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Carrara, entrano senza Green pass e mascherina. Tensione in Commissariato foto

Il racconto del notaio (e candidato a sindaco) Alessandro Matteucci: «Dovevamo rinnovare il passaporto. Quelle norme sono illegittime. Ecco perché»

CARRARA – Dovevano rinnovare il passaporto così, dopo aver preso appuntamento, si sono recati al Commissariato di polizia di Carrara. Fin qui nulla di strano, se non fosse che, i due si sono presentati sprovvisti di Green pass e mascherina. L’episodio è accaduto ieri mattina, venerdì, e i protagonisti di questo rocambolesco episodio sono il notaio (e candidato a sindaco) Alessandro Matteucci e una sua conoscente. Matteucci è sempre stato in prima linea nella lotta contro il Green pass e le mascherine obbligatorie, misure imposte dai vari decreti – o, come li chiama lui, i «decretini» – dei governi Conte e poi Draghi.

Ma veniamo alla vicenda. Matteucci racconta alla Voce Apuana che, inizialmente, lui e la sua conoscente, sono riusciti a entrare nell’edificio del Commissariato, ma dopo pochi istanti si sono ritrovati circondati da cinque poliziotti che li hanno intimati a mostrare il certificato verde e indossare la mascherina. «A quel punto – dice il notaio – quando ho visto che aumentava la tensione, sono tornato verso la porta (che era aperta) per uscire e c’era un poliziotto che mi sbarrava la strada con un braccio, impedendomi di tornare in libertà all’esterno dove c’era la ragazza che lì con me era entrata per rinnovare il passaporto. Ho fatto presente all’agente che se non mi avesse fatto uscire sarebbe stato sequestro di persona, così sono riuscito a svicolare passando sotto al braccio del poliziotto. Tutto questo è filmato. A quel punto – prosegue Matteucci – quando era chiaro, che ci avrebbero impedito di fare il rinnovo, sono usciti anche cinque o sei poliziotti con i quali abbiamo continuato a dibattere. Tutto questo è durato più o meno un’oretta».

Il caso però pone l’occasione di approfondire un po’ di più la posizione del notaio. Secondo lui, infatti, entrambe le misure restrittive non sarebbero legittime: «Sono due le normative che vengono violate – ci dice – il regolamento dell’Unione Europea 953 del 2021 che in due norme precise (il Considerando 36 e l’articolo 17) dice espressamente che è vietato discriminare tra chi possiede e non possiede una carta verde, il cosiddetto Green Pass. E poi abbiamo l’articolo 85 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) nella sua versione aggiornata, oggetto di molteplici sentenze della Cassazione, che fa divieto di comparire mascherato in pubblico, in quanto reato di pericolo. Quindi il nostro ordinamento codifica un allarme sociale rilevante per il solo fatto di avere in circolazione persone mascherate. Questi concetti sono saltati da due anni a questa parte e dobbiamo farli comprendere. E riattivare questi meccanismi».

Poi Matteucci fa un esempio: «Se qualcuno entrasse in un edificio aperto al pubblico con la mascherina e poi commette un reato, una rapina o un omicidio, intanto emergerà subito la difficoltà di rintracciare il soggetto, ma soprattutto le compagnie assicurative, che potrebbero pagare un risarcimento del danno, non lo pagherebbero perché il soggetto danneggiato ha consapevolmente aperto la porta a un soggetto mascherato. L’assicurazione, infatti, potrebbe dimostrare che la norma del Tulps non vale sui “decretini”. Tutti questi aspetti non vengono considerati ma sono centrali. Recentemente è accaduto un caso simile in occasione di una rapina e la Cassazione ha confermato quanto sto dicendo».

A questo punto la domanda sorge spontanea: ma se queste misure sono illegittime, perché la polizia, se io non rispetto queste regole, mi fa la multa (peraltro anche piuttosto salata)? «Io ho ricevuto una ventina di verbali e sanzioni di questo tipo – evidenzia – e, ai primi due o tre, con l’avvocato mi ero posto il problema di fare ricorso. Successivamente non ricevevo notizie, così chiamo il mio avvocato il quale mi dice che i magistrati non danno corso a questi verbali perché non vogliono saperne niente di questi ‘illeciti’ e non vogliono collaborare. Tutte queste apparenti sanzioni amministrative, infatti, sono figlie dell’illecito costituzionale. Quindi la televisione e il convincimento collettivo continuano ad andare per la loro strada, ma la magistratura non vuole macchiarsi di una collaborazione sostenendo l’illecito amministrativo. L’illecito, infatti, non c’è in quanto sancito da una norma non costituzionale. E tutto quanto finisce nel niente».