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Cup, Cisl: «La situazione di oggi è frutto delle politiche sbagliate di ieri»

La nota della Cisl Toscana e Toscana Nord, della quale Andrei Figaia è rappresentante per la provincia di Massa-Carrara.

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“Le recenti polemiche – sulla stampa e direttamente con lunghe file fuori dei distretti socio sanitari – conseguenti e relative allo sciopero prolungato del personale precario dei CUP, richiedono un supplemento di responsabilità, in un contesto già ‘post Covid’, che somma quindi a quanto sopra anche i disagi di cui alla nuova organizzazione del lavoro emergenziale afferente il pubblico impiego, tesa ad una gestione delle risorse umane da remoto al fine di evitare il contagio” . Si apre così la nota della Cisl Toscana e Toscana Nord, della quale Andrei Figaia è rappresentante per la provincia di Massa-Carrara.

“Le persone affollano le nostre sedi sindacali che, negli ultimi mesi, possiamo dire, stanno sostituendo Inps, Inail, Agenzia Entrate ecc. Alte temperature, file molto lunghe, accumulo di lavoro dei tre giorni di sciopero più il week end, sono uno spaccato di società di questi periodi e fotografano nello specifico un pezzo di mondo ormai in difficoltà anche gravi.

La cooperazione in Toscana non nasce certo nel 2020; il sistema si è radicato da decenni quando le idee di privatizzazione del rapporto di lavoro ed anche di gestione privatistica di pezzi della pubblica amministrazione presero campo.
Ad ogni rinnovo di appalto, necessario per legge, le lavoratrici i lavoratori ed i sindacati devono fare i conti con il budget complessivo e tradurlo, spesso scontrandosi con le imprese e le cooperative, in ore di lavoro, collettive e individuali ed in tutta la partita dei diritti contrattuali. Gioca una partita importante il contratto collettivo perché questi Ccnl sono diversi e si perdono prerogative precedentemente godute.

Nello specifico poì a Massa Carrara la Coop. uscente fa parte del Consorzio vincente e quindi , come dire, non si scappa: oltretutto questa azienda non versa in buone acque sul piano finanziario con rischio di procedure aziendali.
Invece rischia ogni ‘tre anni’ di vedersi mandare tutto all’aria. Perdere magari il lavoro o perdere salario, diritti, prerogative già acquisite. La gara di appalto di cui stiamo parlando definita prima dei ricorsi ed una nuova legge regionale più innovativa fotografa lo stato dell’arte della gara e impedisce, sembra, condizioni di miglior favore.

Da ultimo anche da parte politica, approssimandosi la stagione elettorale regionale, emergono spinte al rialzo: il ‘ cosiddetto ‘più uno’ sembra diventato lo sport del momento. Per carità capiamo quanto serve per capire l’abc, ma certo, simili incursioni dell’ultim’ora dovrebbero fare riflettere specie se sono unilaterali e sostitutive del sindacato. La politica deve gestire, trovare soluzioni, se serve anche imporle, assumendosi la relativa responsabilità.
In questo caso sembra invece che al doversi prendere in carico le conseguenze di decisioni prese, si sia sostituendo un fuggi fuggi a chi la spara più alta.
Chi più ne ha più ne metta, ma certo tutto questo caos nasce da scelte sbagliate politico istituzionali del passato, che non hanno avuto davvero una visione lungimirante”.

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