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«Quando mi dissero “le risposte arrivano veloci”. Sono 10 giorni che non vedo il mio bimbo»

Lo sfogo di una mamma in isolamento: «Se risultassi positiva, salta tutta la catena di tracciabilità»

CARRARA – Riceviamo e pubblichiamo da una nostra lettrice.

Buona domenica, per voi, sono una vostra lettrice e volevo raccontarvi una cosa che sta accadendo a me e di conseguenza immagino anche ad altri. Dal giorno 14 novembre 2020 mi sono “autoisolata” in un appartamento, in quanto sospetto covid, con lievi sintomi, quindi sono stata relativamente bene.

Il 16 riesco a fare tampone ad Aulla, dove dalla signorina che mi prende i dati mi viene detto “non si preoccupi che le risposte arrivano veloci”. Siamo al 22, ancora niente, e ci sono due questioni che mi stanno a cuore: 1 – sono “lontana” dai miei familiari e soprattutto dal mio bimbo di 7 anni da ormai 10 giorni, (oggi non riceverò di sicuro la risposta); 2 – salta tutta la catena di “tracciabilità” se io risultassi positiva.

Questo rammarico mi è venuto soprattutto perché ci sono persone che hanno fatto il tampone ad Avenza il mio stesso giorno e hanno già avuto l’esito. Poi dai numeri di supporto non c’è modo di sapere niente, ho avuto solo una risposta via mail che mi diceva che mi è stato attribuito un numero ticket, quindi da questo deduco che è stato preso in carico, ma avevo anche chiesto se si poteva sapere a quale data risalissero i tamponi che stavano analizzando in quel momento. E il rammarico mi viene anche dalle notizie secondo cui ad allenatori di calcio vengono fatti anche tre tamponi al giorno. È uno scandalo.