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Vaccini e bimbi sospesi all’asilo: partono i ricorsi giudiziari

Lo ha fatto sapere il Comitato dei genitori per la libera scelta di Massa-Carrara: «Pronti a fornire assistenza»

«Portiamo a conoscenza dell’opinione pubblica che negli ultimi giorni, malgrado il nostro intervento sui giornali e presso le direzioni scolastiche, nella provincia di Massa-Carrara si è verificata la sospensione dalla frequenza di un minore della fascia 0-6 anni, anche se i genitori erano in regola con i requisiti richiesti a settembre in fatto di obblighi vaccinali, requisiti assolti una volta per tutte con la formale richiesta di appuntamento all’Asl o il differimento, come previsto a dall’articolo 3 comma 1 della legge 119/2017». Lo scrive il Comitato dei genitori per la libera scelta di Massa-Carrara.

«La legge – spiegano i genitori – stabiliva infatti la scadenza del 10 marzo per la documentazione delle vaccinazioni effettuate solo per quanti avevano autocertificato di averle fatte – scadenza rinviata dal 10 marzo 2018 al 10 marzo 2019 dal decreto ‘milleproroghe’ – mentre quanti avevano autocertificato la formale richiesta di appuntamento all’Asl o il differimento, nulla dovevano presentare se non la prova di aver chiesto il primo o ottenuto il secondo: il percorso con l’Asl rimane per il resto del tutto autonomo e non sindacabile da parte delle scuole, anche nel caso in cui alla data del 10 marzo l’Asl abbia segnalato alla direzione didattica l’irregolarità di una posizione. L’anno scorso, d’altronde, è avvenuta la stessa cosa e normativa alla mano non si capisce cosa possa essere cambiato quest’anno, a meno a che non si stia confondendo un’autocertificazione con l’altra».

«In questa situazione l’ufficio d’igiene di Massa-Carrara, che certo non è tenuto a conoscere la normativa scolastica, sta in ogni caso suggerendo a determinati istituti di impiegare la sospensione con l’idea di ottenere un recupero delle vaccinazioni alle spicce – oltre che parziale, a soli tre mesi dalla fine dell’anno, e dunque ben poco efficace in termini di sicurezza – ma in questo modo equivoca la normativa e strumentalizza le scuole, che sono le uniche responsabili di un provvedimento del genere e non devono svolgere il lavoro dell’Asl, bensì limitarsi a fornire gli elenchi degli iscritti per colmare le lacune all’anagrafe vaccinale, esattamente come l’anno scorso. Ricordiamo infatti che in nessuna parte della legge 119/2017, della legge regionale toscana e delle circolari è scritto che le scuole possano sospendere la frequenza, quando se mai gli obblighi vaccinali rappresentano requisiti per l’iscrizione (requisiti assolti con i documenti previsti al già citato art. 3, tra cui appunto la formale richiesta di appuntamento all’Asl o il differimento presentati a settembre)».

«Nel caso in questione – conclude il Comitato – i genitori hanno dunque fatto ricorso giudiziario in autotutela contro l’atto di sospensione e la scuola è stata costretta a riammettere il bambino in classe. Il Comitato, che sta seguendo qualche altra situazione in cui si presenta il rischio di atti illegittimi a causa di una lettura parziale e suggestiva del testo di legge, è pronto ad assistere i genitori perché ottengano lo stesso risultato, ossia per evitare difformità di trattamento e violazione dei diritti. Per informazioni: vacciniliberascelta.carrara@gmail».