi è iniziata la mia fortuna: cominciai a fare i night club. Ero spontaneo, mi veniva naturale, quando suonavo e cantavo mi sentivo “io”. Ho anche inciso un disco: piacque molto, ricevetti un disco d’oro. A 15-16 anni mi è stato chiesto di fare da spalla a Peppino Di Capri e Mina allo stadio di Syndey. Di Peppino ero innamorato. Gli chiesi se secondo lui vi era possibilità di proseguire il mio percorso in Italia e lui mi ha molto incoraggiato». A Roma iniziò a incidere varie colonne sonore per film tra cui, la più famosa, quella di “Lo chiamavano Trinità”, celebre western all’italiana del 1970 scritto e diretto da E. B Bucher.

«Dopo 6 anni a Roma decisi di ritornare in Australia – continua -. Vivendo lì, ero all’oscuro del successo che questa colonna sonora stava facendo». Una vita da musicista, quella di Annibale, ma accompagnata da una costante sensazione di incompiuto. «E’ rimasto quel senso di qualcosa che non è completo. Si dice “non è finita finché non è finita”. Quindi eccomi qui». A 73 anni si rimette in gioco. Sale su un palco in punta di piedi, perché ha smesso di far musica da anni. Oggi vive a Sassalbo, nella sua Lunigiana, dove è nato, e dove «ha trovato la pace».

Davanti ai giudici, Loredana Bertè, Gigi d’Alessio, Orietta Berti e Clementino, la voce di “Trinità” ha cantato al piano una meravigliosa versione di “Just the way you are” di Billy Joel. Al termine dell’esibizione ha il volto dolcemente commosso. I giudici gli chiedono di tornare al piano: «Suonaci qualcos’altro». Non ci deve pensare due volte: il pezzo è Trinity. La voce è la stessa di anni fa, l’intenzione è cambiata. Ieri Annibale si affacciava sul panorama musicale, oggi vuole portare a termine «il suo discorso».