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Scultura sull’aborto, polemiche a non finire a Carrara

Sull'opera in mostra a "Torano Notte e Giorno" intervengono il Coordinamento 7 Luglio e Confartigianato Massa-Carrara

Continuano le polemiche sulla scultura sull’aborto di Michele Monfroni esposta nel corso della manifestazione “Torano Notte e giorno”. A intervenire sono il Coordinamento 7 Luglio di Carrara e Confartigianato Massa-Carrara. Li riportiamo di seguito.

Il Coordinamento 7 Luglio Carrara esprime profondo sconcerto circa la scelta effettuata dalla organizzazione di “Torano notte e giorno” di esporre ,con la risibile scusa dell'”arte”, l’ennesima mancanza di rispetto alla libera autodeterminazione della donna in questi tempi di rinnovato  oscurantismo  dopo anni di battaglie e diritti conquistati a caro prezzo.
 Le vie per mettere in discussione il diritto di autodeterminazione della donna sono tante, palesi e mascherate e soprattutto sempre più frequenti.
Anche quella che dovrebbe essere una serena manifestazione estiva , Torano giorno e notte, si è strutturata in una di queste occasioni.
L’opera esposta “Aborto? No, voglio sopravvivere” non riporta certo alla sopravvivenza delle donne e alle loro lotte per vivere.
Ne esce una donna senza volto; senza forze, senza braccia e senza gambe ; immobile; con un pene per ricordarle che viene fecondata e, anche in questo non autosufficiente; con la bocca coperta dal sangue.
Ci chiediamo anche se le donne e gli uomini di Carrara si meritano questo pugno nello stomaco .
È l’opera che parla e sceglierla vuol dire darle voce.
Il Coordinamento invita ,quindi, a profonda riflessione chi ha permesso tale aberrante scelta .
L’Arte puo’e deve essere motivo di emozione nonche’ di crescita culturale e sociale e questo ci auguriamo il mondo della Cultura del nostro territorio faccia. Senza scelte fuori tempo e fuori luogo dal quale ci distacchiamo nettamente e profondamente.

Confartigianato difende e invia la sua solidarietà a Monfroni
Volutamente mi ero astenuto dall’entrare in merito alle polemiche scatenatesi nei giorni successivi all’inaugurazione della manifestazione “Torano notte e Giorno”, non solo perché vedeva direttamente interessato uno dei nostri dirigenti ma anche, e soprattutto, perché esterrefatto di fronte diatriba che ha viaggiato alla velocità della luce sulle pagine dei giornali e nel teatrino dei social di certi personaggi – così in una nota stampa il Direttore di Confartigianato Gabriele Mascardi. Uno spropositato clamore mediatico, esagerato, a tratti intimidatorio ed offensivo. All’improvviso tutti esperti critici d’arte pronti ad entrare nel merito delle capacità scultoree di Michele Monfroni: “la scultura è brutta”, “non è arte quella”, o ancora, “Monfroni è un artigiano ma non un artista”. Come se l’artigiano si ponesse nella scala delle professioni ad un gradino più basso rispetto a quella dell’artista.
D’un tratto – ha proseguito Mascardi –  tutti integerrimi giuristi e moralisti: alcuni pronti a difendere una legge dello Stato Italiano; altri determinati nel metterne in discussione la bontà. Tutti quanti presi dal proprio ego, spesso un ego politico, cronico-rancoroso, non curanti del fatto che quando uno scultore realizza un’opera trasferisce nel marmo la sua visione delle cose, gli stati d’animo e la sua visione della vita. Spesso queste sculture sono destinate a far discutere in quanto affrontano in maniera provocatoria la vita quotidiana.  Basti pensare ad artisti di fama come Maurizio Cattelan, le cui realizzazioni sono sempre destinate a far discutere e dividere, tra chi le ritiene capolavori e chi invece oscenità. In questa casistica è rientrata l’opera di Monfroni che, piaccia o no, interpreta il tema della sopravvivenza assieme a quello della violenza e del ruolo dell’uomo all’atto della fecondazione e che, inevitabilmente, ha generato un forte impatto sull’osservatore in quanto il tema dell’aborto è pressante nelle coscienze di tutti noi, qualunque sia la nostra opinione in merito. Monfroni ha voluto dar vita a ciò che lui “sente”, senza ipocrisie, mettendo chi guarda davanti alla realtà, ovviamente la sua. Pertanto, ben venga la discussione, ma le violente e maleducate critiche sono secondo noi immotivate e fuori luogo dal contesto di una manifestazione artistico culturale, proprio perché l’arte è l’ espressione del proprio sentire. E’ dunque evidente la necessità che tutti i soggetti coinvolti abbassino immediatamente i toni. Per questo – ha concluso Mascardi – esprimiamo la nostra solidarietà e stima a Michele Monfroni consapevoli che la libertà di pensiero e di espressione rimane ancora un fondamento per la libertà degli uomini. “Io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi al prezzo della mia vita perché tu la tua idea la possa esprimere sempre liberamente (Sandro Pertini)”