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Inaugurata al Centro Arti Plastiche di Carrara la mostra “La collezione Lazzerini"

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Il progetto espositivo nasce dalla collaborazione tra il Comune di Carrara e l’Istituto Artemisia Gentileschi – IPIA Marmo di Carrara.
La mostra dedicata alla collezione Lazzerini è composta da 47 opere, di cui 45 di proprietà dell’Istituto, mentre altre due sono state concesse in prestito dai proprietari, gli eredi Lazzerini, al Comune di Carrara.
Il CAP Centro Arti Plastiche si trova via Canal del Rio ed è aperto da martedì a domenica, con orario 9.30 / 12,30; 15.30 / 18,30 (tel. 0585/779681). Per le festività il CAP resta chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio, mentre è aperto il 26 dicembre e il 6 gennaio.

L’I.P.I.A.M. “Pietro Tacca” di Carrara possiede i gessi dello Studio Lazzerini dal 1955, come spiega la curatrice della mostra Luisa Passeggia. Gli eredi di questa importante dinastia di scultori, attivi a Carrara dal 1670 al 1942, decisero, infatti, di donare all’Istituto i modelli più pregevoli di una raccolta ricchissima. Adoperati come modelli di studio per gli studenti, i gessi sono divenuti parte integrante dell’attività didattica condotta nei laboratori della scuola. La ricerca storico artistica, svolta nell’archivio privato della Famiglia Lazzerini, ha permesso di riportare all’attenzione il valore di questi esemplari, sintesi di una attività plurisecolare che ha oltrepassato epoche e confini, attraverso un percorso che si snoda nella storia della scultura italiana ed europea. A distanza di vent’anni dalla prima esposizione, realizzata nel 1997 a Palazzo Caniparoli presso la sede dell’Ordine degli Architetti di Massa-Carrara, la Collezione Lazzerini trova oggi al CAP un ulteriore momento di studio e visibilità. Il dialogo continuo tra passato e presente è ben sottolineato dal coinvolgente allestimento espositivo e dall’efficace comunicazione della ideazione grafica, che le professoresse del Polo Artistico Chiara Cacciatori e Giovanna Dell’Amico hanno realizzato, mentre la professoressa Tiziana Corbani ha curato la parte relativa all’alternanza scuola-lavoro. Le foto provengono dall’Archivio storico Lazzerini e dall’archivio fotografico di Luigi Biagini.
L’occasione della mostra, ricorda l’Assessore alla Cultura Federica Forti, è scaturita dalla temporanea chiusura di una parte della Scuola del Marmo dove in precedenza erano stati collocati i gessi: la disponibilità delle sale del CAP ha consentito alla Dirigente della scuola, Anna Rosa Vatteroni, e all’Assessore Forti di valorizzare uno straordinario patrimonio della città che al termine dell’esposizione, a partire dal mese di maggio 2018, troverà una sede espositiva permanente all’interno del Museo di Villa Fabbricotti.
La mostra offre l’opportunità non solo di riscoprire la vicenda di un laboratorio da cui sono uscite opere per Vittorio Emanuele II, il Principe Odone di Savoia, Brodsworth Hall, la Library Company di Philadelphia, il Metropolitan Teather di New York, la statua colossale di Benito Juarez per l’emiciclo di Città del Messico, ma anche di conoscere quanto Carrara conserva della memoria dei Lazzerini attraverso la visione di un Museo Diffuso, rintracciabile grazie all’ausilio di una mappa multimediale appositamente progettata e che comprende Palazzo Binelli (sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara), l’Accademia di Belle Arti, il Duomo, il negozio di antichità di Paolo Bertolozzi, la bottega d’arte di Corrado Lattanzi, i palazzi che furono di Giuseppe e Tommaso Lazzerini, collocati all’inizio e alla fine di corso Rosselli. La visita sarà soggetta agli orari degli spazi medesimi.
L’IPIA Marmo di Carrara ha messo a disposizione a titolo gratuito il prestito delle opere, provvedendo a curare anche tutti gli aspetti della mostra che interessano la progettazione, la grafica e l’ideazione del percorso espositivo all’interno del museo, avvalendosi della professionalità e delle competenze tecniche dei docenti della Scuola. La Professoressa Luisa Passeggia è stata individuata quale curatore scientifico della mostra in base alle sue qualità di studiosa della cultura del marmo, essendo stata autrice di numerose pubblicazioni e di alcuni eventi espositivi, in buona parte scaturiti dall’analisi della preziosa documentazione contenuta nell’archivio privato della famiglia, accuratamente conservato dagli eredi. Il progetto, conclude l’Assessore Forti, potrà rappresentare un’importante occasione per gli studenti al fine di conseguire un miglioramento degli obiettivi formativi loro assegnati, in quanto verrà concessa l’opportunità di sperimentare concretamente le conoscenze teoriche acquisite in aula.

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