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Commercianti in protesta a Marina di Carrara. De Pasquale: «Siamo sulla stessa barca. Pronto a far valere le vostre ragioni» foto

La manifestazione pacifica degli esercenti colpiti dalle ultime misure restrittive si è trasformata in un faccia a faccia con il primo cittadino di Carrara. «Blocco affitti? Un contributo dal governo è la via più semplice». Pieruccini (Lega) tra i manifestanti: «Nessun ristoro per alcune attività»

MARINA DI CARRARA – Baristi, ristoratori, gelatai, titolari di palestre e di piscine. In piazza Ingolstadt, a Marina di Carrara, ieri pomeriggio si è riunito tutto il mondo del commercio colpito dalle ultime misure restrittive introdotte dal governo per contenere la pandemia. Un centinaio in tutto, uniti da un comune grido di aiuto e dalla sensazione di essere stati ancora una volta abbandonati. A dare loro alcune risposte ci ha pensato il sindaco Francesco De Pasquale, giunto in piazza insieme all’assessore al commercio Giovanni Macchiarini e al vicesindaco Matteo Martinelli. In effetti, quella che era stata preannunciata come una protesta (comunque pacifica) alla fine si è trasformata in un confronto faccia a faccia tra il primo cittadino e alcuni rappresentanti degli esercenti.

“Sono vicino a tutti voi, anche perché siamo tutti sulla stessa barca. Se i locali non guadagnano, il Comune non incassa – ha sottolineato il sindaco –, motivo per cui non abbiamo alcun interesse a chiudere le attività. I dati degli ultimi giorni indubbiamente non ci aiutano, ma sono dell’idea che se ognuno fa la sua parte mettendoci il proprio pezzetto di responsabilità e attenzione nel rispettare tutte le regole, aiuta innanzitutto se stesso, poi i propri famigliari e infine tutta la comunità. Vorrei farvi notare – ha detto poi il primo cittadino – che all’interno delle scuole le cose stanno funzionando. Ci sono sì casi di positività ma non si sono mai creati focolai all’interno delle classi. Se riusciamo a replicare lo schema delle scuole nella nostra quotidianità, passeremo il prima possibile questo periodo”.

Gli esercenti hanno replicato con una serie di domande. Sono poche, infatti, le certezze in una fase in cui i dati raccontano qualcosa di diverso ogni giorno e la situazione è in continua evoluzione. “Se ci fosse la possibilità di tenere aperte le nostre attività anche oltre le 18, rispettando tutte le regole, il Comune di Carrara sarebbe favorevole?” – ha chiesto al sindaco Giacomo Timbro, titolare del Bonpro/Bonproncino e Porfirio di Via Rinchiosa. “Naturalmente, ma purtroppo è qualcosa che al momento non dipende da noi” – gli ha risposto il primo cittadino -. Il dpcm è strutturato in modo tale che ad oggi si possono fare soltanto restrizioni. Non appena ci sarà possibilità di allentare le misure lo faremo presente a Regione e Governo. Ovviamente rimaniamo dalla parte dei commercianti, come abbiamo dimostrato negli ultimi mesi, ad esempio con la concessione del suolo pubblico gratuito. Per quanto riguarda il blocco delle locazioni – ha detto poi De Pasquale – dal momento che si tratta di rapporti contrattuali diretti, la possibilità più semplice per il governo è quella di dare un contributo ai ristoratori finalizzato all’affitto, quindi riuscire in qualche modo a dare un rimborso parametrato al costo degli affitti”.

Tra le categorie penalizzate dall’ultimo dpcm c’è anche quella dello sport, con palestre, scuole di danza e piscine ferme per almeno un mese. A questo proposito, il sindaco ha invitato i concittadini a continuare a praticare attività fisica in altre forme e contesti. “Anche perché – ha evidenziato – lo sport è di fondamentale importanza per la salute di ognuno di noi, oltre che per un fatto di socializzazione e per la possibilità di scaricare energia. Fatelo all’aperto, online, trovando ogni sistema possibile per non rompere il cordone ombelicale all’interno dei vari gruppi sportivi”.

In mezzo ai manifestanti c’era anche Nicola Pieruccini, coordinatore comunale della Lega, questa volta non in veste politica ma in quella di gelataio. Pieruccini è infatti anche il presidente della Federazione Italiana Gelatieri. “Uno dei grossi problemi emersi con l’ultimo dpcm è che non è previsto un ristoro per tutte le aziende che non hanno il permesso di somministrazione – ha detto il commissario della Lega – Parliamo di attività come gelaterie artigianali che fanno solamente asporto, pizzerie al taglio e venditori di piadine. Siccome la parte artigianale è molto importante per tutte queste categorie, è assurdo che questa fetta di persone non sia stata presa in considerazione. Inoltre le 5 milioni di partite Iva in Italia – ha sottolineato infine Pieruccini – difficilmente verranno ristorate, dato che la quota di ristoro è passata dall’Inps all’agenzia delle entrate, e basta ci sia un minimo di cartella esattoriale in difetto ed il ristoro viene negato. Anche in questo caso, si vanno ad aiutare solo le persone che alla fine “ne hanno meno bisogno”.