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Cocaina nascosta tra i binari dei treni: arrestati i pusher della stazione di Avenza

I carabinieri camuffati da viaggiatori pendolari con tanto di trolley e zainetti in spalla, hanno smascherato i due spacciatori. Ecco i dettagli dell'operazione

CARRARA – I Carabinieri, camuffati da viaggiatori pendolari con tanto di trolley e zainetti in spalla, hanno smascherato due pusher originari del Marocco che avevano messo in piedi un giro di spaccio di cocaina intorno alla stazione ferroviaria di Avenza. La droga era nascosta addirittura lungo i binari.

L’ultima operazione antidroga portato a termine dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Carrara, è servita a “ripulire” dallo spaccio la zona della stazione ferroviaria di Avenza, finita sotto i riflettori dei militari dell’Arma dopo la violenta rapina di dicembre ai danni di un 68enne che gestisce il Bar-Tabacchi del posto. Avviate le indagini per risalire all’autore della rapina, gli investigatori hanno registrato la presenza di alcuni noti spacciatori con i quali avevano avuto a che fare in passato, che praticamente da mattina a sera si aggiravano nei pressi dalla Stazione.

A quel punto, i Carabinieri hanno giocato d’astuzia e per passare inosservati si sono camuffati da comunissimi viaggiatori con tanto di bagagli al seguito, agevolati anche dall’uso delle mascherine anticovid che sono servite per renderli ancora più irriconoscibili. In quel modo hanno potuto monitorare non solo tutta l’area intorno alla stazione, ma anche le zone più nascoste in prossimità dei binari, dove due pregiudicati stranieri di 30 e 26 anni, finiti in manette altre volte per aver spacciato droga a Carrara, sono stati visti più volte andare e tornare indietro, nel giro di pochi minuti.

Agli uomini del Nucleo Operativo sono bastati pochi servizi per capire che la zona della stazione era diventata il crocevia dello spaccio al minuto messo in atto da quei due pusher molto esperti e soprattutto accorti, che per non farsi trovare con troppe dosi di droga addosso, le nascondevano vicino ai binari, poi andavano a prendere solo quelle da consegnare al cliente di turno, che solitamente rimaneva ad attendere davanti la stazione.

Dopo aver studiato la situazione, i Carabinieri si sono organizzati per mandare a monte i piani degli spacciatori. La trappola è scattata quando i militari dell’Arma hanno visto per l’ennesima volta i due pregiudicati magrebini dirigersi verso i binari, poi giunti nei paraggi del passaggio a livello di via del Bravo, hanno sollevato alcune mattonelle di cemento che proteggono la linea elettrica vicino le rotaie, quindi hanno prelevato un involucro pieno di cocaina. A seguire, in tutta tranquillità si sono messi a preparare le dosi da vendere, utilizzando un bilancino e vari ritagli di cellophane che avevano tenuto nascosti insieme alla droga. Finito il lavoro, hanno riposizionato il materiale dov’era prima e si sono incamminati verso il passaggio a livello, dove ad attenderli hanno trovato i Carabinieri, usciti allo scoperto all’ultimo istante per sfruttare al massimo il fattore sorpresa.

Perquisiti sul posto, i due avevano addosso sette dosi di cocaina pronte per la vendita, invece nel nascondiglio lungo la linea ferroviaria è stato recuperato tutto l’armamentario per pesare e confezionare la droga, di conseguenza per entrambi è scattato l’arresto in flagranza per “detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti in concorso”. La posizione del 32enne è risultata più grave rispetto a quella del suo complice perché da qualche mese stava scontando una condanna per spaccio in regime di affidamento in prova ai servizi sociali, una misura alternativa alla detenzione che in presenza di determinate condizioni consente di scontare la pena fuori dal carcere, quindi anziché rispettare delle regole di “buona condotta” ben precise, ha fatto tutto il contrario.

Durante l’udienza di convalida davanti al giudice Marta Baldasseroni, i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il processo è stato rinviato alla fine di giugno, nel frattempo il 32enne dovrà rimanere agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, invece l’altro pusher è stato allontanato dalla provincia di Massa-Carrara con il divieto di dimora, misure che erano state proposte al giudice dal pubblico ministero Rossella Soffio.