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Coronavirus, il paziente spezzino è in buone condizioni. A Lerici obbligo di dimora per 10 persone

Due casi di coronavirus in Liguria, uno alla Spezia. Si è chiusa così la seconda giornata di ordinanza preventiva atta a limitare la diffusione del virus. Questa sera nell’ultimo punto con la stampa, il presidente Giovanni Toti ha dichiarato che il paziente, un 54enne originario della provincia della Spezia, rientra nella scia di contagio di Codogno passato da quella cittadina negli ultimi dieci giorni. E’ confermato che le condizioni di salute del 54enne sono buone senza particolari criticità.
In merito è intervenuto in una nota anche il sindaco della Spezia che scrive: “E’ un caso che non desta particolare preoccupazione perché il sistema di controllo e di prevenzione ha funzionato e la situazione è costantemente monitorata. Siamo in stretto contatto con Regione Liguria, Alisa e ASL5 e abbiamo attivato tutti i protocolli previsti in questi casi. Ribadisco che al momento la situazione risulta sotto controllo e non sono attualmente previste ulteriori misure restrittive maggiori rispetto a quelle già messe in atto da Regione Liguria. Per questo, invito la cittadinanza alla calma perché tutte le istituzioni sono in campo e presenti per gestire la situazione. Seguiranno aggiornamenti costanti e vi invito, ancora una volta, a informarvi solo sui canali ufficiali per evitare la diffusione di false notizie che potrebbero generare inutili e dannosi allarmismi”.

In tarda serata il sindaco di Pignone Ivano Barcellone ha emanato un’ordinanza sindacale per i familiari del contagiato spezzino affinché rimangano in isolamento obbligatorio presso le loro abitazioni, dopo la quarantena a cui si sono volontariamente sottoposti una decina di colleghi del 54enne. L’ordinanza del sindaco del Comune di Pignone Ivano Barcellone è stata preventivamente condivisa dall’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone e da ALISA che stanno accompagnando tutta la struttura comunale nella gestione dell’emergenza.

I dati sul coronavirus in italia. Dal precedente punto sanitario fatto anche a livello nazionale i casi accertati di coronavirus in Italia sono 323 in 8 regioni e in una Provincia autonoma (Bolzano). In merito al primo caso in Liguria la Regione nel primo pomeriggio: “È stata emessa un’ordinanza sindacale per ordinare agli attuali ospiti dell’albergo di Alassio hotel “Al Mare” e hotel “Bel Sit” di via Boselli, ai loro proprietari, nonché ai loro dipendenti, dove è stata ospite la signora di 72 anni affetta da coronavirus, di rimanere in isolamento obbligatorio presso la stessa struttura. Oltre a questa ordinanza è in corso una fase di screening di tutti coloro che hanno soggiornato negli ultimi 14 giorni per la loro individuazione e successiva quarantena obbligatoria nelle loro abitazioni”.

La Spezia: nuovi provvedimenti a Santo Stefano e Lerici. Obbligo di dimora per una famiglia originaria di Codogno. Tornando allo Spezzino nelle aziende sono presenti i moduli in cui i dipendenti dichiarano di avere o meno contatti oppure di essersi recati o meno nelle ultime settimane in quelle che sono le zone rosse con il più alto rischio di contagio. Si rinnovano gli appelli a mantenere la calma per evitare la psicosi, che per il momento alla Spezia, rimane sempre più concentrata sui social e nell’acquisto compulsivo nei supermercati. Lo dimostrano, ancora oggi, gli scaffali svuotati in molti supermercati della città e delle periferie. I prodotti più ricercati rimangono: scatolame, disinfettanti, varichina e detergenti in generale, olio d’oliva.
Intanto a Santo Stefano Magra il sindaco Paola Sisti ha vietato l’utilizzo di sale pubbliche e impianti sportivi comunali.
Da Lerici poi, sempre in serata il sindaco Paoletti ha emesso una nuova ordinanza con effetto immediato e fino al 10 marzo compreso, in via provvisoria e precauzionale, l’obbligo di dimora domiciliare ai componenti di un nucleo familiare proveniente dal comune di Codogno dimorante a Lerici capoluogo. “La famiglia non ha mai lasciato l’abitazione di proprietà – ha detto il sindaco – ed è stata identificata telefonicamente dal sottoscritto con la collaborazione dei Carabinieri della locale Stazione. Fin da subito è stata posta sotto controllo dell’Ufficio Igiene della nostra ASL ed è sottoposta a regime di sorveglianza domiciliare. Nessuno dei componenti il nucleo familiare presenta sintomi. La situazione non costituisce pericolo per la salute pubblica ed è seguita con rigorose misure di prevenzione contro potenziali contagi”.

L’infettivologo Rezza dell’Istituto superiore di Sanità: “Senza vaccino la tutela sta nel limitare la circolazione del virus come si sta già facendo”. Nella giornata di ieri il professor Giovanni Rezza direttore del reparto Malattie Infettive dell’Istituto superiore di Sanità, con il capo dipartimento della Protezione civile nazionale Borrelli, ha fatto un focus sulla malattia ribadendo che la categoria che corre maggiori rischi, per le complicanze, è la popolazione anziana, di fatto, più fragile.
“Noi abbiamo una popolazione piuttosto anziana – ha spiegato Rezza – e quindi si spiega il fatto che ci sia un tasso di mortalità del 2-3 per cento. Gli anziani sono più fragili. Proteggerli dall’influenza è più semplice, in questo caso (epdiemia coronavirus, ndr) è più complicato perché il vaccino non c’è. Vorremmo proteggerli meglio ma ora l’unico modo per farlo è circoscrivere i focolai rallentare la circolazione del virus come già stiamo facendo”.

Quando va utilizzata davvero la mascherina. Se la corsa alle mascherine, anche nelle zone a non a rischio, sembra inarrestabile l’Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda di indossare anche una mascherina solo se sospetti di aver contratto il nuovo coronavirus e presenti sintomi quali tosse o starnuti, oppure se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus. L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte. Inoltre, la mascherina non è necessaria per la popolazione generale in assenza di sintomi di malattie respiratorie.

C.ALF