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Il nostro Halloween: le "menade" del terrore tra fantasmi e licantropi

A Massa-Carrara sono numerosi i luoghi che l'immaginario popolare ritiene frequentati da presenze soprannaturali e inquietanti

Leggende, storie di fantasmi, di personaggi fantastici e misteri sono stati tramandati di generazione in generazione tra gli abitanti della Lunigiana. Queste leggende nella provincia di Massa-Carrara, vengono chiamate “menade”. Numerosi sono i luoghi che l’immaginario popolare vuole frequentati da presenze soprannaturali e inquietanti, come “la buca del diavolo”, “la tana delle fate”, “la grotta delle streghe”, “la pianta dei fantasmi”, da cui alcuni abitanti si tengono lontani.

La più conosciuta tra le leggende è quella del Castello di Fosdinovo che vede protagonista la marchesina Bianca Maria Alioisia Malaspina, figlia di Giacomo Malaspina. La giovane ragazza di era innamorata di un giovane stalliere che incontrava nella corte e nelle scuderie del castello, il ragazzo non era indifferente alle attenzioni della marchesina. Ovviamente la loro storia d’amore non era accettata dalla famiglia Malaspina e avevano organizzato la loro fuga, prevista per il giorno del sedicesimo compleanno della fanciulla.

La festa del compleanno della ragazzina animò tutto il paese e tutti accorsero per vedere la sua bellezza. Tra tutti gli invitati, il figlio di un duca della Pianura Padana fu attratto dalla marchesina, ma lei aveva nel cuore solo il giovane stalliere. Purtroppo, qualcuno, forse un servitore, tradì i due giovani e quando il padre poi venne a sapere le intenzioni della figlia, minacciò di rinchiuderla a pane e acqua nelle segrete del castello. Il perseverare dell’atteggiamento ribelle della marchesina portò i genitori a decisioni drastiche: dapprima la ragazza venne trasferita in un convento ma si rifiutò di prendere i voti, così il padre la fece murare viva murare viva in una cella del castello, dove l’unico legame che aveva con il mondo esterno era una botola sul soffitto da cui giornalmente venivano calati il cibo e le bevande. Dopo qualche anno di stenti la marchesina morì, ma ancora oggi si racconta che nelle notti di luna piena, il suo spirito, vaga per il castello con una veste bianca ed i capelli lunghissimi sciolti sulle spalle.

Ma i Malaspina sono protagonisti anche di altre leggende, come quella di Giovan Gasparo Malaspina, signore del castello di Treschietto, che abusava di giovani donne facendo perdere loro la verginità e poi venivano uccise, perdendo la vita in strani riti sacrificali umani. Francesco Malaspina, protagonista di una storia con una giovane donna di Mulazzo che sarebbe morta per sfuggire agli abusi del marchese e l’episodio del marchese Malaspina di Iera, dove si racconta che dalla cappella di San Biagio si sentano le grida delle vittime da lui uccise e gettate in una fossa piena di scheletri.

Un’altra leggenda, l’unica autoctona, è quella del licantropo di Pontremoli. Nelle notti di luna piena, il licantropo, emette il suo lacerante ululato e comincia a girovagare per gli stretti vicoli del paese per spaventare gli abitanti del posto. Ad accompagnarlo nelle sue notti, un gruppo di cani randagi che lo seguono come se fosse il suo capo-branco. La trasformazione dura dalla mezzanotte fino alle tre del mattino, e si interrompe con il “chicchirichi” del gallo che annuncia l’arrivo del mattino.

Uno dei “luoghi del terrore” è il cosiddetto “Ponte dei rumori” di Pontremoli. Secondo la leggenda, dal ponte venne gettato un indemoniato. Si racconta che ogni tanto, si sentano provenire dal canale, i suoni dello sbattere delle catene contro le rocce. Si dice che forse l’uomo, aveva cercato di avvicinarsi ad un tesoro che era custodito dal diavolo presso una fortezza.