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I 160 anni della Provincia di Massa-Carrara: via alle celebrazioni con un dono di Mattarella foto

In sala Resistenza tutti i sindaci di Massa-Carrara, i rappresentati delle massime autorità civili, militari, politiche e le scuole

Celebra 160 anni la Provincia di Massa Carrara. La sua storia attraversa i cambiamenti politici e culturali, economici e finanziari dell’Italia dal Risorgimento ad oggi. Raccontare 160 anni di un ente non è certo cosa semplice. E chiamarlo “ente” può non rendere l’idea del compito che è stato chiamato ad assumersi in tutti questi anni: tenere assieme 17 comuni, portatori naturali di altrettanti cambiamenti, divisi da confini geografici, politici e culturali. Aulla, Bagnone, Carrara, Casola in Lunigiana, Comano, Filattiera, Fivizzano, Fosdinovo, Licciana Nardi, Massa, Montignoso, Mulazzo, Podenzana, Pontremoli, Tresana, Villafranca in Lunigiana e Zeri. In occasione del “compleanno” della Provincia quei comuni hanno sfilato con i rispettivi gonfaloni. Luogo della celebrazione: Palazzo Ducale, sede di due uomini delle istituzioni: il presidente della provincia di Massa Carrara Gianni Lorenzetti e il prefetto della provincia di Massa Carrara Paolo D’Attilio. Ruoli che per un periodo sono combaciati e che oggi coabitano quel quadrilatero perfetto che occupa piazza Aranci, il cui stato, purtroppo, rispecchia perfettamente lo stato attuale dell’ente: cantieri aperti e impalcature a mò di protezione, senza una reale pianificazione per tutelarne il futuro.

Ad aprire la cerimonia il presidente della provincia Gianni Lorenzetti che ha ringraziato i dipendenti “promotori del compleanno”. “La provincia ha passato due guerre – è intervenuto il presidente Lorenzetti – un ventennio fascista, la resistenza da cui prende il nome questa sala, una linea gotica, eccidi di uomini e donne, carabinieri, finanzieri. Ha vissuto disastri ambientali come la Farmoplant quando i cittadini sono stati chiamati a scegliere se morire per la mancanza di salute o morire per la mancanza di lavoro per sfamarsi. Ha vissuto tornadi come quello del 77, alluvioni come quelle in Lunigiana e Montignoso, esondazioni come quella del Carrione a Carrara. Ha visto morire, e continua a veder morire, sul lavoro i cavatori, il cui sangue sporca di rosso il marmo bianco apuano. La provincia ha vissuto dei cambiamenti di sistema, quando è nata aveva come rappresentanti uomini nominati dal Re, poi uomini nominati dal presidente, poi dai prefetti. Infine arrivò la Costituzione, la democrazia che portò il popolo a scegliere i propri rappresentanti. Gli uomini che hanno presieduto questo ente sono stati chiamati ad attuare una visione larga, oltre il confine dei comuni”.

“Poi ci sono stati i tagli del governo Monti e improvvisamente le province non potevano più fare ciò che normalmente avevano potuto fare. Da allora sono state bloccate le assunzioni. Che sia una fabbrica, o un ente pubblico, senza posti di lavoro un’organizzazione non può operare. Come continuare, senza risorse, a mantenere 700 chilometri di strade e 80 edifici scolastici? Ma le province dovevano essere abolite, questo era il messaggio che doveva passare. Ciò che non è passato è che tagliando, risparmiando su un ente, anche i servizi offerti da quell’ente sarebbero venuti meno. E a pagarne di più le conseguenze sono state le scuole”.

“Abbiamo tribolato – continua Lorenzetti – e stiamo tribolando ancora, ma da quella che era stata annunciata come una liquidazione si potrebbe arrivare ad un rilancio: il rilancio dovrebbe rientrare nella riforma del testo unico degli enti locali. Abbiamo fortemente voluto questa iniziativa perchè come cita il volantino: il nostro futuro è nel nostro passato”.

Accanto a lui il prefetto di Massa-Carrara Paolo D’Attilio: “Abitiamo un palazzo che ha vissuto tempi migliori, ma le province hanno vissuto un percorso parallelo a quello delle prefetture”.

“Anche le prefetture sono state oggetto della spending review. Un decreto prevedeva l’abolizione di diverse sedi. Eppure ci siamo ancora. Oggi c’è una presa di coscienza a riguardo: la spesa del personale è come la spesa del carburante per l’automobile”. Il prefetto ha quindi donato una medaglia da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Provincia di Massa-Carrara.

In sala Resistenza tutti i sindaci di Massa-Carrara, i rappresentati delle massime autorità civili, militari, politiche e le scuole. All’incontro è intervenuto il professore Riccardo Canesi che ha illustrato i cambiamenti geografici, conseguentemente politici, del territorio apuano. “Oggi Massa Carrara è una delle province più vecchie d’Italia con un indice di vecchiaia che evidenzia che ogni 100 giovani sotto i 15 anni, ci sono 240 anziani sopra i 65 anni”.

All’evento è intervenuta anche l’archivista della Provincia, Marina Carbone:”L’archivio non è solo una stanza piena di polvere. E’ la nostra storia ed è il bene culturale più democratico che ci sia. In un archivio non ci sono solo le storie degli oligarchi, ma anche quelle dei comuni cittadini. Fiumi, strade, fabbricati, ponti, ferrovie, terre coltivate, sanità, vaccinazioni, erosione delle acque e molti altri sono gli ambiti di intervento nei quali la provincia è stata chiamata ad intervenire. Tutti noi conosciamo gli effetti dell’alzheimer, la perdita di un archivio è più o meno la stessa cosa perché gli archivi sono i nostri ricordi collettivi”. In sala ex presidenza a Palazzo Ducale è stata allestita una mostra audiovisiva che illustra alcune storie rinvenute nell’archivio della provincia. Resterà aperta fino al 6 gennaio ed è consigliata da chi scrive.

Al termine dell’incontro sono state premiate tre scuole per gli elaborati prodotti per il concorso Reporter a km 0. Il terzo premio è andato alla 5B dell’istituto Zaccagna per la stesura di 5 progetti dal titolo “Un viaggio verso Fontia”, cinque piani per risistemare la piazza di Santa Lucia oggi in stato degradato nonostante l’incredibile paesaggio che offre alla vista e il patrimonio storico culturale che conserva la frazione. Il secondo premio è andato all’istituto Alberghiero Minuto di Marina di Massa. Il reportage che hanno realizzato gli studenti e le studentesse della scuola è composto da cibi e ingredienti nati all’ombra, o sulla cima, delle Alpi Apuane: polenta ficca, bruschette al lardo, torta d’erbi e torta di riso (in doppia versione, sia di Torano che di Mirteto per non creare scontri tra comuni proprio sul cibo). Il primo premio è invece andato ad Alice Bernardi per il suo report giornalistico che ricerca le cause dell’abbandono delle terre agricole, partendo dal paese di Fivizzano. Una ricerca, un cortometraggio, che ha permesso di unire i punti della storia della provincia e guardare all’indietro, al passato, alle sue radici. A quando in larga maggioranza era abitata da contadini. Che cosa è cambiato? “Perché abbiamo perso il 20% dei terreni coltivati”, si domanda Alice del liceo Malaspina di Pontremoli. “Oggi ci sono i campi abbandonati, l’erba è incolta – mostra nel cortometraggio – perché sono andati via tutti?”. “La globalizzazione ha reso i prezzi inferiori, ma ha portato insetti come il Cinipide del Castagno, la Xylella negli ulivi. E gli inquinanti”.

Alle scuole andrà un piccolo contributo per le attività formative. Con la speranza che anche a quelle, come all’ente Provincia, venga individuata una pianificazione reale per tutelarne il futuro, senza cantieri aperti e fondi bloccati. Mantenendone la natura pubblica, e quindi democratica, che meritano. Il nostro futuro è nel nostro passato. Ma entrambi necessitano di un archivio accessibile che non finisca allo sfacelo.