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Quegli antichi paracarri e l’ambulanza che non passa. Residenti di via Capaccola in rivolta foto

Dopo l'ultimo grave episodio accaduto nel rione, gli abitanti si appellano al Comune chiedendo di rimuovere gli elementi di pietra, e di garantire al contempo maggiore sicurezza ai pedoni

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MASSA – «Hanno più valore degli antichi paracarri, o la vita delle persone?». A domandarlo all’assessore alla viabilità e mobilità del Comune di Massa e alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio, sono quei cittadini del rione di Capaccola che di recente hanno assistito «a un fatto gravissimo – raccontano i presenti – causato da alcuni elementi di pietra naturale presenti nella parte finale di via Capaccola, per evitare che i mezzi in transito struscino contro i muri delle case».

Era mattina quando la sirena di un ambulanza giunta nella via che porta il nome del rione ha richiamato l’attenzione dei residenti, che si sono preoccupati di capire se qualcuno si fosse sentito male all’interno di una casa, o per strada. Una volta soccorsa la persona che ha richiesto l’intervento al 118, giunto in prossimità dei paracarri l’autista dell’ambulanza dopo aver tentato inutilmente di transitare, anziché rischiare di strusciare la carrozzeria, o azzardare il passaggio con le ruote sopra i paracarri, come fanno molti conducenti di furgoni e camioncini, ha fatto retromarcia per non creare trambusto tra gli operatori e l’assistito. Una manovra già di per sé difficile in una strada così stretta e a senso unico di marcia, che ha inizio in via Bassa Tambura e termina in piazza Vignali, resa ancor più complicata dalla fila di automobili che si è creata alle sue spalle.

«Fortunatamente non si è trattato di un intervento in codice rosso di massima urgenza, altrimenti, come si rischia che accada quando la vita è appesa a un filo – denuncia un residente che ha assistito alla retromarcia tra le mura storiche da una parte e le abitazioni dall’altra – qualche minuto di troppo impiegato per raggiungere l’ospedale può risultare fatale». Il mezzo di soccorso dopo alcune peripezie, trovato lo spazio per fare manovra che in quella stradina è limitato, è riuscito anche grazie all’abilità del conducente a fare inversione e a raggiungere l’uscita nel senso di marcia vietato in direzione del rione di Santa Lucia. Una manovra che in casi come questi di emergenza, è consentita.

«Non è la prima volta che accade un fatto del genere – denunciano i residenti – fino adesso non si è mai trattato di persone in fin di vita ma ciò non significa che per rimuovere almeno due dei quattro paracarri, si debba attendere che qualcuno ci rimetta le penne». Lo stesso giorno, poco più tardi, un furgone è rimasto incastrato nel solito punto, bloccando il transito fino a quando dopo numerose manovre è riuscito a passare oltre. E’ vero anche, come sostiene un’altra fronda di residenti che abita lungo la strada e la percorre a piedi, «che i paracarri fanno da dissuasori per chi transita spedito, in una via dove la guida dovrebbe essere a bassa velocità – spiega uno di loro a nome di tutti – e dove capita di essere costretti a ripararsi di fianco a quelle pietre per non essere investiti».

Diversi coloro che non sapendo di quegli elementi a bordo strada, soprattutto di notte a causa della scarsa illuminazione pubblica, vanno a sbattere contro i paracarri, in alcuni casi provocando ingenti danni alle proprie autovetture, tanto da dover ricorrere all’intervento del soccorso stradale. Oltre al fatto che il boato causato dall’impatto, fa si che chi risiede in quel tratto di strada, tra cui anche degli anziani, venga svegliato di sobbalzo. Quale soluzione allora? «Innanzitutto chiediamo all’assessore Marco Guidi che si adoperi affinché la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio, che a quanto pare ha sempre impedito la rimozione, consenta di rimuovere almeno due dei quattro paracarri. Fatto ciò – è l’appello dei cittadini di Capaccola – il Comune si adoperi a realizzare una segnaletica stradale orizzontale e verticale adeguata in tutta la via, che indichi il restringimento della strada, la velocità massima consentita e il passaggio dei pedoni. Meglio sarebbe se venissero installati dei dissuasori di velocità, ne basterebbe uno come quelli presenti all’inizio di via Cavour, o in via Fratelli Rosselli».

Infine, una residente ricorda di un fatto accaduto non molto tempo fa, «quando qualcuno dell’edificio presente alla destra del tratto finale di via Capaccola, dove poggiano due dei paracarri, dopo averne rimosso uno a picconate non ha fatto in tempo a fare lo stesso con il secondo, per l’arrivo della polizia municipale chiamata a intervenire».

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