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Cento furti in dieci anni. Esperti del furto col reddito di cittadinanza: in manette 14 persone

A Massa-Carrara avevano colpito una decina di volte. Impegnati più di 200 uomini per l'esecuzione delle custodie cautelari in carcere. Coinvolti anche gioiellerie e compro-oro

MASSA-CARRARA – Cento colpi in dieci anni con dei bottini da far girare la testa, vita nababbi e in tre percepivano anche il reddito di cittadinanza. Questi sono solo alcuni dettagli del sodalizio criminoso smantellato dall’Arma dei Carabinieri della Spezia che questa mattina all’alba hanno rintracciato e bloccato 14 persone dando esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dalla Procura della Repubblica della Spezia.
Dieci anni di truffe ai danni degli anziani, una delle quali sfociata in rapina e poi ancora furti di ogni genere con le refurtive piazzate poi in gioiellerie e compro oro apparentemente rispettabili.

Generico ottobre 2020

Una banda pronta a tutto dotata di armi e mezzi e operativa in mezzo Stivale che non risparmiava nessuno anche se le vittime preferite erano le persone più in là con gli anni, talvolta, individuate solo per i capi stesi fuori dalle abitazioni. Questi sono solo alcuni dettagli dell’operazione “Settimo comandamento” che questa mattina alla caserma Salvo D’Acquisto sono stati illustrati dal comandante provinciale colonnello Antonio Bruno, dal comandante del Nucleo operativo tenente colonnello Andrea Fabi e dal capitano Fortunato Suriano comandante del Nucelo investigativo.

“Le imputazioni per queste persone – ha spiegato il comandante Bruno – sono associazione a delinquere per furti in abitazione, truffe e ricettazione. L’operazione è denominata ‘Settimo comandamento’ e si è sviluppata anche in gran parte del nord Italia. Ha interessato le province di Varese, Torino, Monza Brianza e Massa-Carrara. Sono stati coinvolti 200 carabinieri dell’Arma territoriale supportati anche dai reparti specializzati: il Nucleo elicotteri, il Nucleo cinofilo di Villanova di Albenga e i reparti della linea mobile del battaglione e dei reggimenti Piemonte, Liguria e Toscana. L’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica della Spezia ed è iniziata nell’estate del 2019. Ha interessato delle famiglie di sinti piemontesi che si muovevano in tutto il nord Italia”.

Quando il sole non era ancora alto i carabinieri hanno fatto irruzione hanno dato esecuzione al provvedimento della Procura. “Questa mattina alle 5 – ha esordito il tenente colonnello Fabi – in quattro diverse regioni è scattato il blitz. Gli arrestati sono stati rintracciati e immobilizzati. Un’azione complessa, perché nelle ultime 24 ore alcuni di loro si erano mossi cambiando domicilio, come spesso accade per chi commette questo genere di reati. Si erano spostati verso parenti e conoscenti. Quattro persone individuate nella provincia di Torino, tre arrivavano dalla Spezia. Il gruppo poteva contare anche su alcuni ricettatori, denunciati in stato di libertà, legati a negozi di gioielleria e compro oro. A tutto il sodalizio criminale sono stati addebitati cento colpi. Era un gruppo assolutamente pericoloso sia per la mobilità che per l’organizzazione che per la disponibilità delle armi. Non solo avevano a disposizione anche una serie di strumentazioni tra le quali le radio con le quali intercettavano i movimenti di tutte le forze di polizia, erano anche capaci di cambiare rapidamente le targhe dei mezzi (supporti magnetici che coprono le targhe originali con lettere e numeri intercambiabili, ndr). In particolare, sulle targhe si accertavano dell’esistenza delle stesse per modelli di macchine simili utilizzate solo per i colpi. Utilizzavano anche una vernice che veniva applicata sulle carrozzerie per cambiare il colore alle auto. Una volta assolto i propri compiti, come una seconda pelle veniva rimossa. Diventavano così irrintracciabili anche quando venivano diramate immediatamente le note di ricerca. Una piccola parte di refurtiva è stata recuperata questa notte durante le perquisizioni”.

Tra la refurtiva recuperata questa notte: tre orologi Rolex, una collana a più fili di perle e alcuni braccialetti con brillanti e diamante. Inoltre sono stati sequestrate le lamine magnetiche utilizzate per clonare le targhe, un plico contenente lettere e numeri per completarle, uno strumento per capire la purezza dei diamanti. A fornire altri dettagli sull’indagine è stato il comandante dell’Investigativo Suriano: “E’ stata un’indagine complessa perché ci siamo confrontati con degli scrupolosi, quasi maniacali, professionisti del settore che non lasciavano nulla al caso. Loro acquistavano e modificavano delle auto esclusivamente solo per le attività illecite. Oggi ne abbiamo sequestrate due: mezzi potentissimi da 250 cavalli dai quali venivano rimossi i sistemi di localizzazione e per le chiamate sos. Venivano modificate esternamente, ad esempio se c’era il simbolo di una marca veniva sostituito con un’altra. Erano sottoposte a continue bonifiche per rintracciare eventualmente microspie ambientali. Con le loro ricetrasmittenti potevano rintracciare i movimenti delle pattuglie. Inoltre avevano anche i classici arnesi da scasso, flessibili a batterie. Comunicavano tra loro con sistemi a circuito chiuso quindi non rintracciabili. Dopo un anno siamo riusciti a bucare le loro cautele e intercettarli anche nelle loro abitazioni. Li abbiamo seguiti giorno e notte. Siamo riusciti a raccogliere elementi utili da trasmettere ai colleghi anche di altre città dove queste persone operano”.

Un’altra particolarità emersa è che alcuni degli arrestati, una volta finiti i colpi, potevano concedersi tenori di vita molto alti: villette, vacanze da sogno e carni pregiate in tavola. Per questa parte seguiranno altri accertamenti bancari e patrimoniali che verranno portati avanti dai carabinieri con l’Ispettorato del Lavoro. Un’azione che servirà a capire le disponibilità economiche di queste persone.

UNA DECINA DI COLPI A MASSA-CARRARA
“Settimo comandamento” ha toccato anche la provincia di Massa-Carrara. Ed è proprio in quel luogo che uno membro della banda dimorava. Ognuno aveva un ruolo: c’era il braccio operativo, chi faceva i sopralluoghi oppure smerciava rapidamente la refurtiva e chi organizzava il parco veicoli utilizzato. Sempre nel territorio di Massa Carrara i carabinieri nell’ambito dell’operazione hanno arrestato a Fosdinovo un uomo di 41 anni. La banda aveva messo a segno una decina di furti, alcuni tentati, principalmente tra il 2019 e il 2020, in Aulla, Massa, Carrara ai danni di un imprenditore del marmo e Fosdinovo e due truffe a Licciana Nardi e il più recente a Fosdinovo il giugno scorso. In questo caso la vittima era un uomo ipovedente. In dieci anni banda è riuscita a impossessarsi, in più occasioni, di gioielli, denaro e altri preziosi anche per 30 e 40mila euro.