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«Gli anziani piangevano e lei infieriva». Casa di riposo choc al Mirteto foto

Affamati, infreddoliti e mortificati: disposta misura cautelare nei confronti di un'imprenditrice massese. Giubilaro: «Tristezza infinita. La figlia, invece, era amorevole e ben voluta dagli ospiti»

Anziani affamati, infreddoliti e mortificati. Sono solo alcune delle vessazioni subìte dagli ospiti di una casa famiglia di Massa nella frazione di Mirteto. Per questo un’imprenditrice di 53 anni è finita nei guai, accusata di “maltrattamenti in famiglia”. Secondo la Procura di Massa-Carrara che ha coordinato le indagini attraverso il pubblico ministero Marco Mansi, la donna, titolare della struttura, si sarebbe macchiata dei reati di: inadeguatezza ed insufficienza del trattamento alimentare; precarie condizioni igienico-sanitarie; condizioni climatiche precarie per la mancata accensione dell’impianto termico; trattamenti sanitari con somministrazione di farmaci fuori terapia; condizione di sistematico avvilimento e mortificazione mediante atteggiamenti aggressivi e intimidatori.

La titolare e la casa di riposo

Per tutto questo, stamani, lunedì, i carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro, del Nucleo investigativo di Massa-Carrara e il Nucleo operativo radiomobile di Massa hanno dato esecuzione alla misura cautelare disposta dal giudice per le indagini preliminari che è consistita nel «divieto di dimora in Massa presso i locali della casa famiglia e divieto di esercitare l’attività di impresa o uffici direttivi di persone giuridiche o di imprese» per un anno. Inoltre la struttura è stata chiusa e i cinque ospiti sono stati affidati o ad altre case di riposo o alle loro famiglie.

I risultati dell’operazione “Old Age Home (casa per anziani)” sono stati presentati dal procuratore capo Aldo Giubilaro, dalla direttrice dell’Ispettorato del lavoro Annamaria Venezia, dal comandante dei carabinieri di Massa-Carrara Massimo Rosati e dal colonnello Tiziano Marchi, comandante del Nucleo investigativo.

«L’attività di indagine – ha spiegato il colonnello Rosati – si è svolta tra l’aprile 2018 e il gennaio 2019, periodo durante il quale sono stati accertati i fatti contestati alla signora. Si è trattato di un’operazione complessa che abbiamo svolto col massimo impegno».

I sentiti ringraziamenti ai carabinieri sono arrivati dal procuratore che ha sottolineato come si sia trattato di «una brillante operazione di cui avremo fatto volentieri a meno, visti i fatti. Queste cose – ha detto Giubilaro – lasciano l’amaro in bocca e una tristezza infinita, a differenza di altri casi, qui non si “gioca” alla pari dato che si è agito contro persone deboli che non potevano difendersi. Tutto veniva svolto in termini di business, pur di guadagnare si era disposti a fare qualsiasi cosa».

«Nel corso del 2018 – ha aggiunto poi Venezia – avevamo individuato il settore delle case di riposo per la vigilanza amministrativa, credevo di affrontare un settore delicato, ma non a questo livello, non avrei mai creduto di arrivare a smantellare una situazione del genere. La nostra vigilanza continuerà, sperando di non riscontrare altri episodi simili».

Tutto è partito, infatti, da alcune indagini di tipo amministrativo da parte dell’Ispettorato del lavoro nell’ambito di violazioni per lavoro nero per le quali erano stati ascoltati ex-dipendenti della struttura. Da lì erano emersi alcuni segnali preoccupanti riguardo al trattamento degli ospiti, confermati poi da alcuni familiari e poi da ex-ospiti.

«Il quadro che è emerso dalle segnalazioni e poi dalle indagini svolte anche attraverso l’utilizzo di intercettazioni telefoniche e rilevazioni video-ambientali – ha spiegato il colonnello Marchi – ha confermato quanto dichiarato dalle persone ascoltate. Nel periodo d’indagine abbiamo potuto riscontrare come i comportamenti contestati all’imprenditrice fossero sistematici e prolungati nel tempo, palesando una situazione allarmante. Abbiamo accertato anche situazioni toccanti, a volte questi anziani piangevano e anziché ricevere una consolazione e soddisfare i loro bisogni, si infieriva con comportamenti avvilenti e mortificanti».

LA MAMMA VESSATRICE, LA FIGLIA AMOREVOLE
Non solo vessazioni però, dal momento che i comportamenti contestati sono stati accertati solo per la titolare. Per la figlia invece, nel corso della conferenza stampa, è stata rimarcata la sua empatia. «Paradossalmente in una situazione del genere – ha evidenziato il procuratore Giubilaro – la figlia si è rivelata una persona preziosa e amorevole che curava gli anziani nel modo giusto ed era ben voluta da loro»

ANCHE LAVORO NERO
Nel corso delle indagini sono stati effettuati anche accertamenti di natura giuslavoristica durante i quali sono state riscontrate violazioni amministrative in materia di: “lavoro nero” svolto da tre dipendenti nel periodo giugno-agosto 2018, per un importo complessivo pari a 9.000 euro e “mancata registrazione di ore di lavoro supplementari” riconducibili a due dipendenti nel periodo aprile-agosto 2018, per un importo pari a 300 euro. È stato inoltre disposto il recupero dei contributi previdenziali Inps per ore di lavoro non registrate nel periodo aprile-agosto 2018, per un importo pari a 6.794,35 euro.