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«Troppi tagli alla sanità». Davanti al Noa compare una scultura dedicata agli operatori sanitari

L'ha realizzata l'artista massese Elia Buffa: «Una lavoratrice pubblica con le braccia incrociate in segno di protesta». L'idea durante la quarantena

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MASSA – «Non chiamateci “eroi”. Finanziamenti alla sanità pubblica, tutele, sicurezza e assunzioni stabili». Recita così la targa apposta sul piedistallo di un busto che rappresenta un’infermiera. La statua, realizzata di gesso, è stata posta all’ingresso dell’ospedale delle Apuane di Massa (Massa-Carrara) su iniziativa di Elia Buffa, artista massese e rappresentante del sindacato Usb, anche lui colpito dal covid in passato. L’idea di questa opera gli è venuta durante i quasi 40 giorni di quarantena.

«Abbiamo installato questa scultura di fronte all’ospedale nuovo apuano. Un mezzobusto di una lavoratrice della sanità pubblica con le braccia incrociate in segno di protesta. La targa sul basamento recita “non chiamateci eroi” a critica della narrazione dominante messa in campo nel primo lockdown, che ha visto riempirsi la bocca di tali parole quegli stessi che negli ultimi trent’anni non hanno fatto altro che tagliare finanziamenti alla sanità pubblica, firmare contratti scandalosi a discapito dei lavoratori e delle lavoratrici di questo settore e anzi aprire le porte e fare l’occhiolino alla sanità privata».

«Hanno per mesi chiamato eroi i medici, gli infermieri, il personale sanitario senza però immaginarsi un piano reale di assunzioni, tutele e finanziamenti nel settore in vista della seconda ondata. Troppo impegnati fra serate al Billionaire o a spartirsi le poltrone in vista delle elezioni regionali. Come scriveva Majakowsky l’arte non è uno specchio con cui riflettere il mondo ma un martello con cui scolpirlo».

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