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E il Frigido si colora di verde: la protesta anti-marmettola degli ambientalisti

L'associazione Athamanta contro l'«estrazione selvaggia» dalle Apuane: «Un domani, se lo vorremo, potrà tornare alla sua naturale trasparenza»

MASSA – «E se la marmettola fosse verde? Sopporteremmo la vista dei nostri corsi d’acqua fluorescenti come scoli radioattivi?». Non è passata inosservato il fiume Frigido colorato di verde ieri pomeriggio. L’associazione ambientalista Athamanta ha organizzato l’iniziativa dal titolo “Critical mass dalle Apuane all’acqua”. «Passeremo ancora, come se niente fosse, su questi ponti senza pensare o magari con un semplice pensiero a quanto sia normale vedere l’acqua di quel colore?».

«Continueremmo ancora a berla nel tepore delle nostre case, rasserenati dai cinque filtri posti a tutela della nostra salute? E della nostra vista, certo! Se la marmettola fosse verde da domani forse ci impressionerebbe, è vero, ma quanto tempo passerebbe prima di accettarlo, prima di farci l’abitudine prima che divenga “normale”? Oggi, e da decenni, c’è chi guardando l’acqua bianca del Frigido, e del Carrione, e dei tanti torrenti, ruscelli e corsi d’acqua inquinati dalla marmettola che dalle cave in montagna percola giù verso valle alza la voce e grida: “questo non è normale”, “questo non è accettabile”, “questo, deve finire”».

«Ma quanti invece, guardando quelle stesse acque biancastre, non provano nulla o addirittura un po’ di fierezza perché tutto sommato è solo un altro simbolo che ci ricorda la nostra fortuna di vivere nella capitale mondiale del marmo? Ebbene oggi il Frigido si è tinto di verde ma per fortuna non è la marmettola ad aver cambiato colore, ne qualche scarico radioattivo ad averne inquinato le acque. Soltanto un innocuo tracciante naturale utilizzato in speleologia per definire i percorsi carsici dell’acqua, proprio come quelli che riempiono le Apuane e che sempre più sono a rischio per l’estrazione selvaggia».

«Oggi, grazie a qualche simpatico elfetto apuano che ama fare gli scherzi la normalità è rotta e l’imprevedibile, tinto di verde, ha fatto capolino per ricordarci che tutto è possibile; che poco fa il fiume era bianco, che ora è verde e che un domani, se lo vorremo, potrà tornare alla sua naturale trasparenza. Sta però a noi agire per trasformare il possibile in realtà».