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Camorra nella vigilanza? Barbieri (I Pretoriani): «Noi estranei»

L'amminisitratore unico dell'istituto di vigilanza interviene: «Forniremo tutti i chiarimenti alla magistratura. I nostri servizi proseguono»

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«Teniamo a precisare, che la nostra società non ha nulla a che vedere con le vicende e i personaggi oggetto delle indagini svolte della magistratura e che di tanto si sta provvedendo a fornire gli opportuni chiarimenti alle autorità competenti». Lo afferma in una nota l’amministratore unico de I Pretoriani Srl, Alessandro Barbieri. L’istituto è, infatti, coinvolto in un’inchiesta della magistratura campana su presunte infiltrazioni della camorra nella vigilanza privata.

«Nelle more, in ogni caso – precisa Barbieri – l’attività aziendale prosegue senza alcuna soluzione di continuità con le stesse modalità e gli stessi soggetti di sempre e sotto il controllo di un amministratore giudiziario: ciò a ulteriore garanzia e salvaguardia degli interessi dei clienti della I Pretoriani srl. Precisiamo che il servizio di vigilanza sarà, in ogni caso, normalmente espletato e garantito».

L’INCHIESTA
Secondo quanto emerso, eludendo le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale, un gruppo criminale è riuscito a far infiltrare un soggetto legato al clan dei Casalesi nel settore della vigilanza privata armata nell’area campana, ottenendone il pieno controllo. La disposizione è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia a carico di quattro persone, indagate a vario titolo per i reati di «traffico di influenze illecite», «trasferimento fraudolento di valori», «rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio», con l’aggravante del metodo mafioso.

Tre di queste si trovano agli arresti domiciliari, mentre l’amministratore dell’istituto di vigilanza carrarese, Barbieri, è stato raggiunto da un divieto di ritorno in Campania. Nei giorni scorsi le misure cautelari sono state notificate nelle province di Caserta, Napoli, Roma e Massa-Carrara. I militari hanno anche sequestrato preventivamente i beni aziendali e le quote sociali della società apuana con contestuale nomina di un amministratore giudiziario.

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